Ostetricia, bloccate le accettazioni. Torna lo spauracchio della chiusura

7 giugno 2014 | 16:59
Share0
Ostetricia, bloccate le accettazioni. Torna lo spauracchio della chiusura

Da lunedì non nasceranno più bambini ad Anzio

Il Faro on line – Sono state chiuse ieri mattina le accettazioni per Ostetricia di Anzio, garantite solo le urgenze.  Nei giorni scorsi anche il Day hospital di Ginecologia era stato bloccato. E a breve, se non si interviene immediatamente, l’intero e storico Reparto verrà chiuso. Come dire da lunedì non nasceranno più bambini ad Anzio. Complice il disinteresse comune. Ci risiamo.La dura denuncia, che segue quella di qualche settimana fa alla quale erano seguite precise assicurazioni da parte della Direzione generale, arriva, ancora una volta, dal personale dell’Unità operativa Ostetricia e Ginecologia del Riuniti di Anzio/Nettuno. Ridotto all’osso, costretto a turni massacranti, eppure sempre disponibili ad intervenire e assicurare alle partorienti e alle donne che devono eseguire interventi di ginecologia, la massima professionalità. Oramai, si è appreso, il corpo medici è composto da 7 unità, se si esclude il Primario, Massimo Petriglia, dal momento che una delle ginecologhe è andata in maternità. Di questi, tre sono esonerati dal servizio notturno per patologie ex legge 104, con la conseguenza che i rimanenti quattro sono costretti a turni umanamente impossibili.

“Sessanta notti al mese tra guardie e reperibilità per un totale di quattro notti  settimanali, sempre ché nessuno sia in ferie – tuonano medici, paramedici, ostetriche e infermiere -, tenendo conto del fatto che le reperibilità non sviluppano orario se nessuno viene chiamato, e quindi ulteriori  turni diurni per completamento orario dovuto”. Insomma uno dei reparto fiore all’occhiello per il Riuniti e per tutto il litorale sud di Roma che è in piena emergenza. E che, se non si interviene, rischia non solo la paralisi delle accettazioni ma la chiusura. Definitiva. “E nessuno fa niente – dicono, con disappunto misto a preoccupazione -, continuano a non volere ascoltare e vedere. Nonostante le numerose richieste di aiuto  ai vertici aziendali riguardo la gravissima carenza di personale da parte dell’Unità, gli addetti ai lavori non trovano soluzioni”. Non le trovano o non vogliono trovarle alla Asl Roma H di cui il nosocomio di Anzio fa parte? Questo l’interrogativo che aleggia all’interno delle stanze del Riuniti.

“La risposta alle numerose richieste lascia intravedere da parte della Direzione generale – scrivono in una nota che la dice lunga sullo stato d’animo del personale di Ostetricia – una volontà di non risolvere i problemi, ma di continuare a mantenere l’unità operativa in difficoltà. Visto che propongono solo false soluzioni. Tali atteggiamenti non risolvono  i problemi ma irritano sempre di più gli animi già esasperati dal carico di lavoro umanamente insostenibile”. Un paio di settimane fa, dopo l’ennesima richiesta di intervento da parte del personale del reparto, dalla Direzione generale Asl Roma H si era ipotizzato l’invio ad Anzio di altri due medici e di una nuova ostetriche che andassero a risolvere, seppure in minima parte, l’emergenza venutasi a creare. Nessuno, a tutt’oggi è arrivato. E la conseguenza è stato il blocco da oggi delle accettazioni e del day hospital per gli interventi. Insomma non si partorisce più ad Anzio. Sebbene poi, lo abbiamo sottolineato più volte, quella del Riuniti di Anzio/Nettuno è l’unica unità della Roma H ad avere, al suo interno, una sala operatoria dedicata ai parti. Dove si eseguono circa 800 interventi l’anno, comprese le urgenze. Un dato che ha portato l’ospedale ad essere, fino all’anno scorso, il primo del Lazio tra quelli dove si partorisce in modo naturale. Quest’anno, in ogni caso, il Riuniti è secondo solo al nosocomio di Latina.

“Ma così è impossibile proseguire – riferiscono animatamente le ostetriche e le infermieri in forza al Reparto -. Per anni abbiamo lavorato al limite della legalità, è vero che c’è stato un potenziamento dell’unità con l’apporto di infermieri e ostetriche, ma comunque sempre in quantità sottostimata. Tale assetto ha portato a turni estenuanti (un esempio per tutti nel solo mese di maggio il corpo infermieri ha prodotto più di 500 ore di straordinario, ndr) che potrebbero portare a situazioni poco piacevoli con il protrarsi dell’endemica carenza ad un abbassamento dell’attenzione”. Uomo avviato, mezzo salvato.

Soprattutto ora, con la stagione estiva alle porte, quando la popolazione di Anzio e Nettuno raddoppia e gran parte dei romani si riversano su questa parte di litorale. “Dalla Direzione generale hanno trovato finora solo pseudo-soluzioni:  un ordine di servizio, in carattere di urgenza, ad ostetriche e medici per venire in questa unità da altri presidi della ASL, procedimento che è stato disatteso in seguito  all’annullamento  da parte di un primario. Finora i comandati al trasferimento non si sono presentati lasciando l’ostetricia di Anzio in panne. Tutti provvedimenti che si sono rivelati, ancora una volta, una burattinata. D’altronde – si legge nella nota del reparto -, firmare l’ordine di servizio ad un solo medico, in soccorso ad Ostetricia, è una presa in giro; in quanto, se la matematica non è una opinione, con la programmazione delle ferie estive, gli altri si ritroverebbero a sostenere gli stessi turni estenuanti”.

Questo per quanta riguarda i medici in forza al Reparto. Identica situazione anche quella in cui si sono ritrovate le ostetriche. Un nuovo ordine di servizio dalla sede centrale della Asl, per alleggerire i turni estenuanti, ma di quelle comandate, una ha un contratto part-time, per cui lavora solo due pomeriggi a settimana, l’altra è una ostetrica con posizione organizzativa (capo Ostetrica). In sostanza, anche questo ordine di servizio  è stato revocato con l’impegno di  sopperire eventuali turni dal momento “in cui si verificasse una “catastrofe” su base volontaria e in regime di straordinario (ma comunque solo per la sala parto) tralasciando il fatto che la nostra sala operatoria ha fino ad oggi salvato più di qualche vita umana. La volontà di non salvare questa ostetricia, in beneficio di altre, a noi pare evidente anche dal fatto che avendo  proposto di poter effettuare alle partorienti il parto in analgesia, così come previsto per legge, le risposte ovviamente sono risultate negative”.

Una pratica, questa dell’epidurale, che permetterebbe ad altre donne che scelgono Ospedali nei quali invece è prassi, di tornare a partorire ad Anzio e al Reparto locale di far risalire il numero dei bambini che nascono ad Anzio. “Ma noi non ci fermeremo – assicurano infermiere e ostetriche -, questo Reparto non deve chiudere, le città di Anzio e Nettuno non possono perdere un’unità così importante e i primati ottenuti fino a oggi. Ma ci serve l’aiuto di tutti, Amministrazioni, associazioni, stampa, cittadini. Non fate restare il nostro un urlo senza voce”.
Katia Farina