Piano Strategico, il Pd chiede alla Regione un emendamento che preservi il Pit

28 marzo 2015 | 06:00
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Piano Strategico, il Pd chiede alla Regione un emendamento che preservi il Pit

Gnazi – Zonetti (Pd): “Giù le mani dal nostro pronto soccorso”

Il Faro on line – “La Direzione dell’Asl RmF sta trasformando il Posto di primo intervento di Ladispoli in una Casa della Salute, quindi in qualcosa di diverso e molto lontano da un pronto soccorso – dichiarano in una nota i Segretari dei Circoli Pd di Cerveteri e Ladispoli, Alessandro Gnazi ed Andrea Zonetti -. I Sindaci di Cerveteri e Ladispoli sono al corrente di questo rischio imminente”.
“Pascucci non risulta abbia mosso un dito, mentre Paliotta è intervenuto con una lettera ufficiale per chiedere garanzie sul mantenimento del Pit – continuano Gnazi – Zonetti -. Ma l’unica risposta che ha ottenuto è una rassicurazione verbale da parte del Direttore generale dell’Asl RmF, per altro ribadita anche nella Commissione Salute della Regione Lazio. Possiamo quindi dirci soddisfatti? Assolutamente no. Le rassicurazioni verbali non bastano”.

“Ecco cosa prevede il Piano Strategico 2014-2016, l’attuale struttura del Pit (di Ladispoli) andrà incontro a diversi cambiamenti che determineranno la sua trasformazione in Casa della Salute – spiegano i Segretari Pd -. All’interno della nuova struttura, il Punto di primo intervento sarà solo un modulo aggiuntivo e la sua istituzione futura non è scontata, ma solo eventuale. Questo è quanto scritto e deliberato e non è accettabile. La Casa della Salute è una novità ideata per decongestionare i Pronto Soccorso dei grandi ospedali. Il suo scopo è quello di occuparsi sul territorio di pazienti con malattie croniche quali il diabete, malattie cardiovascolari, respiratorie o oncologiche, evitando che vadano ad occupare posti letto nei Pronto Soccorso più grandi”.

“La Casa della Salute quindi non si occupa, né può occuparsi, di emergenze o urgenze, e si avvale per le sue funzioni di medici generici, guardie mediche e del supporto di specialisti vari, ma non di medici ospedalieri preparati per ogni tipo di situazione – affermano Gnazi – Zonetti -. In buona sostanza, il rischio che corre il nostro territorio (circa 70 mila persone che raddoppiano nella stagione estiva) è quello di avere 3 o 4 posti letto per alcuni malati cronici, ma senza il fondamentale è imprescindibile servizio di primo intervento”.

“Quindi per poter affrontare e stabilizzare situazioni di urgenza o emergenze legate a traumi, ferite, ischemie, infarti, crisi allergiche, shock anafilattici, crisi ipertensive, patologie urologiche e addominali, ecc. ecc. bisognerà correre verso i Pronto Soccorso di Bracciano, Civitavecchia o Roma. Ma nelle situazioni in cui il fattore tempo fa la differenza fra la vita e la morte, quelle distanze rischiano di diventare incolmabili – aggiungono i Segretari Pd -. Per avere un’idea più precisa di cosa stiamo parlando (e di quanto ci riguarda da vicino), basti pensare che il Pit di Ladispoli evade circa 13mila interventi all’anno, di cui circa 650 codici gialli e circa 60 rossi (ossia i casi più gravi e quelli in cui c’è il rischio di vita)”.

“Per questo il Pit di Ladispoli non deve essere toccato. Anzi, va tutelato, potenziato nelle funzioni, nelle attrezzature, e garantito nel personale medico ospedaliero ad esso dedicato (invece di metterne in difficoltà l’organico con improvvise e discutibili modifiche, e poi con rimpiazzi non allo stesso livello)”, continuano Gnazi – Zonetti. I Circoli Pd di Cerveteri e di Ladispoli chiedono pertanto di ripristinare il personale medico ospedaliero che era già impiegato nel Pit; chiedono inoltre alla Regione Lazio di approvare un emendamento al Piano Strategico che preservi il Pit di Ladispoli, scongiurando qualsiasi sua trasformazione, che lo mantenga indipendente e autonomo dalla Casa della Salute.

“Perché creare una Casa della Salute va benissimo, ma nessuno deve toccare il nostro Pronto Soccorso – concludono Gnazi – Zonetti -. Abbiamo notato che il cartello del Triage (il codice colore che definisce le gravità dei casi e le priorità di accesso) non è più esposto nella sala d’attesa del Pit di Ladispoli. Non volendo credere che sia un altro indizio dello smantellamento del posto di primo intervento, pensiamo che sia stato solo smarrito. Quindi, certi di fare cosa gradita, ne regaliamo uno nuovo”.