Axa: la carica dei 14mila

14 dicembre 2015 | 06:30
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Axa: la carica dei 14mila

Giandinoto : “I servizi del quartiere sono ormai completamente insufficienti”

Il Faro on line – “Chissa’ se i residenti dell’Axa o i semplici visitatori si sono mai chiesti quanti sono gli abitanti del quartiere. Probabilmente si’, ogni volta che hanno provato a trovare, invano, un parcheggio nei pressi di un centro commerciale o magari sotto casa di un conoscente. E’ vero che una volta l’auto di famiglia era una sola e adesso ce ne sono almeno due, se non 4 o 5, ma diversi dati sui consumi comuni confermano che la popolazione del Consorzio Axa negli ultimi tempi è cresciuta vertiginosamente, passando dagli 8/9 mila abitanti, previsti al momento della lottizzazione, a circa 14 mila.
Peccato, pero’, che i servizi del quartiere siano sempre quelli pensati e realizzati per gli 8/9 mila abitanti iniziali e che ora, con 5 mila consorziati in più e la popolazione in continua crescita, sono diventati assolutamente insufficienti”- afferma in una nota Maurizio Giandinoto consigliere delegato alla comunicazione, membro del Cda del Consorzio Axa.

“A cominciare dal depuratore – prosegue Giandinoto – che ce la fa a malapena nonostante lavori 24 ore su 24, passando per le scuole, non più adeguate all’aumento degli alunni, all’impianto fognario, sottoposto ad un superlavoro, al manutenzione dei prati, calpestati da un numero maggiore di bambini, volenterosi jogger o persone anziane a passeggio con il cane, per finire alle strade, che percorse ogni giorno da migliaia di automobili si logorano più in fretta. Senza contare che la sosta su entrambe le carreggiate le riduce a stretti budelli percorribili solo a senso alternato, tanto che la Polizia Municipale ha elaborato un piano, che entrerà presto in vigore, per cambiare la viabilità complessiva dell’Axa, semplificandola con l’istituzione di diversi sensi unici e aumentando la sicurezza con la riduzione della velocità massima di percorrenza dai 40 km/h attuali a 30”.

“Con buona pace di quanti – si legge nella nota – scambiano le strade del nostro quartiere per piste di F1 ed ora dovranno abituarsi a cambiare abitudini. Ma come è possibile che ci sia stato un tale incremento abitativo proprio in un quartiere dove tutto era pianificato fin dall’inizio, soprattutto il rapporto tra verde, numero di residenti e abitazioni realizzabili su ciascun lotto? I calcoli di allora erano sbagliati? La vita più tranquilla di quella in città ha forse indotto le famiglie a fare più figli? Macché! L’incremento abitativo è dovuto esclusivamente alla suddivisione delle case, spesso troppo grandi, specie una volta che se ne sono andati i figli, in diversi appartamenti più piccoli. Due, quattro e persino otto, come nel caso di una villa. In pratica, un condominio! O addirittura la costruzione di una villa bipiano dove prima c’era solo un giardino”.

“Inoltre, continua Maurizio Giandinoto – ci si è messo anche il governo. Per rilanciare l’edilizia e il mercato immobiliare è stato varato il cosiddetto ‘piano casa’, grazie al quale, semplificando le procedure urbanistiche, è stato possibile ampliare il fabbricato esistente del 20%, fino ad un max di 70 mq. Ma come al solito qualcuno ci ha ‘marciato’ e, contando sull’assenza di controlli, ha ampliato ben oltre il consentito.E’ così che, attraverso le parcellizzazioni, il numero dei consorziati, intendendo per consorziato il titolare dell’immobile, in genere il capofamiglia, è cresciuto di oltre mille unità, portando il numero complessivo di abitanti intorno agli attuali 14 mila. Come un comune di media grandezza”.

