Russo D’Auria: “L’Euro? Un’esperienza fallimentare”

12 maggio 2014 | 18:56
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Russo D’Auria: “L’Euro? Un’esperienza fallimentare”

Il leader di Gil: “La politica ha fallito, tutta. Ma resta un dovere andare a votare, se non altro per non consegnare i poti di potere nelle mani di chi vive di voti di scambio”

Il Faro on line – “In molti in questi giorni mi chiedono indicazioni su chi votare alle europee, premettendo però fortissime perplessità e una voglia altrettanto forte di non andare nelle urne. Queste elezioni stanno passando più o meno tra l’indifferenza generale, eppure se questa è l’impressione che se ne ricava, non bisogna abdicare al proprio ruolo di elettori. Ma stavolta prendersi da soli la responsabilità di scegliere”. A parlare è Mario Russo D’Auria, leader di Gil (Gruppo indipendente libero per Fiumicino). “Gil si chiama così – ricorda Russo D’Auria – proprio perché vuole essere indipendente e libero dai partiti, di qualunque schieramento. E questo perché è difficile oggi parlare di politica; i politici hanno deluso, su tutti i fronti e da qualsiasi parte li si guardi. Eppure non andare a votare significherebbe fare un favore a quei politici che si possono permettere di garantirsi un pacchetto di voti. Se andiamo a votare tutti, quel pacchetto di voti è una goccia in un mare, altrimenti diventa estremamente visibile, tanto da condizionare un’elezione. Se dunque non vogliamo mandare a Bruxelles i soliti noti, i tromboni di turno, o peggio i mafiosi che utilizzano il voto di scambio, dobbiamo almeno provare a fermarli con il nostro voto”.

Già, ma chi votare? “Fino a oggi siamo stati abituati ad avere qualcuno che ci passava il ‘santino’, che ci diceva cosa fosse giusto per noi. E’ stata una maniera di fare evidentemente fallimentare, se ci troviamo come ci troviamo. Dunque niente inviti al voto: bisogna interessarsi, accendere il cervello e scegliere. E se sbagliamo, almeno la prossima volta faremo una scelta diversa…”

Lei cosa pensa dell’Europa e dell’Euro? “Partiamo dall’Euro. Io non voglio addentrarmi nei complicati ragionamenti che fanno gli economisti di professione. Io sono un semplice cittadino, e come tale vedo che da quando c’è l’Euro mi sono impoverito anno dopo anno. Ci hanno detto che l’Euro serviva per non diventare poveri, per non vedere la nostra moneta cadere in basso. La nostra moneta in basso non c’è caduta, ma noi cittadini sì, eccome. Sono passati oltre dieci anni, e la situazione non solo non è migliorata, ma è andata sempre peggio. Io questo euro non lo voglio. E non è una questione di partiti. Ognuno è libero di votare chi crede. Io però, pur non piacendomi praticamente nessuno di quelli che vedo in campo, so una cosa: l’Euro mi piace ancora meno”.
Ang.Per.