L’ira di Iacoangeli: “O si discute, o ce ne andiamo a casa”

15 dicembre 2014 | 01:13
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L’ira di Iacoangeli: “O si discute, o ce ne andiamo a casa”

Sotto accusa la gestione non collegiale della cosa pubblica. Nel mirino anche i compensi dei dirigenti

Il Faro on line – Il consigliere Mauro Iacoangeli considerato una colomba tra i tanti falchi di questa maggioranza Di Fiori, è arrivato a contestare pesantemente il primo cittadino. “Da due anni – ha detto in una improvvisata conferenza stampa – da quando l’amministrazione Di Fiori è operativa chi comanda in comune sono i dirigenti pagati con lauti premi e stipendi faraonici,  oltre ai quarantamila euro di premio per obiettivi non proprio raggiunti. Non hanno nessun confronto con gli eletti politici e non danno giustificazione a nessuno del loro operato; ora è giunto il momento di dire basta e di limare sostanzialmente queste retribuzioni non giustificate come più volte richiesto in consiglio comunale.

“Con i dodicesimi di bilancio – ha proseguito Iacoangeli – sindaco e dirigenti, hanno amministrato per due anni questo comune a colpi di determine ed ordinanze,  scaricando sui consiglieri di maggioranza il loro operato.

Mentre tutto va a rotoli la cosa più significativa fatta è stata il far  riconoscere in ricognizione  milioni di euro di debito per opere e manutenzioni discutibilissime. Come consigliere di maggioranza non accetto più di partecipare a un’amministrazione che non lavori collegialmente neppure con suoi delegati di giunta ma decide solo ed in modo personalistico contando sul famoso detto latino “divite et impera”.

La collegialità – prosegue Iacoangeli – ritengo sia la risorsa in più che avrebbe fatto risolvere molti problemi ma i dirigenti da una parte il sindaco dall’altra vanno avanti per la loro strada disinteressandosi di tutti; ad Ardea non è più possibile fare nulla in quanto è stato addirittura  vietato l’utilizzo degli impianti sportivi e lo svolgimento da parte delle tante associazioni culturali alla crescita locale. Ora o si discute pubblicamente su che cosa si vuole fare, come e con quali mezzi oppure, sono il primo a chiedere che  torni la parola agli elettori”. 
Luigi Centore