Progetto legalità: “I cittadini ladispolani non hanno ceduto alle pressioni”
Il Faro on line – “I cittadini ladispolani non sono caduti nella trappola costruita dall’Amministrazione comunale e non hanno ceduto alle pressioni. Nemmeno alla presenza intimidatoria degli amministratori presso il seggio. Il referendum farlocco non ha funzionato: soltanto 202 cittadini su 1445 aventi diritto (e 256 contrari) appoggiano il progetto di “piazza grande”, dimostrando che la maggioranza cosi’ “compatta sui progetti” in Consiglio comunale non ha alcun seguito tra la gente” – lo dichiara in un comunicato Progetto Legalità di Ladispoli.
“Nemmeno tra le famiglie scelte furbescamente con un segno di matita, tra quelle più vicine e più direttamente interessate ai promessi benefici di questa “operazione della vergogna”. E’ stata una consultazione senza regole, allo scopo di poterla manipolare. Ma adesso ci aspettiamo che, per vanificare l’esito si invochino “regole che non ci sono”. E assisteremo alla saga patetica delle scuse e del raggiro. Magari si dirà che l’esito non ha valore perché non ha votato il 50% (regola che può essere invocata solo se un regolamento lo prevede, quindi non in questo caso) oppure che i votanti hanno fornito indicazioni sulle opere pubbliche (così l’opera si farà comunque e le opere richieste saranno promesse) o che si tratta di una consultazione che ha solo valore indicativo. O qualsiasi altra scusa per confermare quanto già sapevamo”.
“L’operazione “piazza grande” non nasce nell’interesse della collettività, ma di privati circoscritti, con il coinvolgimento palese e senza pudore di amministratori, anche in condizione di conflitto di interessi. E con la pressione prepotente di un’Amministrazione comunale che, per la prima volta, vede svelati in piazza tutti i suoi raggiri, i suoi disegni occulti, le sue manovre e persino i trucchi per fare apparire come “utile per la città e voluta da tutti” quello che è soltanto un affare per i “soliti noti”. Non sono bastati i “cinque” diversi volantini distribuiti a tutte le famiglie (alcuni dei quali senza la paternità, quindi scritti da personaggi che hanno dovuto nascondersi per non apparire in conflitto); non è bastata la lettera inopportuna del parroco (che ci auguriamo venga richiamato dal Vescovo al rispetto del suo ruolo pastorale, piuttosto che alla propaganda a favore della discutibile amministrazione del sindaco Paliotta); non è bastata la presenza ininterrotta intimidatoria degli amministratori presso il seggio elettorale, come non accade nemmeno nei regimi del terzo mondo, a testimonianza della mobilitazione politica richiesta a tutti (come se dovessero manifestare fedeltà a un accordo) per l’affare ritenuto il più importante del mandato (come mai?); non è bastato l’invito dell’Amministrazione comunale che, senza alcun rispetto per la correttezza e l’imparzialità, ha diffuso notizie false e contraddittorie a sostegno della propria decisione (perché la questione, come sappiamo è già stata decisa)”.
“Hanno vinto i cittadini che non sono andati a votare sapendo che si trattava di una consultazione farlocca di un progetto già deciso e votato e frutto di accordi; hanno vinto i 256 che hanno voluto comunque dare un segnale con un deciso “no!” a questi metodi. Ha vinto chi ha sperato di vedere finalmente sconfitta l’arroganza e il raggiro che connotano questa amministrazione. In ogni caso, possiamo dire a voce alta che è andata nel migliore dei modi. Anzi ben oltre le aspettative! Il manipolo dei politici e dei sottopancia ha presidiato e vegliato per tutto il giorno convinto di assistere alla “nascita di un successo”, ma si è trovato davanti a un funerale. Votato proprio dai cittadini che, recandosi alle urne li hanno guardati in faccia e con vera soddisfazione i hanno sbeffeggiati all’interno dell’urna. E non è bastato portare lo svolgimento della consultazione all’interno della parrocchia, dove un parroco poco avveduto aveva manifestato (che Dio lo perdoni!) la sua vicinanza ai promotori del progetto e agli amministratori comunali”.
