Sanità: Soluzioni per il posto di primo intervento

30 marzo 2015 | 06:00
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Sanità: Soluzioni per il posto di primo intervento

Segreterie Pd: “Richiesta di emendamento al Piano Strategico 2014-2016 per il mantenimento, il potenziamento e l’autonomia della salute dei residenti”

Il Faro on line – Il Segretario del Pd di Cerveteri Il Segretario del Pd di Ladispoli affermano: “Il Piano Strategico Aziendale della Asl Roma F, approvato con deliberazione n. 209 del 26/02/2015, riporta testualmente quanto segue: “É stata prevista e programmata l’istituzione della casa della salute presso il Pit di Ladispoli – Distretto F2, in un’area che non dispone di un presidio ospedaliero aziendale di riferimento. In quanto struttura polivalente orientata, soprattutto, alla gestione delle patologie croniche quali Bpco, Diabete, Scompenso cardiaco, attraverso specifici percorsi diagnostico terapeutici assistenziali, la CdS sarà in grado di erogare l’insieme delle cure primarie e di garantire la continuità assistenziale.

“L’attuale struttura del Pit andrà incontro a diversi cambiamenti che determineranno la sua trasformazione in casa della salute – prosegue la nota – Tale trasformazione comporterà un ammodernamento strutturale e funzionale del presidio stesso con investimenti volti a completare e migliorare i servizi connessi con le cure primarie”. Inoltre, il Piano operativo per l’attivazione della CdS Ladispoli Cerveteri definisce il punto di primo intervento come modulo funzionale aggiuntivo e la sua attivazione come eventuale. Queste decisioni rischiano di creare un gravissimo disagio nel territorio del distretto 2 dell’Asl Rm F, che comprende i comuni di Cerveteri e Ladispoli e una popolazione di quasi 80 mila abitanti. Popolazione che raddoppia nei mesi estivi con aumento esponenziale delle criticità. La trasformazione deliberata dall’Azienda comporterà la conseguente modifica delle prestazioni erogate”.

Il Pitdi Ladispoli, oggi, è in grado di affrontare e stabilizzare situazioni di urgenza ed emergenza legate a traumi, ferite, ischemie, infarti, crisi allergiche, shock anafilattici, crisi ipertensive, patologie urologiche e addominali, e così via, secondo le priorità definite attraverso i codici colore del triage. La Casa della salute, invece, si occuperà solo della gestione delle patologie croniche quali Bpco, Diabete, Scompenso cardiaco. Questo comporta un sostanziale ridimensionamento delle prestazioni erogate agli abitanti del distretto, che per urgenze ed emergenze saranno costretti a recarsi in altri Posti di primo intervento o Pronto Soccorso ospedalieri molto più lontani.

“L’importanza del Pit di Ladispoli è ben rappresentato dal numero delle prestazioni erogate nell’ultimo anno – affermano i segretari – Un totale di quasi 13.000 interventi così suddivisi: 75 codici rossi (0,6%), 608 codici gialli (4,7%), 10.350 codici verdi (80,4%) e 1.842 codici bianchi (14,3%). Da notare che la media degli interventi in codice rosso di una struttura ospedaliera laziale è di 1,6%. Quindi i 75 interventi del Presidio integrato territoriale rappresentano una cifra considerevole. Importanti sono anche i seguenti dati per intuire la diversità delle prestazioni erogate: 1.867 medicazioni su prima ferita (14,5%); 1.187 sutura ferita (9,2%); 1.883 tracciati elettrocardiografici (14,6%); 1.070 fleboclisi (8,3%).Gli interventi sono attualmente garantiti da personale medico ospedaliero qualificato, mentre l’assistenza primaria nella CDS, finalizzata alla gestione delle cronicità, sarà fornita da medici di medicina generale (MMG) o della Continuità Assistenziale (ex guardia medica). Una differenza sostanziale: trasformare il PIT in CDS significa che non saranno più erogate prestazioni di livello tipiche di un Posto di primo intervento”.

