A Modena, la satira della cultura

23 febbraio 2015 | 12:00
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A Modena, la satira della cultura

Il Faro on line – Je suis Charlie è ancora davanti agli occhi di tutti, risuona in ogni coscienza, vive in qualsiasi persona convinta che la libertà di espressione sia il caposaldo di una civiltà democratica come quella a cui aspira la volontà moderna. E lo sanno bene gli organizzatori del Buk di Modena che, volendo sensibilizzare sull’accaduto il pubblico intervenuto e incentrando l’attenzione sulle vittime e su ciò che non dovrebbe mai più venirsi a presentare nel nostro secolo, hanno dedicato l’intera manifestazione del 2015 al giornale satirico protagonista della tremenda strage dello scorso gennaio. Con più di cento case editrici medie e piccole, contando su circa sessanta interventi tra giornalisti, vignettisti, comici e scrittori, il Buk ha aperto la stagione culturale italiana partendo dal punto fermo che la libertà d’espressione non deve o può essere messa in discussione. 

“Matite in Libertà”, rassegna in cui sono state commemorate le vittime della strage, è stato dunque il tema centrale dell’ottava edizione del festival della piccola editoria, contando su un flusso di gente non indifferente, specialmente nella giornata di domenica, complice anche la pioggia battente. Nelle quattro sale, denominate quest’anno “Cabu, Wolinski, Charb e Tignous” come i quattro vignettisti francesi rimasti vittime dell’attentato, si sono susseguiti incontri, dibattiti, presentazioni di libri e premiazioni. Ad aprire le danze l’attore e comico Enzo Braschi, seguito poi da persone illustri del mondo dell’editoria e della satira. Numerosi i vignettisti presenti alla rassegna, così come numerosi sono stati gli autori. Ma tema centrale del Buk è stata anche l’annosa questione della qualità, associata da sempre a nomi prezzolati e che invece vede sempre più riconosciuta la propria valenza tra le fila delle piccole e medie case editrici, temerarie e ben poco avvezze alla legge della commerciabilità. Come a sottolineare che il lettore medio non cede facilmente alla lusinga dei media, il Buk ha portato l’originalità e la voce ben ferma di piccole realtà che poi tanto piccole dimostrano ogni giorno di non essere. 

Il periodo non è certamente dei migliori, contando le statistiche italiane che vedono il piacere della lettura surclassato da tanti altri interessi, specialmente tra i giovani, eppure le piccole case editrici resistono pubblicando ciò che, in fondo, la società chiede senza rendersene conto. La novità. E se al cinema continuano a imperversare le Cinquanta Sfumature di  Grigio della James, al Buk hanno spopolato i libri di genere erotico e culinario, i romance a sfondo omosessule della Triskell edizioni (una tra le poche case editrici del panorama italiano, insieme alla DreamSpinner, a essersi occupata di questo genere che sta prendendo sempre più piede ingolosendo, ormai, anche editori più conosciuti a livello nazionale) i saggi e i fumetti. “Alle Cinquanta Sfumature della James noi rispondiamo con le Sessanta Sfumature di Gola” ha detto Massimo Casarini della Damster edizioni, una delle case editrici più attive a Modena e promulgatore dell’unico concorso italiano a titolo gratuito per autori, esordienti e non, di genere erotico, tanto a sottolineare che l’esterofilia non è comun denominatore della cultura attuale.

Ma l’affluenza all’ottava edizione del Buk è stata dovuta soprattutto ai numerosi appuntamenti in programma, come la presentazione di “Je suis Charlie. La satira riflette su se stessa (ma le viene da ridere)” edita da Sagoma editore e che riunisce testi inediti di autori quali Vinicio Capossela, Dario Vergassola e Sergio Staino. Altro appuntamento importante è stata la prima nazionale del romanzo “Nicolò Leon, il Generale Bambino” di Giovanni Gargano, i cui proventi andranno al reparto di Neonatologia degli ospedali di Modena e Reggio Emilia per donare latte materno. Innovazione, qualità e uno sguardo approfondito alla libertà, dunque, ciò che ha caratterizzato l’evento culturale apripista della stagione letteraria italiana, che ha visto una buona affluenza di lettori e che dimostra, ancora una volta, come il desiderio di elevarsi per elevare non sia soltanto un ideale ma un punto concreto del nostro paese. 
Federica D’Ascani