“Anzi, è stata proprio la Casa del Signore (che del parroco dovrebbe essere ispiratore e a cui ha tirato le orecchie in modo sonoro) a decretare la sconfitta per l’Amministrazione del Sindaco Paliotta (a lui piace chiamarla così) e per tutti quelli che, palesemente o meno, la sostengono. Abbiamo comunque assistito a una svolta storica! La città di Ladispoli, da sempre, era abituata a sottomettersi a qualunque decisione, a qualunque raggiro, a qualunque disegno. A risolvere ogni questione con un accordo, Ad assistere allo scempio del territorio in silenzio o al massimo con una lamento nei bar. Ma poi, il solito copione: tutti compatti a votare i soliti partiti che, dopo avere stretto accordi per cinque anni, resuscitano in campagna elettorale e fingono di farsi la guerra”.
“Non dobbiamo dimenticare i nomi di chi ha votato a favore del progetto “piazza grande”, sia in Giunta, sia in Consiglio. Dobbiamo tenerne memoria e dedicare a ciascuno di loro questo “sberleffo” sonoro che i cittadini hanno voluto intonare, come la famosa “pernacchia di Totò” all’invasore tedesco. Comunque vada, la data del 29 novembre 2015, per la nostra città rappresenta una svolta perché ha segnato il momento più importante di consapevolezza civile, grazie a tutti i movimenti e le associazioni che hanno tenuto alta l’attenzione, grazie agli organi di informazione (non tutti e certo non il cosiddetto Gazzettino) che hanno avuto il coraggio di illustrare i fatti e ciò che nascondevano, senza lisciare il pelo al palazzo, grazie ai social network, tanto temuti dall’Amministrazione comunale e dai suoi giannizzeri, che hanno consentito ai cittadini di essere informati sulle vere ragioni che si nascondono dietro il progetto “piazza grande”. Il progetto “piazza grande” si farà, come promesso e secondo gli “impegni assunti”.
“Ma lo porterà avanti un’amministrazione che barcolla, guidata da pugili suonati e senza fiato e senza vergogna, braccati dalle forze dell’ordine e senza alcun sostegno né stima da parte della città, nemmeno di chi li ha votati. Chi li ha guidati fino a questa “pessima figura” dovrebbe avere il buon senso di farsi da parte, come un allenatore che trasforma una squadra di successo in un’accozzaglia da retrocessione. Ma chi li ha guidati non ha alcun interesse né per la città, né per l’amministrazione, né per il partito che rappresenta. Lascia dietro si sé solo macerie, risse, debiti, avvisi di garanzia, inchieste e altro ancora. Ma non gliene importa nulla”.
“Noi ci rivolgiamo agli altri amministratori, quelli che, per troppo tempo hanno lasciato la guida del comune a chi ha dimostrato, non solo incapacità, ma persino intenti discutibili e metodi ispirati al conflitto e alla prevaricazione, a danno dei cittadini. Quelli che prima o poi, dovranno presentarsi alla città per chiedere il voto e la fiducia, ma non riusciranno a essere credibili se, già adesso, non prenderanno le distanze da questa gestione dissennata e spudorata. Sarebbe un segno di civiltà e di rispetto per la città se l’Amministrazione comunale, sommersa dalle figuracce, dalle trame, dalle indagini, dalle sconfitte, dagli insuccessi, dagli insulti, ecc. avesse il buon senso (che cos’è?) e il coraggio di ripartire rassegnando le dimissioni, lasciando ai cittadini il diritto di potere coltivare nuove speranze, piuttosto che la certezza di nuovi raggiri. Comunque vada, ci rimane la soddisfazione di avere assestato una sonora “pernacchia” a chi, “tronfio”, vive nella menzogna e nel raggiro e pensava di gabbare tutti i cittadini” – conclude la nota.