Ricettazione di beni archeologici, una denuncia

12 maggio 2014 | 03:22
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Ricettazione di beni archeologici, una denuncia

Sequestrati puntali, anfore, pesi da telaio e un’ancora di 300 chili

Il Faro on line – I carabinieri della Tenenza di Ardea nell’ambito dei servizi di controllo del litorale sud e prevenzione e repressione in materia di reati contro il patrimonio hanno denunciato in stato di libertà un 46enne originario di Roma e residente ad Ardea, ritenuto responsabile di ricettazione e violazione della normativa circa la detenzione di reperti archeologici. L’attività si inquadra in un programma di prevenzione e repressione che i militari della Compagnia di Anzio stanno ponendo in essere al fine di contrastare i reati in contro il patrimonio tra cui anche l’intercettazione delle rotte dei tombaroli.

Non è la prima volta che nella zona di Ardea i Carabinieri rinvengono beni archeologici di notevole interesse; in passato sono stati diversi e numerosi i sequestri effettuati presso abitazioni utilizzate spesso come veri e propri depositi da appassionati che li detengono godendone in via esclusiva. Nella fattispecie i militari della Tenenza di Ardea, a termine di una specifica attività, hanno individuato un’abitazione dove i reperti erano opportunamente custoditi.

In particolare al termine della perquisizione domiciliare venivano rinvenuti e sequestrati 1 ancora in piombo, di circa 300 kg., 1 anfora priva della parte superiore del collo e delle anse, diversi colli frammentari di anfore, 1 puntale di anfora e 11 pesi da telaio in terra cotta. Nella circostanza, il funzionario ai beni archeologici per il Lazio intervenuto stabiliva che i pezzi rinvenuti, da considerarsi di notevole interesse culturale, sono tutti risalenti all’epoca romana. I reperti sono custoditi al momento presso gli uffici della locale Tenenza dei carabinieri in attesa degli ulteriori sviluppi e di un’adeguata dislocazione.