Codice stradale, l’arroganza della Casta molto poco “diplomatica”

4 giugno 2014 | 10:43
Share0
Codice stradale, l’arroganza della Casta molto poco “diplomatica”

Il Faro on line – Un argomento di cui non ci siamo mai occupati da quando, nell’abbastanza lontano settembre 2012, abbiamo iniziato questa rubrica, è quello di cui si occupa l’art. 131 del Codice della Strada; si tratta di un articolo composto di cinque commi, ma di cui quello che veramente ci interessa è solo il primo: “Le violazioni alle disposizioni del presente Codice commesse da agenti diplomatici e consolari accreditati in Italia, o da altre persone che, con riguardo a tali violazioni, 
godano, nei limiti previsti dalle norme internazionali, delle immunità spettanti agli agenti suddetti, sono segnalate dagli Uffici o Comandi dai quali dipendono coloro che le hanno accertate, al Ministero degli Affari Esteri, per le comunicazioni da effettuarsi per via diplomatica”. Vediamo di capire cosa significa… secondo “Giustizia”. 

L’attività diplomatica ha certamente un’importanza fondamentale nei rapporti fra Stati, perché è quella che consente di instaurare, ma soprattutto di mantenere, buoni – quando non ottimi – rapporti di convivenza, cooperazione e integrazione fra le Nazioni, quindi fra i Popoli; potremmo dire che si innesta una sorta di “dovere di ospitalità” che porta a favorire e rendere “piacevole” la permanenza di quanti operano nel nostro Paese in qualità di rappresentanti del loro e ovviamente di tutte quelle persone che, nella scala gerarchia, scendono fino a livelli con competenze di supporto, assistenza e quant’altro necessario al buon funzionamento della macchina diplomatica.

In questo senso: la rimozione del veicolo è esclusa (tranne che nel sedime dell’aeroporto internazionale L. Da Vinci per comprensibili motivi di sicurezza), tranne quella “a vista”, peraltro in rarissimi casi; è giusto inoltre far sì che un’eventuale contestazione per una violazione di norme del Codice della Strada, commessa da uno dei personaggi di cui sopra a bordo di un veicolo con targa con scritta azzurra “CD” (Corpo Diplomatico) o “CC” (Corpo Consolare), venga inoltrata 
“con delicatezza” e attraverso canali diplomatici.

Quanto sopra, lo ripetiamo, secondo quella Giustizia che è motivo costante di questa rubrica, spesso contrapposta all’altra destinataria di questi articoli: la “giustezza”, ed è secondo quest’ultima che all’”uomo della strada” sorgono dei dubbi, talvolta espressi con domande tipo: “Ma perché quello fa come je pare?”…

In realtà, certi comportamenti di conducenti di questi veicoli, lascerebbero supporre una sorta di impunità qualunque sia la violazione commessa; dalle soste non consentite alle fermate di intralcio tranquillamente incuranti degli “urli” di protesta dei clacson, ai transiti non consentiti talvolta persino nelle aree “pedonali” della Capitale. In questo ultimo caso, spesso, se fermati, la giustificazione addotta da questi signori è: “Ho sbagliato direzione” oppure “Non ho visto il cartello”, ecc… 

Ciò che depone a favore della “presunzione di impunità” è il fatto che talvolta gli sbagli vengono “reiterati” dalle stesse persone che, oltre a commettere certe azioni come fosse la cosa più normale del mondo, sembrano persino seccate della “perdita di tempo”; quindi, per dare alle cose il loro nome, ciò che depone a favore della presunzione di cui sopra è l’”arroganza” di alcuni di questi soggetti.

E’ opinione di che scrive che, stante la sicura importanza del mantenere i rapporti diplomatici e la buona “ospitalità”, un maggior rigore nell’applicazione di sanzioni anche nei riguardi di queste persone, non incrinerebbe affatto le buone relazioni di cui sopra, ma forse ci renderebbe destinatari di un maggiore rispetto… Almeno in casa nostra!
Paolo Boncompagni

(foto da www.bastacartelloni.it)