Mafia Capitale a Ladispoli”? 

16 dicembre 2014 | 19:00
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Mafia Capitale a Ladispoli”? 

Pd: “No all’operazione sospetto. Restituiamo al mittente le insinuazioni del M5S”

Il Faro on line – “E se è vero che in gergo giornalistico certe sortite vengono definite marchette mediatiche è pur vero che  occorre replicare a scanso di equivoci. Ma andiamo con ordine, leggiamo: “Ci preoccupa molto che tra gli indagati nell’inchiesta Mafia Capitale, ci siano esponenti politici strettamente legali alla politica ladispolana”, che sarebbero l’eletto in Consiglio Regionale, Eugenio Patanè e l’eletto in Parlamento Marco Di Stefano in compagnia di Luca Gramazio sul quale non ci compete entrare nel merito.
Invece per quanto riguarda Patanè   replichiamo indignati all’operazione sospetto gettata su Federico Ascani, Giorgio Lauria, Andrea Zonetti, Roberto Ussia, Angelo Leccesi e Pietro Ascani solo perché rei di averlo appoggiato con un Comitato elettorale alla luce del sole nonché l’intero Circolo PD per averlo invitato alla Festa democratica di settembre in qualità di ospite ad un caffè letterario” – afferma il direttiovo del Pd in un comunicato.

“A parte il fatto che Eugenio Patanè ha tutto il diritto alla difesa e che quindi non è stata ancora detta l’ultima parola, con quale diritto i 5Stelle “in vista delle prossime elezioni”- si puntualizza nel comunicato – si  ergono a depositari unici e giudici insindacabili dell’onorabilità esortando i cittadini a fare “memoria di questi fatti”. Stesso discorso vale per la situazione di Marco Di Stefano e per i chiamati in causa dal Movimento di Beppe Grillo e cioè Marco Pierini e Nardino D’Alessio “facenti parte dell’Associazione Riformisti Moderati” sulla quale non ci risulta ci siano procedimenti in corso.  
Fin qui siamo appunto sulla falsariga strumentale della cultura del sospetto, per quanto concerne invece la maggioranza al governo di Ladispoli  l’accusa del M5S è precisa: “Da tempo denunciamo pratiche politiche che non ci piacciono, alleanze poco chiare tra l’attuale maggioranza del sindaco Paliotta e gli esponenti dell’opposizione Ruscito e Cagiola, una sudditanza della politica agli interessi privati dei soliti personaggi di potere i quali premono per spartirsi le poche risorse rimaste e proseguire la cementificazione del territorio.”

“Ricordiamo che la convergenza dei suddetti consiglieri, di opposizione,  è avvenuta sui punti del documento di programma 2014 con un documento presentato dal Sindaco in Consiglio comunale. Anche qui alla luce del sole. Due sono le cose: o si è in possesso di documentazione certa a supporto dell’accusa e quindi si procede, oppure è presunzione dei fatti al servizio di una  propaganda sterile e di basso profilo. Optiamo per la seconda ipotesi rammentando che, malgrado gli attacchi, le Giunte di progresso che  amministrano da quasi venti anni Ladispoli non hanno mai avuto pendenze con la Magistratura per fatti di malgoverno” si conclude nel comunicato stampa del PD di Ladispoli.