“Oltre a rappresentare un pregiudizio inaccettabile per gli abitanti del Distretto 2, appare difficile immaginare come questo cambiamento possa soddisfare l’obiettivo del Piano di decongestionare i Pronto Soccorso ospedalieri – si informanella nota – Al contrario, tale obiettivo sarebbe più concretamente raggiunto rafforzando le capacità di intervento del Pit di Ladispoli, attraverso maggiori dotazioni strumentali nonché garantendo la presenza di medici ospedalieri specializzati e con esperienza di Primo intervento. In questo modo infatti, sarà possibile offrire trattamenti precoci, tempestivi e mirati, in grado di modificare sensibilmente l’esito dell’intervento terapeutico posto in essere sui pazienti, fornendo soluzioni risolutive, evitando il processo migratorio dei pazienti da una struttura all’altra e soddisfacendo al tempo stesso quei criteri espressi in maniera molto chiara dal Ministro della Sanità Beatrice Lorenzin, circa la necessità di impiegare figure professionali preparate con comprovata esperienza in quei settori e nelle zone di criticità considerate strategiche dal punto di vista territoriale”.

“Il Pit di Ladispoli risulta rispondere a tali requisiti proprio dall’analisi della stessa Asl Rm F- ricordano i segretari – in suo recente atto aziendale (delibera n. 280 del 11/3/2015).Ulteriore considerazione, ancora in rapporto all’obiettivo di decongestionamento degli ospedali, meritano i dati relativi agli esiti delle 13.000 prestazioni erogate dal PIT di Ladispoli: 7.713 (59,9%) a domicilio; 4.348 (33,8%) ad altro istituto con mezzi propri; 583 (4,5%) trasferiti; 231 (1,8%) altri (non risponde a chiamata o allontanamento prima della visita). Questi numeri dimostrano, anche al netto dei circa 1.800 codici bianchi, che circa 5.000 pazienti sono andati in altri istituti dopo essere stati stabilizzati (quindi facilitando gli interventi successivi), e soprattutto che altri 6.000 pazienti sono stati invece trattati interamente dal Pit di Ladispoli e quindi dimessi senza andare a congestionare altre strutture ospedaliere”.

“Non ultimo, occorre ricordare che il Pit di Ladispoli è di supporto anche ad una pista di elisoccorso, recentemente ristrutturata e fondamentale per la stabilizzazione di pazienti critici, anche in considerazione che il 118 locale opera con un solo mezzo su Ladispoli e Cerveteri, con assistenza medica a bordo solo in orario diurno. Pertanto, solo mantenendo la piena operatività del PIT si può pensare di non abbassare il livello di assistenza per la popolazione.Si ritiene infine opportuno sottolineare quanto riportato nell’Atto Aziendale approvato con la citata deliberazione n. 209/2015, l’Azienda riconosce la centralità del cittadino, in quanto titolare del diritto alla salute, e ne incentiva la partecipazione alla definizione delle politiche di offerta e alla organizzazione dei servizi”.

“La centralità delle persone e dei loro bisogni costituiscono il riferimento per articolare le funzioni gestionali in stretta relazione ai processi assistenziali e per sviluppare la multidisciplinarietà dell’assistenza, tutelando in pari misura la ricerca della qualità percepita, della qualità tecnica e della qualità organizzativa, minimizzando i rischi clinici individuali e collettivi”. Ebbene, sono esattamente questi i principi che si chiede di applicare, mantenendo il Pit nella sua piena efficienza e investendo per migliorare ulteriormente i suoi servizi.Per tutto quanto premesso”.

Si chiede – conclude la nota – : a)Che il Posto di Primo Intervento di Ladispoli non venga trasformato in casa della salute di Ladispoli e Cerveteri, così come dichiarato nell’atto di intesa della regione con la Asl Rm F ed in fase di definizione per il correlato Piano attuativo;b)Che il Pit di Ladispoli sia dichiarato autonomo, eventualmente con dipendenza distrettuale, nonché in grado di rimanere operativo 7/7 gg in H 24, e che vengano quindi modificati tutti gli atti in cui invece viene definito quale mero elemento aggiuntivo ed eventuale alla Cds;
c)Che il Pit di Ladispoli sia potenziato e quindi dotato di ulteriori attrezzature e mezzi diagnostici (anche eventualmente messi a disposizione dalla stessa Cds al fine di fornire un servizio di Primo Intervento sempre più qualificato;d)Che siano mantenuti, nelle caratteristiche del personale impiegato, le idoneità ed i servizi fin qui garantiti, senza alcuna diminutio, ma anzi con previsione di sostanziali adeguamenti nei periodi estivi quando la popolazione e le criticità raddoppiano, nel rispetto della promozione e tutela della salute, sia individuale che collettiva della popolazione residente.”