Cetrone: “Terracina, da città storicamente aperta, a enclave di falsi nativi”

1 marzo 2016 | 07:30
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Cetrone: “Terracina, da città storicamente aperta, a enclave di falsi nativi”

La candidata sindaco: “Dal non riconoscimento dell’analisi politica dei fatti che espongo si sta passando ad atteggiamenti di razzismo territoriale”

Il Faro on line – “Sulla narrazione dei 400 mila euro, tra luce e acqua, che qualcuno in ogni modo deve pagare, credo che a margine vada fatta una riflessione. Il sig. Sciscione, che è a modo suo un generoso, affronta la questione offendendo la sottoscritta perchè non è di Terracina, perché non vivrebbe la città, perché sarebbe una sorta di origami dietro la quale si cela la mano nera di un conosciuto ‘estensore’. Tanto conosciuto e vicino ai personaggi e interpreti della storia procacciniana, da disconoscere per l’ex vice la sua data di nascita e l’ameno luogo dove ebbe a emettere il primo vagito. Il fatto poi che ogni osservazione politica che propongo debba per forza passare attraverso l’elaborazione di qualche oscuro amanuense, devo dire che m’inquieta molto e non mi rende neanche un minimo di onore” – lo dichiara in una nota Gina Cetrone, candidata sindaco di Terracina per la lista civica “Sì. Cambia”.

“Dal non riconoscimento dell’analisi politica – amministrativa dei fatti che espongo – prosegue la Cetrone – si sta passando ad atteggiamenti di stagionato razzismo territoriale: chi non è di Terracina – si sostiene – non può avere nessuna pretesa di rappresentanza politica della città. Se poi sei capace e professionalmente preparata non ha importanza, il dna di autentico indigeno deve essere puro e salvaguardato, pena il decadimento della razza politica anxuriana. Perchè è risaputo, questa, eccelle in taumaturgiche virtù. Si teorizza, invero, di voler vivere felicemente in una sorta di enclave dove gli abitanti devono essere soggetti al continuo controllo dell’autenticità della razza e, le unioni religiose, civili e oggi anche incivili, devono essere legittimate da un tribunale del Popolo Sovrano, vestito con toghe biancocelesti (senza turbante, però) che emette i suoi insindacabili giudizi di terracinesità”.

“Una follia solo propagandare, – continua la candidata sindaco – anche per scherzo, un simile ragionamento, che lede l’intelligenza della maggioranza, rettifico: l’assoluta maggioranza degli abitanti di questa città e che può essere partorita e sostenuta soltanto da menti arretrate e non solo politicamente. Offendere poi un intero popolo, come quello di Sonnino, solo per colpire a fini elettorali una concorrente a un’elezione amministrativa, si qualifica per quella che è. Termino con la seguente e gratuita analisi (sempre se mi posso permettere) a beneficio del sig. Sciscione politico”.

“La determina del dirigente comunale parla chiaro: c’è un debito di oltre 400 mila euro che il Comune deve in ogni modo ripianare, ma il fatto politico interessante sig. Sciscione è che i suoi amici, ben sapendo come stavano i fatti, l’hanno mandata all’assalto con le armi caricate a salve. Ed è questo il fatto umano più triste dell’intera storia” – conclude la Cetrone.