25° anniversario della Convenzione ONU sui Diritti dell’infanzia

20 novembre 2014 | 05:38
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25° anniversario della Convenzione ONU sui Diritti dell’infanzia

Raccomandazione europea: “Investire nell’infanzia per spezzare il circolo vizioso dello svantaggio sociale”

Il Faro on line – La Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia, il più importante documento internazionale sui diritti e le libertà dell’infanzia e dell’adolescenza, è al suo 25° anno. Eppure, nonostante l’impegno profuso dal nostro Paese, ancora molti sono i nodi critici da affrontare per rendere operativi nella vita quotidiana dei bambini quei diritti che la Convenzione ONU ha autorevolmente sancito. La sensibilità dimostrata per l’interesse superiore dei bambini, con la ratifica in 191 Paesi del mondo della Convenzione, non sembra essere stata seguita di pari passo da altrettanti segnali e assunzioni di responsabilità da parte dei Governi.
L’Italia ha ratificato 23 anni fa la Convenzione ONU, ma ancora oggi si stenta a rendere efficaci i principi giuridici innovativi in essa contenuti: molti articoli della Convenzione non sono nel nostro ordinamento direttamente applicativi e l’interesse pieno e superiore del bambino spesso resta una mera enunciazione di principio.

Infatti, il 7° Rapporto di aggiornamento sul monitoraggio della Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza in Italia 2013-2014, da parte del Gruppo CRC (Gruppo di lavoro per la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza), evidenzia come l’Italia non sia un “paese per bambini”.            
I problemi dell’adolescenza e dell’infanzia in Italia restano fortemente segnati da un contesto di difficoltà economica, di tagli significativi ai fondi dedicati, di povertà e di scarsità di servizi sociali ed educativi a supporto dei minori; facendo emergere la difficoltà cronica da parte delle istituzioni di “mettere a sistema” le politiche per l’infanzia e l’adolescenza nel nostro Paese. 

Molti, troppi sono i fatti che confermano le conclusioni del 7° rapporto CRC:
lo sfruttamento sessuale, la pedofilia, i maltrattamenti e gli abusi, gli effetti devastanti delle separazioni conflittuali, l’immigrazione clandestina e il dramma dei minori stranieri non accompagnati, le difficoltà nell’integrazione scolastica, il lavoro minorile, le discriminazioni sessuali, l’emarginazione praticata ai minori con disabilità, il bullismo e le nuove forme di violenze psicologiche legate ai nuovi media, sono alcuni dei fenomeni che ci danno la prova certa delle tante violazioni attuate ai danni dei più piccoli e dei più indifesi, tanto da far parlare, nei casi più gravi, di “infanzia negata”.
Sono questi fatti che ci mettono di fronte alla responsabilità che non è più sufficiente sancire formalmente i diritti dei bambini, occorre far sì che tali diritti trovino concreta attuazione con interventi mirati e che i temi dell’infanzia e dell’adolescenza vengano posti al centro dell’agenda politica, non solo internazionale e dei singoli Paesi ma, soprattutto, delle Amministrazioni Locali.

L’allarme contro “un paese che cambia in peggio” è stato lanciato da Terre des Hommes, in occasione della presentazione del dossier “InDifesa“. Negli ultimi 10 anni il numero dei minori che hanno subito abusi e maltrattamenti è cresciuto del 56% e, a fare le spese di questa spirale di violenza sono soprattutto le bambine, che sono il 61% delle vittime. 
Nello stesso periodo sono aumentati i minori maltrattati in famiglia, +87%; i bambini abbandonati, +94%; le violenze sessuali aggravate, +42%; inoltre, sono quadruplicate, +411%  le vittime di reati di pedopornografia e quasi triplicate, +285% quelle di detenzione di materiale pornografico.
La ricerca prodotta dal CISMAI e Terre des Hommes ci dice che sono quasi 100.000 i bambini vittime in Italia di maltrattamenti: 52,5% sono femmine; 52,7% trascuratezza materiale e/o affettiva; 16,6% violenza assistita; 12,8% maltrattamento psicologico; 6,7% abuso sessuale; 6,1% patologie delle cure; 4,8% maltrattamento fisico.
I numeri delle Forze dell’Ordine sono ovviamente la punta dell’iceberg. Aumentano di anno in anno e solo una corretta attività di prevenzione della violenza di genere, in famiglia e a scuola, può invertire la tendenza nei prossimi anni. 

Una politica per l’infanzia davvero lungimirante, efficace e con proposte concrete rappresenta l’unico percorso possibile per costruire un piano d’azione per migliorare la vita dei bambini e degli adolescenti, ed è una sfida che deve essere considerata prioritaria.  
Il cambiamento che va verso la piena attuazione della Convenzione ONU deve partire dalle Amministrazioni Locali, nel far propria la Raccomandazione europea: “Investire nell’infanzia per spezzare il circolo vizioso dello svantaggio sociale”, con una strategia basata su 3 pilastri collegati: 1. Le politiche per l’infanzia e l’educazione devono essere considerate come un presupposto allo sviluppo e alla crescita economica e sono una condizione indispensabile per garantire benessere, coesione, e sicurezza all’intera comunità. 2. I finanziamenti per le politiche per l’infanzia e l’adolescenza non devono essere considerate come “spesa sociale” a perdere, bensì come investimento, cioè “buona spesa” capace di generare risparmio e razionalizzazione della programmazione economica;
3. Le politiche per l’infanzia e l’adolescenza devono essere considerate e programmate come politiche universali, cioè pensate per tutti e non solo per “gruppi svantaggiati” e devono essere considerate ed elaborate come politiche integrate tra diversi interventi.

Il 2014 rappresenta, per l’Italia, il terzo anno consecutivo senza un Piano Nazionale Infanzia e, purtroppo, le cose non sono migliorate rispetto agli anni scorsi. L’Italia deve tornare ad essere un Paese che investe sull’infanzia e sui giovani, perché una politica davvero lungimirante ed efficace è una politica che investe sulla salute e sullo sviluppo cognitivo, emotivo e sociale  della popolazione più giovane.
Sono questi gli investimenti che garantiscono il più alto ritorno economico e lo sviluppo di una società che si reputa civile.

Vincenzo Taurino