Dia, Associazione per la lotta contro le illegalità: una brillante operazione

18 febbraio 2016 | 18:30
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Dia, Associazione per la lotta contro le illegalità: una brillante operazione

Il portavoce: “Le mafie radicano là dove gli anticorpi sociali e le istituzionali sono deboli”

Il Faro on line – ”Nell’esprimere le nostre congratulazioni agli agenti della Dia per la brillante conduzione dell’operazione nel litorale a nord di Roma, vogliamo auspicare che la stessa sia finalmente la scintilla che renda consapevole la collettività, nelle sue diverse articolazioni, di quanto sia grave lasituazione del territorio. Un operazione che, portando alla luce un sodalizio di presumibile stampo camorristico, dedito all’usura e al gioco di azzardo, ha costituito la riconferma della presenza della criminalità organizzata nelle aree a nord di Roma che andiamo denunciando da anni, smentendo i sempre presenti e solerti negazionisti. Una negazione che fluttua tra la complicità e l’ignavia visto il reiterarsi sul territorio dei cosiddettireati spia, quali incendi, pestaggi, danneggiamenti e intimidazioni” – dichiara l’Associazione per la lotta contro le illegalità e le mafie.

“Il sequestro di oltre 100 milioni di euro in immobili – prosegue il comunicato – società ed altri beni, avvalora, inoltre, l’assunto, da noi più volte ribadito, che la presenza delle mafie costituisce un grave danno perl’economia sana dei territori. Apprendiamo con estremo favore il costituirsi parte civile del Comune di Ladispoli e stiamo verificando l’opportunità, come stabilito dal nostro statuto, di fare altrettanto. Ma invitiamo tutti, in primis gli amministratori, a non ritenere, come invece sembra emergere dalle dichiarazioni, che quello delle mafie sia una presenza estranea al territorio e, in quanto tale, episodica. Sarebbe una sottovalutazione pericolosissima”.

“Le mafie radicano là dove gli anticorpi sociali e istituzionali sono deboli, dove davanti alleillegalità, la politica quando non collude, chiude un occhio, quando l’imprenditoria e il tessutosociale, piuttosto che reagire, soccombono e si uniformano. Per correggere questo non basta certo una singola operazione, seppur brillante, ma serve il concorsodi tutti; relegare il tutto alle sole attività giudiziarie, oltre a non essere sufficiente, rappresenta uncomodo quanto condannabile alibi” – conclude l’Associazione.