Pasquino e Agosta in città per la presentazione del libro di Nardone

11 febbraio 2016 | 08:00
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Pasquino e Agosta in città per la presentazione del libro di Nardone

Il testo presenta un’analisi di quello che è stato il sistema elettorale più criticato dell’epoca repubblicana

il Faro on line – “Dal Porcellum alla Terza Repubblica. Dieci anni di storia politico-elettorale dell’Italia 2015-2015”: è il titolo del saggio del concittadino Simone Nardone che sarà presentato Venerdì 12 Febbraio alle ore 18.00 presso la Sala convegni del Castello Caetani. L’iniziativa, patrocinata da Comune di Fondi e dal Sistema Bibliotecario del Sud Pontino, è organizzata dall’Associazione di Cultura Politica Obiettivo Comune.
Interverranno con l’autore il prof. Gianfranco Pasquino e il prof. Antonio Agosta.

Cosa sarebbe accaduto se nel 2006 si fosse votato con il Mattarellum? Chi avrebbe vinto le elezioni nel 2013, senza la comparsa dei Cinque Stelle? Come sarebbero disegnati oggi gli assetti politici italiani se nel 2005 non fosse stato approvato il Porcellum? A queste e a molte altre domande cerca di dare risposte il libro di Simone Nardone. Una panoramica sui fatti politici e sulle esperienze elettorali con il sistema previsto dalla Legge 270 del 2005. Uno spaccato dell’Italia lungo dieci anni. Ma anche un’analisi di quello che è stato il sistema elettorale più criticato dell’epoca repubblicana. Un meccanismo che ha finito per rivoluzionare lo stesso sistema che avrebbe dovuto cristallizzare.

Scrive Gianfranco Pasquino nella prefazione al volume: “Scoprire che la legge elettorale n. 270 del dicembre 2005, fortemente voluta e approvata dal centro-destra, giustamente definita Porcellum, ha soltanto una volta su tre, nel 2008, prodotto una cospicua maggioranza in entrambe le camere, pur riducendo il numero degli sgangherati partiti italiani, è sufficiente per darle una valutazione negativa, argomentata, netta e severa. ardone analizza le proposte recenti, macchiate, come ho già notato, da partigianeria e anche da colpevole ignoranza dei precedenti. Il difetto più grave degli improvvisati riformatori elettorali è la loro intollerabile presunzione. Si ostinano a pensare che sanno fare meglio di quanto è stato fatto, e funziona da tempo, nelle democrazie parlamentari e semipresidenziali europee.
Nardone ci porta fino a dove siamo arrivati, ma leggendo fra le righe, esercizio che consiglio anche ai lettori, si vedrà che con quello che è stato approvato, ma che già si suggerisce di ritoccare, non andremo da nessuna parte”.

Gianfranco Pasquino è professore emerito di Scienza Politica all’Università di Bologna. Tra i fondatori della “Rivista Italiana di Scienza Politica”, ha anche diretto la rivista “Il Mulino”. Con l’omonima casa editrice ha pubblicato il suo primo lavoro nel 1970. E’ stato Senatore della Sinistra Indipendente durante la IX e X legislatura (1983-1992) e dei Progressisti nella XII (1994-1996).