CULTURA. Quando il giallo si fa scuro, molto scuro

1 marzo 2015 | 06:00
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CULTURA. Quando il giallo si fa scuro, molto scuro

Alla scoperta dell’hard boiled: viaggio nelle viscere del genere noir senza passare per Poirot e Maigret

Il Faro on line – C’era una volta, non molto tempo fa, una coppia di poliziotti belli, simpatici, giovani e intelligenti. Erano ligi al dovere, integerrimi e devoti a quell’uniforme che non indossavano mai ma che gli aderiva dentro, sotto la pelle, tra il cuore e l’anima. Si chiamavano Starsky e Hutch e sfrecciavano per le vie di Los Angeles a bordo di una Ford Gran Torino del ’72 che è diventata leggenda. Con loro in giro filava sempre tutto liscio. Erano tutto ciò di cui l’America aveva bisogno di credere in quel periodo e, ovviamente, ciò che l’industria dello spettacolo aveva subito offerto.  Con loro sugli schermi si respirava aria di onestà e sicurezza anche nelle strade reali. Ma la favola dei due irreprensibili paladini della giustizia affonda le radici in ben altri terreni, Stursky e Hutch sono i fiori nati da un concime molto meno televisivo e “politically correct”. I due agenti altro non sono che i nipotini televisivi di importanti e celebri scrittori del passato, quelli cioè che hanno dato vita e lustro al sottogenere letterario del giallo conosciuto come hard boiled

L’esspressione hard boiled nasce da un’espressione colloquiale: per un uovo, essere hard boiled equivale ad essere sodo, duro. Allo stesso modo, il classico detective hard boiled ha un atteggiamento da duro, impudente e  irriverente. Non si limita a risolvere i casi, come fanno i suoi colleghi dei gialli  più tradizionali ma affronta il pericolo e rimane coinvolto in scontri violenti. Questo anti-eroe metropolitano è un ex poliziotto, a volte in pensione ma più spesso rimosso dal corpo. E’ un tipo all’apparenza poco raccomandabile, sempre sgualcito e stropicciato come il tenente Colombo: barba di tre giorni, sigaro spento incollato alla bocca, una pistola pronta e una bionda di cui al mattino non ricorda il nome. Di notte bazzica i bassifondi delle città, i locali più malfamati alla ricerca di informazioni o, più spesso, per pruriti personali. L’hard boiled, insomma, è un sottogenere di nicchia, che amplia i confini del noir e del giallo tradizionale, quello alla Agatha Christie per intenderci e lo porta verso situazioni più crude, più reali e quindi anche più violente.

Tra i padri nobili di questo filone letterario vi è certamente lo scrittore americano Raymond Chandler nato a Chicago, nel 1888. Pubblicò il suo primo il suo primo romanzo, “Il grande sonno”, a 51 anni e in tutto scrisse nove romanzi, e moltissime  sceneggiature per Hollywood, tra cui le più importanti  “La fiamma del peccato”  e  “L’altro uomo” (quest’ultima per  Alfred Hitchcock nel 1951). Nel suo saggio intitolato “La semplice arte del delitto”, scritto nel 1944, Chandler si dimostra molto critico nei confronti del giallo “classico” degli anni venti e trenta (e naturalmente i suoi prodotti tardivi).  Stessa avversione nutriva per i romanzi di grande successo popolare, come quelli di Doroty  Sayers e Agatha  Christie per la loro mancanza di realismo. Egli si volle  distinguere da loro non solo per la trama dei suoi romanzi e racconti, ma anche per lo stile originale e accurato. Il personaggio di gran lunga più famoso uscito dalla penna di Chandler  è l’investigatore Philip Marlowe. Un archetipo: duro ma onesto, riflessivo e tormentato, portato sullo schermo dall’indimenticabile interpretazione di Humphrey Bogart. Summa dello stile di Chandler è “Il lungo addio” pubblicato in Italia da Feltrinelli, in cui tra intrighi, delitti e fiumi di alcol e disperazione viene celebrata l’amicizia virile, un po’ ruvida ma profonda e sincera.

Secondo padre fondatore del genere hard boiled, addirittura colui al quale lo stesso Chandler si ispirava e che ammirava moltissimo, è Dashiell Hammett nato nel 1894 in Maryland. La vita di Dashiell Hammett fu a dir poco avventurosa e romanzesca non fosse altro per il fatto che prese parte ad entrambe le Guerre mondiali. Nel 1923 scrisse il primo racconto con il celebre personaggio Continental Op, che comparirà in 28 racconti e 2 romanzi. L’autore lo descrive come un cinquantenne sovrappeso e di bassa statura, dall’atteggiamento cinico ed indifferente ma estremamente efficace nel risolvere ogni genere di caso. Uno di quelli che va poco per il sottile, conosce la legge ma anche  tutti i modi per aggirarla legalmente. Nel libro pubblicato in Italia da Mondadori, intitolato proprio “Continental Op”  troviamo il detective  protagonista di sette storie ambientate negli Usa tra gli anni Venti e Trenta e ispirate a fatti reali nei quali l’autore si è imbattuto  lavorando per un’agenzia investigativa. In “Continental Op” si trova l’intero spettro del crimine: intrighi,rapine, omicidi ma soprattutto l’immancabile figura di una affascinante dark lady, tanto conturbante quanto pericolosa, che cerca con ogni mezzo di sedurre l’incorruttibile Op.

Conclude la carrellata di scrittori considerati i padri dell’ hard boiled, Frank Morrison Spillane, conosciuto con lo pseudonimo di Mickey Spillane nato a New York nel  1918. Spillane, che fu anche fumettista e sceneggiatore, si vantava di essere l’autore più tradotto al mondo dopo Lenin, Tolstoj, Gor’kij e Verne (con la differenza “che loro erano morti”), e di “non avere ammiratori ma solo clienti”. Non fece della sua arte un titolo di merito ma ammise sempre di scrivere unicamente per guadagnare denaro. Nella sua vita ebbe sempre una forte avversione al comunismo e, negli anni cinquanta, non nascose la sua adesione all’operato del senatore Joseph McCarthy. Prima che il successo gli arridesse, Spillane collaborò con l’FBI in pericolose operazioni antidroga che gli costarono anche gravi ferite. Il suo personaggio più conosciuto, protagonista di molte avventure seriali, è l’investigatore privato Mike Hammer, caratterizzato da un’indole maschilista e violenta. Per gli appassionati del genere, Di Mickey Spillane è imperdibile il volume “Tre romanzi di Mike Hammer ripubblicato in Italia nella collana Lit che raccoglie le opere “Una ragazza e una pistola“, “La vendetta è mia” e  “Ti ucciderò”.

Damiano Vozzolo