“La Scuola ha bisogno di maggiore attenzione, anziché tagliare bisogna investire”

16 novembre 2014 | 02:52
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“La Scuola ha bisogno di maggiore attenzione, anziché tagliare bisogna investire”

Primo piano su cultura e politica. Intervista a Monica Picca, coordinatore romano di Fratelli d’Italia

Il Faro on line – Se cercaste Monica Picca su google trovereste articoli di commento sulla sua dipartita dal Popolo delle Libertà, partito del quale fece parte per cinque anni (dal 2008 al 2013). Da Presidente della commissione Cultura del X Municipio nelle file della maggioranza decise, con molto stupore dei suoi compagni, di aderire infatti a una nuova forza politica: Fratelli d’Italia. Non sapreste però né che è docente di lettere all’Istituto Tecnico Alberghiero Baffi né che tutti quei valori che la spinsero verso la novità di allora sono gli stessi che insegna ai suoi ragazzi: partecipazione, democrazia e merito. L’abbiamo incontrata per chiarire la sua posizione sull’allontanamento dal Pdl e parlare dei suoi due incarichi. Sì perché oltre ad essere coordinatore di partito le è stata affidata anche la delega alla scuola su Roma.

 Monica Picca, un trascorso nelle file del Pdl fino al 2013 quando…

“Decisi di uscirne due anni fa nel momento in cui si venne a formare Fratelli d’Italia. Le dinamiche all’interno del partito non erano più condivisibili così abbracciai il progetto di questa forza politica nascente. I sui valori, d’altro canto, erano quelli in cui avevo da sempre creduto”.

Però lei nasce come insegnante…

“Sì. E diciamo anche che non trovo molte differenze nel fare politica. C’è affinità perché sono animata dagli stessi obiettivi. Quando sei in consiglio di classe tu come docente hai il dovere di istruire gli studenti farli crescere insegnargli cosa sia il rispetto. In consiglio hai a che fare con persone già formate e lì l’obiettivo principale è adoperarti per il bene comune. Gli intenti sono eguali”.

Adesso è all’opposizione e svolge il ruolo di coordinatore di partito. Un compito che le è stato affidato da subito?

“Mi sono messa a disposizione di Fratelli d’Italia immediatamente e credo che la scelta sia ricaduta su di me per i successi che ho conseguito nella mia carriera. Mi sono occupata di cultura, scuola, pari opportunità e questo è forse il ruolo più vicino a ciò che ho fatto fino a oggi. Coordino un gruppo di persone che ha i miei stessi intenti, cioè arrivare a fare del bene per il territorio. Inoltre mi è stata affidata la delega alla scuola su Roma”.

Una carica rilevante..

“Sì vivendo la scuola io ho girato in diciotto anni di precariato talmente tanti istituti che forse  le problematiche le conosco bene. Questo incarico verte su nidi, materne e elementari ed è competenza del Comune di Roma. Ci sono grossi problemi e sembra come se il governo non comprenda mai che i tagli che subisce la scuola li subiscono i nostri ragazzi. Coloro su cui invece si dovrebbe investire”.

La scuola è molto importante lo ha detto lei. Perché non c’è attenzione nei confronti della stessa?

“Sembra ci sia come la volontà di appiattire le menti. Sono uscita dal Pdl proprio per questo. Vede, quando si parla di meritocrazia sembra si esprima uno slogan elettorale in cui nessuno crede. Io ci credo e cerco di insegnarla ai miei ragazzi. Dico loro più vi impegnate e più nella vita otterrete”.

C’è sempre bisogno di persone in gamba?

“Certo. Le proposte in politica devono essere mirate, provenire da persone preparate. Ultimamente si fa una distinzione tra il tecnico e il politico. Credo sia una divisone assurda, è vero che il tecnico può non essere politico ma è vero anche che un politico che non conosce determinate dinamiche poi viene manipolato dalle persone intorno a lui. E per non esserlo occorre sapere. Ma questo in generale. La politica deve essere svecchiata ma non anagraficamente. Ci sono molti giovani che fanno la vecchia politica e questo è aberrante. Mi trovo a scontrarmi spesso con persone convinte che non si debba fare per passione ma per occupare una poltrona. La politica non è un lavoro ma un qualcosa che si deve fare per aiutare il nostro Paese”.

Tanto è vero che lei continua ad insegnare…

“Sì anche quando ero alla maggioranza”.

Di scuola ne sa molto, essendo docente. Qual è il punto fondamentale sul quale lavorare?

“Intanto far capire ai docenti che sono in graduatoria che fine faranno. C’è la questione supplenze, che sono di fatto una risorsa. Infine investire negli edifici. Di nuovi non se ne parla e i vecchi non hanno manutenzione. Per fare un esempio, nel nostro municipio abbiamo la scuola DoReMiDiverto andata  a fuoco e per la cui ricostruzione erano stati stanziati due milioni di euro. Oggi questi fondi sono stati bloccati e al posto dell’istituto lo spazio vorrebbe essere assegnato alla Caritas la quale possiede già uno stabile sul Lungomare Paolo Toscanelli. Abbiamo presentato una interrogazione al riguardo perché si tratta di una decisione presa in giunta dall’amministrazione che non è nemmeno passata in consiglio. Credo che una scelta del genere debba essere discussa non solo con i rappresentanti ma anche con le famiglie che si vedono tolta una risorsa. Allora anziché tagliare nella scuola bisogna investire”.

Non ci sono però i soldi per farlo. O sbaglio?

“Certo ed è qui che bisogna abbattere quelli che sono i costi della politica, e mi riferisco alle pensioni d’oro”.

Quindi? Come definisce questa politica?

“Posso usare solo un termine: becera”.

Cosa spera di poter portare alla scuola?

“Vorrei apportare un rinnovamento. La società è cambiata e quei progetti che una volta si facevano extra curriculari; sport; laboratori; volontariato; devono essere fatti all’interno dello stesso. Il modello inglese per esempio è sviluppato in questo modo. Per arrivare a quella che è la didattica inglese ci vorrà del tempo e mi auguro possa avvenire in un futuro non troppo lontano”.

Eleonora Caradonna