17 agosto 2008, muore il Presidente giallorosso Franco Sensi

17 agosto 2014 | 17:32
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17 agosto 2008, muore il Presidente giallorosso Franco Sensi

Il Faro on line – Il 17 agosto 2008 il mondo del calcio è in lutto: muore Franco Sensi, il presidente che dopo 18 anni ha fatto gridare di gioia i tifosi della Roma con la conquista dello storico terzo scudetto. Passano gli anni ma il suo ricordo resta indelebile. Roma non lo scorderà mai. Sotto la sua presidenza la squadra giallorossa ha conquistato in 15 anni uno Scudetto, due Supercoppe Italiana e due Coppe Italia, oltre che ben 5 secondi posti, di cui alcuni tra polemiche arbitrali.
Il patron è ricordato anche per le sue battaglie contro il palazzo per la ripartizione dei diritti televisivi e per il potere in Lega Calcio. Alla sua morte, avvenuta presso il Policlinico Gemelli all’età di 82 anni dopo una lunga malattia, gli è stato concesso l’onore della camera ardente in Campidoglio, privilegio condiviso con Alberto Sordi. I suoi funerali hanno commosso la Capitale, sia giallorossa che biancoceleste, con i suoi giocatori che hanno accompagnato il feretro all’uscita della chiesa prima che fosse trasportato al cimitero monumentale del Verano dove ora riposa. Dal padre Silvio aveva ereditato la passione giallorossa: negli anni 1960 divenne vicepresidente durante la gestione di Anacleto Gianni e vide la squadra alzare al cielo il primo (e fin qui unico) suo trofeo europeo: la Coppa delle Fiere. Poi abbandonò l’incarico pur rimanendo sempre legato alla società tanto da salvarla dal fallimento a cui la stava portando Giuseppe Ciarrapico. Nella Primavera del 1993 subentra con Mezzaroma, ma a novembre liquida il suo socio (troppe divergenze nella gestione, tra cui l’arrivo dell’indesiderato Luciano Moggi come ds) e diventa proprietario unico. Il suo primo allenatore è Mazzone, il neo presidente compra tanto: da Balbo a Fonseca, passando per Di Biagio, Lanna, Moriero, Cappioli… Non arrivano i successi ma comincia a farsi strada un giovanotto di belle speranze, Francesco Totti. Iniziano le battaglie nel Palazzo del calcio, Sensi per la sua Roma chiede una dignità pari a quella vantata da Milan, Juve e Inter. A fine anni Novanta, mentre Zeman lancia definitivamente Totti («Il mio unico figlio maschio», l’investitura di Sensi) e la crociata anti doping contro la Juve, Sensi costituisce insieme al collega della Lazio, Cragnotti, a quello del Parma, Tanzi, e a quello della Fiorentina, Cecchi Gori, la società di diritti televisivi Sds che apre la strada all’avventura di Stream. Sempre di quel periodo è l’accordo per il doppio designatore (uno in quota Inter, Milan, Juve, un altro per le quattro «sorelle» del centro). Il 1999 segna l’arrivo di Capello, che due anni dopo farà vincere alla Roma il suo terzo scudetto. Sensi cerca di conquistare la presidenza di Lega nell’estate del 2002, ma il voltafaccia inaspettato di alcuni dirigenti fa crollare la sua candidatura. Inizia allora la lenta fase del suo declino fisico e insieme ad esso i momenti di difficoltà per la Roma, fiaccata dall’allenza tra Milan e Juve e dai problemi economici derivati dall’oneroso (per gli acquisti, tra gli altri, di Batistuta, Emerson e Samuel) terzo tricolore. Per salvare la Roma Sensi si priva di diversi beni personali, come Il Corriere Adriatico e l’Hotel Cicerone. 

Massimiliano Gobbi