La straordinaria esposizione del Cratere di Eufronio

14 dicembre 2014 | 00:19
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La straordinaria esposizione del Cratere di Eufronio

Dopo 43 anni, per una mostra temporanea verrá esposto nel Museo Archeologico Cerite

Il Faro on line – Dopo essere stato trafugato da scavatori clandestini nel 1971 dalla Necropoli Etrusca di Greppe Sant’Angelo, e dopo varie vicissitudini giudiziarie e negoziati internazionali, il 18 dicembre 2014, grazie alla stretta collaborazione del Comune di Cerveteri con il Ministero dei Beni e delle Attivitá Culturali e del Turismo, la Soprintendenza per l’Etruria Meridionale e la Regione Lazio, in occasione del Decimo Anniversario dall’iscrizione della Necropoli della Banditaccia nella World Heritage List, l’elenco dei Beni Mondiali dell’Umanità tutelati dall’UNESCO, il Cratere verrá esposto nel Museo Archeologico Cerite.

Il Cratere è un capolavoro della ceramica attica a figure rosse. Sul lato principale è raffigurata la morte di Sarpedone (o Sarpedonte), eroe figlio di Zeus e Laodamia che viene privato dagli Achei dell’armatura e sollevatodai gemelli Hypnos (Sonno) e Thanathos (Morte) che, su ordine di Zeus, dovranno condurlo nella terra dei Lici per seppellito, non prima che Apollo abbia provveduto a lavarlo nelle acque di un fiume, unto di ambrosia e rivestito di vesti divine. Alle spalle dei personaggicompare Hermes, nella sua funzione di conduttore delle anime, anziché Apollo come vuole la narrazione omerica.

Il Cratere rimarrá al Museo Cerite fino al 20 gennaio 2015 dove sará in compagnia di un altro capolavoro di Euphronios, la Kylix o Coppa, anch’essa tenuta lontana da Cerveteri per 50 anni.
La Kylix è un’opera che si trova nel Museo Cerite dall’8 maggio 2014, dapprima in maniera temporanea, e poi in pianta stabile. Dipinta con scene della Guerra di Troia a figure nere e rosse, e datata tra il 500 e il 490 a.C., la Kylix è un altro dei reperti improvvisamente apparsi Oltreoceano nei primi anni ’70, presso il Getty Museum di Malibù. Dopo indagini e lunghe trattative, nel 1999 il Getty è costretto a restituire l’opera all’Italia, consegnandola al Museo Etrusco di Villa Giulia, per poi tornare a Cerveteri.