Obesità e diabete, tutto ciò che c’è da sape

14 maggio 2014 | 16:20
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Obesità e diabete, tutto ciò che c’è da sape

Il Faro on line – Il diabete di tipo 2 e’ una grave malattiache si manifesta con l’aumento della glicemia e che rientra inuna situazione patologica complessa definita “sindromemetabolica”. Tale alterazione multiforme puo’ iniziare nelperiodo che va dall’adolescenza alla giovinezza, per poisvilupparsi e manifestarsi nell’adulto. Ma come avviene questofenomeno? Per saperne di piu’ la Dire ha intervistato ilprofessor Alessandro Colloca, patologo clinico e consulentescientifico presso il Gruppo Marilab. 

 “La sindrome metabolica- spiega Colloca- deve essere vistacome un complesso di fattori di rischio, tra loro correlati, chesi palesano successivamente come diabete mellito e,conseguentemente, come manifestazioni patologiche a carico delsistema cardiovascolare. Il diabete di tipo 2, com’e’ noto, e’correlato alla ‘resistenza insulinica’, ossia alla ridottafunzionalita’ dell’insulina che e’ l’ormone prodotto dal pancrease che e’ necessario per consentire all’organismo di utilizzare lozucchero (glucosio) presente nel sangue, mediante il suotrasferimento all’interno delle cellule muscolari e la successivatrasformazione in fonte di energia”.

– Che tipo di danni puo’ comportare il diabete? “Possiamo considerare il diabete come una malattia sistemicaperche’, danneggiando in maniera irreversibile il sistemavascolare, di fatto arriva a colpire tutti gli organi(microangiopatia diabetica), anche se le manifestazioni piu’frequenti sono a carico del cuore (infarto), del cervello(ictus), dell’occhio (retinopatia e maculopatia diabetica) e delrene”.
– Diabete e obesita’: sono collegate le due malattie? “L’obesita’ e’ uno dei classici fattori di rischio che,accoppiato ad un assetto ipertensivo e successivamente ad unaalterazione del metabolismo dei grassi, attiva uno statoevolutivo continuo determinando in una prima fase danni agliorgani e, successivamente, la comparsa di manifestazionicliniche. L’obesita’ addominale, quella che generalmente esimpaticamente viene definita ‘rotolo del benessere’, e’purtroppo intimamente correlata all’adiposita’ intraddominaleche, come la ricerca scientifica ha dimostrato, e’ di fatto lasede dei processi che portano all’insulino-resistenza e quindi aldiabete di tipo 2”.
– Chi sono i soggetti piu’ a rischio per queste malattie? “Sicuramente quelli che hanno una familiarita’ ma anche,ovviamente, coloro che mantengono un’alimentazione disordinata escorretta e che conducono uno stile di vita non adeguatoall’eta’. Quasi sempre i ragazzi obesi sono quelli che non fannoattivita’ fisica e che mangiano in continuazione, magari restandoseduti per ore davanti alla tv, noccioline, patatine fritte ealtro cibo non adeguato alle loro esigenze metaboliche. A talproposito, va sottolineata una vittoria ottenuta recentementedagli Stati Uniti: gli americani sono stati tra i primi a viverequesto tipo di problema, perche’ per anni  hanno occupato ilprimo posto nel campo dell’obesita’ infantile. Ebbene, a seguitodi un’appropriata campagna di sensibilizzazione, gli USA sonofinalmente riusciti, in dieci anni, a ridurre questa situazionepatologica del 43%”.
– A proposito di dati, quante sono in Italia le persone obese? “Diciamo che i dati non sono proprio confortanti: nel nostroPaese, per quanto concerne gli adulti, ci sono 1 obeso e 3soggetti in sovrappeso per ogni 10 individui. La situazionediventa poi veramente  grave se prendiamo in considerazionel’infanzia, ovvero  i soggetti compresi tra i 6 e i 9 anni: inquesto caso purtroppo occupiamo il primo posto in Europa, concirca 3 bambini obesi su 10. Il fenomeno, peraltro, ha unincremento di circa il 2,5% ogni cinque anni”.
– Come si fa a prevenire l’obesita’ e come il diabete? “Sicuramente con un’alimentazione corretta sia qualitativamenteche quantitativamente parlando, nonche’ conducendo una vita sanache contempli anche un’equilibrata attivita’ fisica. Con il motopossiamo contribuire a ridurre la massa grassa e, quindi, adinterrompere il circolo vizioso che, come gia’ detto inprecedenza, porta alla resistenza insulinica.  I muscoli devonoessere messi in azione perche’ sono quelli che a loro voltaattivano il metabolismo. Contemporaneamente aumenta il consumodegli zuccheri che vengono ‘bruciati’, quindi meno grasso da unaparte e attivazione del metabolismo dall’altra. Dieta sana e motocredo rimangano le due soluzioni piu’ efficaci”.
– Chirurgia per curare l’obesita’: qual e’ il suo parere? “La chirurgia di fatto ha scarsissime applicazioni, limitate,oltretutto, solo a particolari soggetti come i grandi obesi.L’intervento consiste nell’escludere la funzionalita’ di unaparte dell’intestino, riducendo cosi’ anche l’assorbimento deinutrienti. Cio’ significa che il soggetto, anche se mangia, nonassorbe. La chirurgia non puo’ quindi essere considerata, a mioparere, tra i rimedi specifici ai quali ricorrere. Per quanto,invece, concerne la rimozione dell’adiposita’ intra-addominale unintervento chirurgico non risulta praticabile”.