Russo D’Auria: “Il rogo dell’aeroporto lo stanno già pagando i cittadini di Fiumicino”

11 maggio 2015 | 06:00
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Russo D’Auria: “Il rogo dell’aeroporto lo stanno già pagando i cittadini di Fiumicino”

Il leader di Gil: “E’ ora che chi ha delle competenze paghi: in primis i responsabili della sicurezza, e poi chi li ha scelti”

Il Faro on line – “Dovremo spendere tanti soldi che non rientreranno per molto tempo, e capita in un momento in cui non ce lo possiamo permettere! La questione del rogo all’aeroporto si può purtroppo riassumere tutta in questa frase”. A parlare è Mario Russo D’Auria, leader di Gil (Gruppo indipendente libero per Fiumicino).

“E’ un’analisi spiccola ma purtroppo l’unica reale, che va molto più in profondità di tanti paroloni che ho sentito pronunciare in questi giorni. Ma non basta – prosegue Russo D’Auria – fermarci a leccare le ferite. C’è chi è è deputato alla sicurezza per conto dello Stato, chi per Aeroporti di Roma e chi per questa Amministrazione comunale; non possiamo far finta che non sia accaduto nulla, e ognuno dovrà prendersi le proprie responsabilità. Chi ha sbagliato deve pagare, perché il primo conto, quello più salato, lo stanno portando ai cittadini di Fiumicino”.

“Non conosciamo ancora con certezza le cause del disatro – prosegue Russo D’Auria -, ma sappiamo bene gli effetti. Noi cittadini siamo comunque quelli che   i disagi: in termini ambientali, in termini di traffico, in termini di qualità della vita, in termini di ccupazione. Ecco perché i responsabili vanno preso tutti, uno per uno, e dobbiamo chiedergli conto di ciò che hanno fatto fino a oggi”.

“Non possiamo lasciar passare la cosa – conclude D’Auria – solo perché siamo stati fortunati che è accaduto tutto a mezzanotte.  Se fosse accaduto in pieno Giubileo e a mezzogiorno? Cosa avremmo raccontato, una carneficina? 

Dunque – conclude – chi risponde di ciò che è successo? Chi ha scelto chi deve controllare? A queste domande vorremmo risposte, e poi saputi i nomi, gli chiederemmo di farsi da parte. Fiumicino non può sperare di dover continuare a vivere di speranze”.

Marco Simeone