Infermieri, rastrellamenti finiti. Ora iniziano i trasferimenti forzati

30 giugno 2014 | 03:10
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Infermieri, rastrellamenti finiti. Ora iniziano i trasferimenti forzati

La denuncia di Gil: “Per qualcuno la concertazione è uno slogan buono per la fase elettorale, ma scomodo in quella di gestione”

Il Faro on line – Terminati i rastrellamenti, si passa alla parte esecutiva. La storia delle lettere inviate dalla Asl agli infermieri sotto i 50 anni – e solo a loro – per essere tolti dai servizi territoriali e collocati all’ospedale Grassi, si sta compiendo. Senza confronto sindacale, senza risposte alle sollecitazioni pubbliche fatte attraverso i giornali, senza uno straccio di nota pubblica. La gestione della Direzione generale ricorda tanto alcune esilaranti battute di Alberto Sordi nel Marchese del Grillo; solo che qui non c’è nulla da ridere. Perché c’è gente che soffre (i malati) e gente che vede rivoluzionata la propria vita, anche familiare (gli infermieri). E di fondo c’è un cattivo rapporto tra la dirigenza sanitaria e le maestranze. E indovinate chi ne farà le spese alla fine?!

“Come al solito – afferma Mario Russo D’Auria, leader di Gil (Gruppo indipendente libero per Fiumicino) – l’anello debole della catena, cioè i malati, troveranno personale stanco, arrabbiato. Certo, ci garantisce la professionalità dei singoli operatori sanitari, sempre da elogiare, ma diciamoci la verità: con questo sistema di coercizione si innescano malumori e dissapori, che inevitabilmente – visto che siamo esseri umani – hanno delle ricadute sul quotidiano. E sarà così sia nell’ospedale – dove si troverà a lavorare personale che aveva programmato diversamente le proprie ferie, che aveva organizzato la famiglia, ecc – sia nei servizi territoriali, che si vedranno sottoposti a turnazioni inopportune”.

Russo D’Auria prosegue: “In questi giorni abbiamo letto le sollecitazioni di alcuni sindacati sulla carenza di infermieri al Grassi; sono posizioni condivisibili. Ciò che invece non è condivisibile, anzi non è accettabile, è l’arroganza con la  qule la Dirigenza pretende di gestire le emergenze, schiacciando le esigenze di altri lavoratori – e meno male che qualche sindacato se ne è accorto – definendo parametri assurdi come quello dei 50 anni, imponendo scelte dall’oggi al domani dopo peraltro aver chiesto di completare i piani ferie prima dell’invio di queste famose lettere di arruolamento forzato.

Insomma – conclude Russo D’Auria – se questo è il metodo di confronto della Dirigenza sanitaria, se questo è il rispetto per i lavoratori, sarà dura trovare consenso tra di essi. Anche sotto il profilo della politica, che poi è dietro la gestione operativa di un settore delicato come quello sanitario. Evidentemente per qualcuno la concertazione è uno slogan buono per la fase elettorale, ma scomodo in quella di gestione”.
Angelo Perfetti