26 marzo 1848, se la libertà passa dalla stampa…

26 marzo 2015 | 09:35
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26 marzo 1848, se la libertà passa dalla stampa…

Ricordiamo l’emanazione dell’ Editto di stampa che ne sancì la libertà

Il Faro on line –  “La Stampa sarà libera, ma una legge ne reprime gli abusi. Tuttavia le bibbie, i catechismi, i libri liturgici e di preghiere non potranno essere stampati senza il preventivo permesso del Vescovo”. così si legge dallo Statuto albertino del Regno d’Italia, già in vigore nel Regno di Sardegna dal 4 marzo 1848. La “legge che reprime gli abusi” invocata dallo Statuto fu emanata il 26 marzo dello stesso anno ed è conosciuta come “Editto Albertino sulla stampa”.

È il preambolo dell’Editto a consacrare in Italia il principio della libertà di stampa: “Necessaria guarentigia delle istituzioni d’ogni ben ordinato Governo rappresentativo, non meno che precipuo istromento d’ogni estesa comunicazione d’utili pensieri”, ammonendo tuttavia che “l’uso della libertà cessa dall’essere propizio allorché degenera in licenza, […] così la correzione degli eccessi debbe essere diretta e praticata in guisa che si abbia sempre per tutela ragionata del bene, non mai per restrizione arbitraria”.

L’Editto sulla stampa rappresenta il passaggio da una legge fondata sul principio della censura preventiva (le Lettere Patenti), ad una invece che proclama libera la stampa (l’Editto, appunto), basata sulla repressione dei reati. L’Editto consta di 91 articoli, “contiene disposizioni per la stampa comune, per quella periodica e per le altre pubblicazioni di qualsiasi sorta (disegni, incisioni, litografie ed emblemi)”. La legge contiene molti elementi innovativi, quelli più caratterizzanti sono i seguenti: la dichiarazione (non più l’autorizzazione) preventiva alla Segreteria di Stato per gli Affari Interni; la nomina del gerente responsabile, “inteso quale organo interposto fra la stampa e i pubblici poteri sia agli effetti del controllo sulla stampa sia agli effetti della responsabilità”; ed infine la consegna della prima copia firmata dal gerente alle autorità competenti. Nel panorama legislativo europeo si distingue come una delle più liberali, almeno sulla carta. Scontò però la debolezza intrinseca della flessibilità dell’intero Statuto.

Oggi, nel mondo ipermedializzato in cui viviamo, dove dopo l’avvento di internet servono pochi passaggi da un computer o uno smartphone per informare e informarsi, forse diamo troppo per scontato il nesso tra libertà e stampa, e tra questa e la democrazia, non riflettendo abbastanza su quanto in fondo sia recente questa conquista e quanto il nostro impegno personale e responsabile sia chiamato a fondarlo giorno dopo giorno. Ne va della nostra libertà.

Daniele Taurino