Cimitero, è diventato impossibile acquistare fiori e lumini

27 ottobre 2014 | 03:00
Share0
Cimitero, è diventato impossibile acquistare fiori e lumini

Continua la chiusura dei chioschi antistanti. Giovedì scorso un corteo di protesta

Il Faro on line – Ad Ardea continua la chiusura coatta dei chioschi antistanti il cimitero di via Nazzareno Strampelli, chiusura che giovedì scorso sfociò con un corteo di protesta.

L’abbandono dei cimiteri della città è notorio dai morti gettati in discarica che tanto turbarono anche il Santo Padre, allo scandalo delle mazzette che tanto turbarono i giudici veliterni tanto da far rinviare a giudizio per induzione alla concussione, turbativa d’asta e altro diversi politici presenti e passati, dirigenti comunali, funzionari, semplici impiegati, ditte concorrenti ed appaltatrici, società private alle quali per ognuno il giudice con accuse tutte da provare affibbiò un reato.

Lo scandalo dei sequestri dei loculi per non aver presentato al genio civile il nulla osta, e quello delle tombe allagate dove le bare sotto depositate venivano raggiunte dall’acqua, per finire al sequestro dei chioschi dei fiori in quanto difformi al progetto approvato e alla mancanza di autorizzazione commerciale, con discutibile perdita di ubicazione per aver in ritardo pagato con interessi e more quanto dovuto al comune. Ed oggi proprio per quest’ultimi fatti i chioschi in quel cimitero sono chiusi.

Per il visitatore neppure la gioia di portare un fiore al loro caro, un anticipo di perdita degli “amorosi sensi”. E pensare che c’è anche la tomba del famoso “Califfo buono” Franco Califano, che tanto lustro sta dando a questo martoriato cimitero. I fiorai che hanno presentato intanto ricorsi al TAR, si chiedono del perché di questa disparità di trattamento, si chiedono se al l fioraio che sta davanti al cimitero monumentale gli sono stati  richiesti gli stessi documenti? Se il chiosco ha un bagno e l’acqua all’interno? Se addirittura ha il nulla osta archeologico per essere posizionato dove si trova?

Per finire poi agli abusi commerciali che si perpetrano sulla zona dei 706 ettari demaniali, la madre di tutti gli abusi commerciali. Non solo i commercianti dei chioschi chiusi si chiedono del perchè di queste disparità, se lo chiedono specialmente quei cittadini che si recano al cimitero e che non possono avere il piacere di depositare un fiore o un lumino sulla tomba dei loro cari. Forse sarebbe opportuno che le forze dell’ordine facciano controlli equi ed ordinino chiusure per tutti dove non sono in regola, come fecero il il povero patataro. Intanto il disinteresse dell’intera classe politica che da quando è iniziata questa triste storia non ha speso in consiglio comunale una parola, come del resto non la spesa per ottenere una risposta alla pesante interrogazione consiliare del consigliere Umberto Tantari che ha sollevato il problema degli abusi commerciali in Ardea.

Luigi Centore