Grasso: “Ad oggi rimane da eseguire solo la rimozione di alcuni rifiuti non contenenti amianto e di frammenti dispersi di Mca”
Il Faro on line – “Il procedimento di ripristino ambientale dell’area ex stabilimento S.p.c.n. a borgata Aurelia, acquistata dall’Autorità Portuale nel 2002, e’ stato avviato nel 2012 e completato per circa il 90% delle attivita’ previste e concordate dall’ente con la Asl Rm F.
Ad oggi, al momento in cui e’ intervenuto il sequestro da parte della Guardia di Finanza, per il completamento della riqualificazione ambientale, secondo il piano concordato con la Asl ed i rapporti delle attivita’ eseguite dalla Seport, rimane da eseguire soltanto la rimozione di alcuni rifiuti non contenenti amianto e la rimozione di frammenti dispersi di Mca (materiali contenenti amianto), prevista in sede di realizzazione dei diversi piani quotati interni all’area in oggetto, necessari a definire i livellamenti dei 14 ettari di terreno per i suoi futuri utilizzi” – rende noto in una nota Massimiliano Grasso, responsabile relazioni esterne, comunicazione e ufficio stampa dell’Autorità Portuale Civitavecchia-Fiumicino-Gaeta Porti di Roma e del Lazio.
“E’ bene – prosegue Grasso – specificare che si tratta di piccoli frammenti dispersi tra l’erba o il terreno, non fratturati e di matrice non friabile, quindi non pericolosi per la salute. L’intervento, nel suo complesso, ha finora comportato una spesa di circa 470.000 euro, per rimuovere rifiuti e materiali in parte pre-esistenti all’acquisto dei terreni ed in parte prodotti o abbandonati abusivamente da soggetti che nulla hanno a che fare con l’ente e la sua attività. Sono stati rimossi i tetti dei capannoni industriali presenti all’epoca dell’acquisto, insieme a diversi chilogrammi di Mca abbandonati da ignoti all’interno dell’area e sono state smaltite circa 576 tonnellate di rifiuti non contenenti amianto, derivanti in larga parte probabilmente da attività di verniciatura e sabbiatura che sarebbero state svolte senza regolare autorizzazione dell’ente negli anni successivi all’acquisto dei terreni da parte dell’Autorità Portuale, fino agli anni tra il 2008 e il 2010”.
“Nel 2012 – spiega ancora il Presidente – nei mesi successivi al suo insediamento, il presidente Pasqualino Monti delegò il dirigente dell’Ufficio Ambiente dell’Autorità Portuale, ing. Calogero Burgio, a programmare e mettere in atto, di concerto con gli uffici tecnici dell’ente, tutte le azioni necessarie alla riqualificazione ambientale dell’area, acquistata 10 anni prima, senza essere utilizzata, e fino ad allora delimitata soltanto da un muro di cinta in laterizi e da una recinzione in paletti e rete danneggiata in più punti, in modo tale da consentire a chiunque l’accesso abusivo ai terreni che nel corso del tempo erano diventati una vera e propria discarica di rifiuti di diversa natura”.
“L’Autorità Portuale -sottolinea Grasso – incaricò la Seport srl della caratterizzazione delle diverse tipologie di rifiuti presenti sull’area e di verificare lo stato di conservazione di alcune copertura e l’eventuale presenza di materiali contenenti amianto. In seguito a diverse difficoltà dovute anche all’occupazione abusiva di una porzione dei terreni da parte di un soggetto già noto alle forze dell’ordine, l’indagine conoscitiva venne comunque portata a termine e sulla base delle sue risultanze sono state avviate, tra il 2013 e il 2014, una serie di attività che hanno portato alla rimozione di rifiuti speciali non contenenti amianto, alla rimozione di materiali contenenti amianto in cumuli, alla rimozione delle coperture in Mca e al necessario rifacimento della recinzione perimetrale, con la previsione della relativa videosorveglianza, in modo da rendere più difficoltoso l’accesso abusivo nell’area”.
“Nei giorni scorsi – prosegue il Presidente dell’Autorità Portuale – gli uffici dell’ente hanno messo a disposizione della Guardia di Finanza tutta la documentazione utile a ricostruire il procedimento amministrativo realtivo alla riqualificazione ambientale dell’area, fornendo elementi utili a chiarire il carattere residuale e assolutamente non rischioso per la salute delle operazioni da svolgere, nello spirito di massima attenzione alle questioni rilevanti per la tutela della salute e dell’ambiente che hanno informato l’azione amministrativa ed istituzionale dell’Authority rappresentata da Pasqualino Monti, da Presidente e, attualmente, da Commissario”.
“Gli uffici – conlcude Grasso – stanno ricercando negli archivi dell’ente tutti gli atti relativi a quell’area fin dal momento dell’acquisto e nei prossimi giorni l’ente trasmetterà tutto alla Procura della Repubblica affinché possano anche essere perseguiti i continui episodi che, fino ad oggi, nonostante gli accorgimenti presi dall’ente, che è il primo danneggiato dalla situazione determinatasi, hanno visto ignoti introdursi nel perimetro in questione per scaricare abusivamente rifiuti di vario tipo”.