Lettera aperta da Fiumara Grande: “Ho il cuore a pezzi. Quante bugie…”

2 luglio 2015 | 10:50
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Lettera aperta da Fiumara Grande: “Ho il cuore a pezzi. Quante bugie…”

“Sono stata umiliata, derisa, presa in giro da questa Amministrazione. Ridevano, bisbigliavano tra di loro, sguardi e poi smorfiette, ci guardavano con disprezzo chi cercava di parlare di noi”

Il Faro on line – Riceviamo e pubblichiamo un’accorata lettera di una residente di Passo della Senrtinella. La missiva è firmata, ma ha chiesto l’anonimato non tanto per tutelare la propria figura in un momento così difficile nel quale si decideranno le eventuali prioprità di sgombero, ma soprattutto perché vuole testimoniare il fatto che non è una posizione personale ma di una comunità.

Le scrivo questa lettera con il cuore a pezzi. Quanti comunicati ho letto in merito al Consiglio Comunale tenutesi ieri 30 giugno 2015 ore 15, quante parole di vicinanza verso l’Amministrazione, quante bugie verso i Cittadini Onesti residenti del Borgo Fiumara Grande. Sono stata umiliata, derisa, presa in giro da questa Amministrazione; mentre si discuteva di un problema fortemente importante per i Cittadini, chi era seduto nelle poltrone – da noi pagati – mandava messaggi. Ridevano, bisbigliavano tra di loro, sguardi e poi smorfiette, ci guardavano con disprezzo chi cercava di parlare di noi e far capire il problema Sociale.

Il Presidente del Consiglio ha detto che gli sarebbe molto dispiaciuto farci uscire o sospendere la seduta. “Mi spiace, sapete che non mi piace”, è stato detto. Sembrava di stare in classe. Fate i bravi bambini o vi butto fuori, se parlavamo ci avrebbero buttato fuori, se contestavamo una parola detta non veritiera dall’onnipotente (primo cittadino)  saremmo stati buttati fuori; siamo stati costretti a stare seduti e sentirci dire Abusivi, non avete servizi…  Quante falsità, quante bugie, tutto falso!

Erano presenti donne di 80 anni con le lacrime agli occhi, le ho viste piangere come bambine, in silenzio senza dire una parola; uomini  e donne dell’età di mio padre, di mia madre con lo sguardo nel vuoto… Chissà quante cose gli frullano nella mente,  forse i ricordi della moglie, forse il ricordo del marito che oggi non c’è più, forse i figli che oggi non sono più vicino a loro non potendoli più abbracciare ma che in quei giardini giocavano con le macchinine… portati via da un evento improvviso.

Le parole sono la più potente droga usata dall’uomo, le parole hanno il potere di distruggere e di creare. Quando le parole sono sincere, dettate dal buon senso ed etica, possono cambiare gli eventi e trasformarli in tante situazioni positive, senza arroganza e presunzione. Le parole feriscono più di ogni altra cosa, massacrandoti dentro, svuotandoti, portandoti via tutta la bontà per trasformarla in rabbia, scatenarla…  

Puoi imparare a controllare le tue emozioni  ma non significa ignorarle, significa riconoscere e agire razionalmente, senza farsi prendere dalla confusione o dal panico, dalla rabbia, concentrandoti per assumere il controllo; ma quando ti senti dire delocalizzazione e demolire la tua casa non è facile.

Non auguro a nessuno quello che sta capitando a noi: un bel giorno ti ritrovi che c’è qualcuno a decidere della tua abitazione, e una giunta composta da uomini e donne per noi senza etica, senza buon senso, senza un minimo di coscienza.

Mi domando ma quelli che hanno votato e poi deridono si sentono portavoce dei cittadini onesti? Oppure bisogna votare a favore, non possono astenersi perché sennò la giunta  mi rimprovererà… meglio evitare, meglio votare sì sennò non prendo più lo stipendio da Assessore, Consigliere, Portavoce, ecc.?

Chissà quante domande senza risposte sono state date e mai ricevute  dai cittadini di Fiumara Grande ma una è certa: questa Amministrazione vuole darci le case Ater o Cassa Depositi  e Prestiti dopo l’approvazione  votata in favore della delocalizzazione. Mi domando infine, visualizzando un Comunicato dove si dice aperti al dialogo: perché chiedono  un dialogo quando prima del Consiglio non è stato dato?

La ringrazio direttore per lo spazio che vorrà accordarmi, nella speranza che questa mia riflessione venga resa pubblica”. 

Una cittadina di Fiumara Grande