“E’ inevitabile, quindi, e ormai addirittura urgente – viene sottolineato nella nota – procedere all’adeguamento dei servizi. Primo fra tutti il depuratore.Trattandosi di un intervento strutturale piuttosto costoso, circa 1 milione e 700 mila euro, oneri fiscali compresi, il consulente del Consorzio, l’Ing. Cicciotelli, ha elaborato un piano in tre fasi: a)   Ammodernamento/adeguamento: è l’intervento primario, senza il quale non si può procedere ai successivi; b) Ampliamento vero e proprio (vasche, macchinari, pompe, ecc.); c) Distacco dal depuratore di Casalpalocco, nel quale l’Axa riversa circa il 20% delle acque scure, pagando per la servitù circa 40 mila euro l’anno”.

“Perché è così importante e improrogabile staccare l’impianto fognario dell’Axa dal depuratore di Casalpalocco? – si chiede il consorzio Axa – In fondo, sono più di 50 anni che le cose vanno così.Il motivo è semplice: l’incremento abitativo dovuto al frazionamento delle abitazioni è un fenomeno che non ha colpito solo l’Axa, ma sta creando seri problemi anche ai ‘palocchini’, che presto dovranno adeguare a loro volta il depuratore. Non vorremmo essere costretti, quindi, a pagare sia il nostro ammodernamento che, almeno in quota, il loro. Senza contare che Casalpalocco potrebbe addebitare all’Axa anche eventuali guasti, imputandoli al costante sovraccarico. Ma il Comune, che per anni, prima ancora del ‘piano casa’, ha rilasciato licenze edilizie a go go per l’ampliamento di negozi e abitazioni in deroga alla Convenzione, e che quindi in qualche modo è “complice” dell’incremento abitativo, interverrà in qualche modo?E’ più realistico non contarci troppo”.

“A prescindere dal fatto – evidenzia nella nota il Consorzio – che da 5 anni non paga neppure i contributi consortili ordinari, il ‘Sig. Campidoglio’ non solo si ‘imberta’ gli oneri di urbanizzazione primaria pur senza erogare i servizi, che nel caso specifico eroga il Consorzio Axa, ma senza alcuna vergogna si appropria anche degli oneri dovuti per la posa dei cavi elettrici o per le telecomunicazioni e il successivo affitto annuale, nonostante il terreno dove vengono posati sia di proprietà dei consorziati e quindi del Consorzio. Non bastasse, l’Ama, che dal Comune dipende in buona sostanza, oltre alla raccolta e trasporto a discarica dei rifiuti, e conosciamo bene tutti la qualità del servizio, fa pagare ai consorziati anche la pulizia delle strade, la disinfestazione, la manutenzione di pozzetti e chiusini e la derattizzazione, servizi che invece eroga il Consorzio, per cui gli abitanti dell’Axa finiscono per pagare 2 volte! Attualmente, anche questi argomenti fanno parte di altrettante vertenze giudiziarie in corso contro il Comune”.

“Qualcuno – evidenzia Giandinoto – potrebbe obiettare che se aumenta il numero di residenti, aumentano di conseguenza anche i contributi consortili, quindi il rapporto tra introiti ed erogazione dei servizi resta identico. In parte è vero, ma solo in parte, perché spesso, molto spesso, ‘troppo’ spesso, i proprietari non denunciano al Consorzio in quante unità abitative hanno suddiviso il loro immobile e tanto meno hanno interesse a farlo i nuovi arrivati, che così usufruiscono dei servizi comuni senza pagarli.Per completare il quadro, molti proprietari, ricorrendo alle facilitazioni contenute nel ‘piano casa’, invece di vendere gli immobili ricavati dalla suddivisione, preferiscono darli in affitto, magari con la formula del ‘bed and breakfast’, aggirando così la legge e sfuggendo ai controlli e agli oneri”.

“In conclusione, – spiega Giandinoto – il Consorzio, e quindi tutti i consorziati, anche quelli ‘incolpevoli’ che non hanno suddiviso i loro immobili, dovranno sobbarcarsi le spese per adeguare gradualmente i servizi all’aumento dei residenti. L’unica soluzione è mettere alle strette il Campidoglio e, sbattendogli in faccia le proprie responsabilità, indurlo ad accollarsi almeno in parte le spese.Ma tanto, come sempre saranno i tribunali a decidere”.