Primo focus-cultura domenicale: “Basta cambio vita mollo tutto e riparto da me”

1 febbraio 2015 | 00:15
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Primo focus-cultura domenicale: “Basta cambio vita mollo tutto e riparto da me”

Un appuntamento settimanale alla scoperta di libri, artisti, mostre, eventi e di tutto ciò che sa di… Cultura

Un trittico di consigli per la lettura, un piccolo percorso guidato alla scoperta delle opere recenti per chi vuole cambiare vita, mollare tutto o, più semplicemente, scalare marcia e godersi il panorama. Perché il viaggio non sta nei chilometri percorsi ma negli occhi di chi cammina. Anche nella vita!

Il Faro on line – Il volto alla Pierot, gli occhi da cane bastonato, le parole che escono lente e stanche: “Questa vita mi sta uccidendo, quanto vorrei mollare tutto!”. E’ la risposta più frequente alla domanda sul lavoro, la seconda del protocollo degli amici che non si vedono da un po’ (alla prima si risponde “A casa tutti bene, grazie). Sono circa le 19.00 al tavolo dell’aperitivo di un qualsiasi locale in una qualsiasi città italiana. Il tempo di superare la soglia del secondo bicchiere e le due chiacchiere sul lavoro si trasformano in un drammatico resoconto del calvario quotidiano fatto di tirannici capiufficio, colleghi sociopatici e ritmi inumani. Un pizzico di traffico, una spruzzata di “Non arrivo a fine mese” e l’aperitivo diventa amaro, molto amaro. Un quadro esagerato? Probabilmente si, ma neanche troppo. Conferma ne è il fiume di pubblicazioni sul tema “cambio di passo esistenziale” che recentemente ha inondato le librerie.

Tiriamo giù dallo scaffale quello di maggior successo, “Adesso basta” di Simone Perotti (Chiarelettere editore). Scritto in modo semplice e profondo parte da una piccola grande verità: lavorare per consumare non rende felici. Lo sappiamo tutti, ma come uscirne? Cambiare vita da soli sembra una scelta impossibile. Ma sembra, appunto.

Il downshifting (“scalare marcia, rallentare il ritmo”) è un fenomeno sociale che interessa milioni di persone nel mondo, complice anche la crisi. Il libro di Perotti, ricco di esempi e testimonianze, racconta una storia vera, quella dell’autore, che un giorno ha tirato il freno a mano ed è sceso dalla macchina. Nel racconto, Perotti mette tutto sul tavolo: i dubbi, i momenti di difficoltà, gli entusiasmi, le speranze e i sogni. Con un occhio al budget e l’altro alle insidie sociali e psicologiche, “Adesso Basta” è soprattutto una mappa per non sbagliare, per non dover tornare indietro una volta partiti. Lasciare il lavoro e cambiare vita è una scelta che può rivelarsi fatale, oppure costituire la realizzazione del sogno di una vita. Cambiare vita si può, basta capire in che modo, quando, con quali strumenti, quali realistiche possibilità di rivoluzionare tutto in modo positivo e senza trovarsi nei guai.

Altra sponda dell’Atlantico, altro autore che di cambiamenti se ne intende: Spencer Johnson contribuisce al dibattito con “Chi ha Spostato il Mio Formaggio? Cambiare se stessi in un mondo che cambia” (Sperling & Kupfer editore). Il libro, piccolo classico dei regali aziendali, contiene una semplice parabola che rivela una profonda verità sul cambiamento. Una storia divertente e istruttiva su quattro topolini che vivono in un “labirinto” e sono alla costante ricerca di un “formaggio” che li nutra e li faccia vivere felici.

Il formaggio è la metafora di quello che vorremmo avere dalla vita: un buon lavoro, un rapporto d’amore, soldi, salute, serenità d’animo. Il labirinto è il luogo in cui cerchiamo quello che desideriamo: l’ azienda in cui lavoriamo, la famiglia, la comunità in cui viviamo. I personaggi si trovano a fronteggiare dei cambiamenti inattesi ma il modo in cui li gestiranno porterà loro a subire meno stress e ad avere più successo nel lavoro e nella vita. Siete in un momento della vostra esistenza che prevede un cambiamento? Volete cambiare lavoro? Vi chiedete se ciò che avete sia proprio quello che volete? “Chi ha spostato il mio Formaggio?” non e’ un manuale di comportamento e neanche un pesante libro di psicologia. E’ un libretto che si legge in pochissimo tempo, una favola moderna che contiene concetti che dovremmo già aver presenti ma che non abbiamo la lucidità di considerare quando qualcuno o qualcosa sposta il nostro Formaggio.

Dopo due saggi, l’ultimo consiglio sui libri “cambia-vita” è “Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve” (ed. Bompiani) un romanzo divertente, un libro che quattro anni fa segnò il debutto per l’autore svedere Jonas Jonasson. Mutuando un espressione dal linguaggio cinematografico, l’opera di Jonasson, è un movimentato road-movie con protagonista Allan Karlsson, un arzillo vecchietto che nel giorno dei festeggiamenti per il suo compleanno a tre cifre decide, di punto in bianco, di darsela a gambe dalla casa di riposo in cui vive. Con le pantofole ai piedi scavalca la finestra e si dirige nell’unico luogo dove la megera direttrice dell’istituto non può riacciuffarlo, alla stazione degli autobus, per allontanarsi anche se non sa bene verso dove. Nell’attesa del primo pullman, Allan si imbatte in un ceffo strano, giovane, biondo e troppo fiducioso che l’attempato Allan non sia capace di colpi di testa. Il giovane affida per pochi minuti una valigia al rassicurante nonnetto: mai avrebbe pensato, il biondo, quanto gli sarebbe costata questa fiducia malriposta. La corriera per-non-si-sa-dove sta per partire, infatti. Allan non può perderla se vuole seminare la megera che ha già dato l’allarme, e così vi sale, naturalmente portando con sé quella grossa, misteriosa valigia. E non sa ancora che quel biondino scialbo è un feroce criminale pronto a tutto per riprendersi la sua valigia e fare fuori l’arzillo vecchietto. Un centenario capace di incarnare i sogni di ognuno, pronto a tutto per non lasciarsi scappare questo improvviso e pericoloso dono del destino. Un uomo che ha capito che la vita è un’avventura incredibile, piena di incontri strani, belli, importanti e di fatalità. Per tutto il tempo in cui la si vive, anche per cent’anni.

Damiano Vozzolo