Ostia, “Conoscere per non dimenticare”. Il convegno sulle Foibe 

17 febbraio 2015 | 13:45
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Ostia, “Conoscere per non dimenticare”. Il convegno sulle Foibe 

Organizzato da Forza Italia e da Fratelli d’Italia, ha visto la partecipazione di tutte le parti politiche e di chi ha direttamente vissuto la tragedia dell’esodo

Il Faro on line – Il convegno culturale del 16 febbraio ad Ostia Lido, è cominciato idealmente con il click dell’apertura di una porta. Quella del luogo particolare e doloroso del Magazzino 18 e la spiegazione del suo esistere da ormai 70 anni, la sentiamo da colui che ha realizzato il volume fotografico “Magazzino 18, Le Foto”, per il quale questo incontro è stato organizzato : “E’uno stabile all’interno del porto vecchio di Trieste, dove sono conservate le masserizie lasciate dai nostri connazionali, nel momento in cui hanno lasciato la loro terra. E’ una zona chiusa, una specie di dogana”. Arrivano dirette le parole di Jan Bernas, storico e giornalista, in collegamento via skype da Bruxelles, già autore del libro “Ci chiamavano fascisti, eravamo italiani”. Riecheggiano tuttavia, anche le sue emozioni, di fronte alle autorità e ai cittadini presenti : “Si ha la sensazione di entrare nell’intimità della vita di intere famiglie e di essere schiaffeggiati dalla storia. Vi sono centinaia di foto e oggetti, anche sparsi per terra”. Forse ancora pochi conoscono la storia dei nostri connazionali esuli dalla Dalmazia, da Fiume e dall’Istria dal 1947 fino alle metà degli anni ‘50. Molti invece, si sono prodigati, come oggi, tutta la vita per divulgarla. 

Lo sentiamo anche nel racconto di Carla Cace, giornalista, tra i protagonisti di questo incontro: “Sto portando avanti la battaglia civile, di trasformare il Magazzino 18 in un museo aperto, in modo che tutti gli italiani possano vedere ciò che ci ha ispirato. Ho fatto parlare le foto”. Esule di terza generazione, ha arricchito questa raccolta di immagini, inserendo al suo interno, dei messaggi scritti : “Queste foto parlano più di mille teste. Ho proposto a Jan Bernas di raccogliere questi scatti. Il mio compito è stato quello di farli parlare. Ho raccolto le testimonianze di molti esuli, tra i quali anche quella di Licia Corsetto, la sorella della martire Norma Corsetto”. Continua a spiegarci il significato del suo lavoro : “Tengo particolarmente a questo volume. Gli infoibati, sono quelli di qualunque estrazione politica, ceto sociale ed età. La discriminante unica ed esclusiva dell’infoibamento, perpetrata dai comunisti jugoslavi di Tito, era quella di essere italiani”. 

Ecco dunque l’avvenimento delle Foibe, dalle quali questo incontro, ha preso il titolo, “Foibe : storia, riflessioni, testimonianze per celebrare il giorno del ricordo”. Non è stata solo ricordata questa vicenda, necessariamente raccontata, ma anche l’esodo conseguente. 
Lo sentiamo raccontare da chi lo ha subito direttamente : “Siamo stati costretti a venire via. Da qui è cominciata la mia vita di profugo, con grandi sofferenze successive”. Gli occhi di Carlo Smareglia, parlano, come lo fa il suono commosso della sua voce : “Sono una persona addolorata che ha visto soffrire i propri genitori, soprattutto quando abbiamo lasciato quella terra. Ricordi terribili”. Carla Cace continua a fare chiarezza nella vicenda: “Non c’è una questione ideologica. La maggior parte degli infoibamenti avviene a guerra finita, si tratta di crimini contro l’umanità, non di guerra. Sono passati 70 anni, è il caso di andare oltre questi discorsi”.

Migliaia di italiani morirono, come ci racconta anche Lorenzo Salimbeni, Presidente del Comitato Scientifico  10 Febbraio: “La tragedia della seconda guerra mondiale e il caos dell’anarchia successiva all’8 settembre, hanno dato motivo alle truppe di Tito, di realizzare questo progetto ultranazionalista. Qui comincia l’ ondata delle foibe”. Sentiamo ancora Salimbeni: “Operavano i più accesi nazionalisti, rimasti delusi dalla mancata annessione alla Jugoslavia, dei territori della Gorizia, di Trieste e di Istria, dove vi era la presenza italiana nella popolazione”. Lo scopo della nascita del suo Comitato, sta nel divulgare questa tragedia storica. Ce lo spiega a nostra domanda: “E’ nato dieci anni fa, in seguito all’istituzione della Giornata del Ricordo, grazie alla legge 92 del 2004. Ci siamo dedicati alla progettazione europea. Il nostro scopo è quello di salvaguardare la cultura italiana in quelle terre”. 

Un dovere creare memoria. Ecco perché questo convegno culturale è stato organizzato e lo sentiamo dalle parole di chi lo ha realizzato: “Insieme a Salvatore Colloca del Gruppo di Fratelli d’Italia, abbiamo deciso di organizzare un evento che celebrasse il giorno del ricordo, il 10 febbraio”. In questo modo, esordisce il consigliere di Forza Italia, Mariacristina Masi, ad apertura dell’evento e il suo collega di Fratelli d’Italia, le fa da eco : “Vogliamo portare avanti questo messaggio, anche con la collaborazione del Presidente della Commissione Cultura del X Municipio, Ornella Bergamini, per entrare nelle scuole del territorio”. Continua il consigliere Masi:
“Ringrazio in particolar modo Carla Cace che è autrice del libro insieme a Jan Barnes. Ci ha aiutato ad organizzare questa giornata e ci ha portato le fotografie originali che vedete appese”. 
Tutte le parti politiche intervenute, sono rimaste concordi nel divulgare questo messaggio : “E’ stato un convegno molto positivo e partecipato. Ricorda un periodo molto brutto della nostra storia”.

In questo modo, ci spiega Giovanni Zannola, Presidente della Commissione Servizi Sociali, Sport e Pari Opportunità, del Partito Democratico e continua a raccontarci le sue impressioni : “E’ umanamente e personalmente insopportabile. Il presidente del consiglio municipale ha ribadito chiaramente che la tragedia della foibe è una piaga per il nostro paese”. 
Durante il convegno, il consigliere Colloca, ha ringraziato tutti gli intervenuti, sia lo stesso Zannola, insieme a Giuliana Di Pillo, del Movimento Cinque Stelle, tra gli altri, che lo stesso Cristiano Rasi di Forza Italia, insieme al Coordinamento locale del territorio. A margine dei lavori, il consigliere Masi ci ha indicato che sarebbe stata opportuna la presenza del Presidente del Municipio stesso, oppure anche quella dell’Assessore alla Cultura. 
Il dramma delle Foibe e dell’esodo, per sempre resterà nella storia del nostro Paese ed anche in quella del X Municipio, che ospita tra i suoi abitanti, coloro che lo hanno vissuto. 

Alessandra Giorgi