Progetto Samobis, i dubbi della fondazione Vassallo

25 febbraio 2015 | 13:00
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Progetto Samobis, i dubbi della fondazione Vassallo

La Fondazioe Vassalli: “Fare chiarezza sulla vicenda, le analisi denotino diverse fonti di inquinamento marino”

Il Faro online – “Che fine hanno fatto i risultati del progetto Samobis?”  È questa la domanda che si pongono i cittadini e le associazioni locali e che sono espressi in un comunicato della Fondazione Vassalli -. Era il 9 novembre 2013, quando presso il liceo scientifico Enrico Fermi, veniva presentato il progetto Samobis, interamente finanziato con fondi pubblici, che aveva come scopo lo studio delle condizioni delle acque del Golfo di Gaeta. 
A distanza di più di un anno però, i risultati sono avvolti dal mistero. È indubbio che i ricercatori abbiano svolto il loro lavoro con estrema professionalità, ma l’enfasi e la pubblicità con cui fu data notizia della ricerca, realizzata con il posizionamento di 60 boe alle cui estremità erano state collegate delle piccole scatole contenenti alghe capaci di catturare tutti gli inquinanti oggetto dello studio, non seguono i risultati”. 

Guardia Costiera, Arpa Lazio, Università, Mondo della Pesca Professionale, Provincia di Latina, tutti uniti per un solo obbiettivo, conoscere le condizioni delle acque del Golfo – conclude il comunicato -. A sollevare qualche legittimo dubbio su questo assordante silenzio sono soprattutto le persone che vivono sul mare. Il progetto Samobis costò 2milioni e 150mila euro. La Provincia, oltre a contribuire finanziariamente, con la somma di 750mila euro, mise a disposizione dell’equipe scientifica, le cartografie e le elaborazioni realizzate in esecuzione del progetto di monitoraggio delle acque costiere”. 

La Fondazione Angelo Vassallo chiede pertanto che venga fatta chiarezza su questa vicenda, perché il silenzio a volte lascia spazio a dubbi sempre più fondati, ossia che le analisi denotino diverse fonti di inquinamento marino.