“Rastrellamenti” di infermieri alla Asl RmD

19 giugno 2014 | 04:16
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“Rastrellamenti” di infermieri alla Asl RmD

Da Casalbernocchi partite lettere per spostare personale al Grassi. Ma senza confronto e con limiti d’età arbitrari. Le critiche dei sindacati e di Gil

Il Faro on line – Tecnicamente si chiamano “visite di idoneità”, praticamente sono dei rastrellamenti di personale infermieristico da utilizzare per andare a coprire i buchi nei reparti dell’Ospedale Grassi di Ostia. Rastrellamenti, perché fatti senza alcun accordo preventivo con le organizzazioni sindacali, imposti dall’alto sia per quanto riguarda i tempi sia per le modalità. Il nuovo corso voluto dal Direttore Generale della Asl RmD Vincenzo Panella non piace alla base dei lavoratori della Asl. Non tanto perché non ne condividano lo spirito, che è quello di rimettere in piedi l’efficienza di un settore al collasso riorganizzando le forze effettivamente disponibili, quanto perché ne contestano i modi autoritari.

Cosa è successo
Negli ultimi tempi sono iniziate ad arrivare ai dipendenti (personale infermieristico destinato alle varie Strutture e Sevizi socio sanitari della Asl) lettere nelle quali venivano chiamati a visita medica a Casal Bernocchi per il giudizio di idoneità al lavoro h24 per una eventuale assegnazione al Grassi. Le lettere non arrivano a tutti contemporaneamente – e questa è già un’anomalia – ma settimanalmente arrivano ora a questo ora a quel dipendente, anche della stessa struttura. Addirittura una lettera è arrivata ad una dipendente attualmente ferma perché malata di tumore, alla quale è stata comunque chiesta visita – altra anomalia – per controllarne l’idoneità. Non solo, ma l’età massima richiesta per questo servizio è di 50 anni, e così facendo la Asl pesca in un bacino molto ridotto di personale; una scelta – terza anomalia – discutibile sia sotto il profilo legale sia anche da quello della capacità operativa, che dovrebbe appunto essere vagliata da una vista medica e non da una carta d’identità.

L’altra criticità
Per mandare in giro queste circa 150 lettere con l’obiettivo di coprire 35 posti, si è scelto il mese di giugno, dopo aver chiesto a tutti i reparti e tutti i servizi di fornire il piano ferie. Il che comporterà, se mai si decidesse di rendere immediatamente operativo il concetto di mobilità interna, la conseguente crisi dei servizi socio assistenziali nelle strutture della Asl presenti sul territorio, oltre che gravare pesantemente sulla qualità della vita professionale (e personale) dei dipendenti. Una scelta non compresa dalle forze sindacali, che infatti hanno chiesto un incontro con la dirigenza della Asl.

Le perplessità
Metodi autoritari dunque, mancanza di dialogo e scelte discutibili sono alla base della lettera che appena pochi giorni fa le Rsu hanno inviato a Casal Bernocchi chiedendo un confronto sul merito. Le Rsu richiamano i principi sanciti dal Dca 113/2010 che prevedeva la ricognizione del personale finalizzata alla riorganizzazione dei Servizi delle Strutture e delle attività sulla base delle risorse umane e professionali realmente disponibili. Che non significa solo uno spostamento di pedine ma regole certe e trasparenti, certezza del diritto, criteri di efficienza ed efficacia, funzionalità organizzativa. Insomma, tutto il contrario di un “motu proprio” che rischia di creare più disservizi di quanti ne va a risolvere.

A criticare la decisione non ci sono solo i diretti interessanti, ma anche il territorio. Il leader di Gil (Gruppo indipendente libero per Fiumicino) Mario Russo D’Auria, ad esempio, parla apertamente di inutili forzature da parte del Direttore generale della Asl, che applica i principi di efficienza vestendosi da giustiziere della notte, con un piglio che in realtà fa più male che bene all’effiicnenza stessa delle strutture sanitarie. Nessuno contesta – spiega Russo D’Auria – che ci siano inefficienze da migliorare, servizi da ristrutturare, reparti da coprire meglio, ma la strada per farlo è quella del coinvolgimento non certo quella delle repressione. Sparare nel mucchio non serve, rischia di colpire che fa il proprio lavoro e peggiora i rapporto tra dipendenti e Asl ed anche quello tra dipendenti e cittadini. Senza considerare – continua il leader di Gil – che ci sono infermieri che hanno conquistate la possibilità di essere spostati dall’Ospedale al territorio; e che facciamo? Li riprendiamo e li rispostiamo nei reparti? Con quale diritto? Con quale confronto?. Forse se invece di fare gli sceriffi ci si appoggiasse un po’ di più ai ruoli intermedi, che invece così facendo vengono svuotati di funzioni, si potrebbe arrivare a soluzioni condivise e ugualmente efficaci”.
Angelo Perfetti