Truffa ed evasione, sequestrati dalla Finanza beni per 11 milioni
Nel mirino delle Fiamme Gialle lāimprenditore Fernando Mancini
Il Faro on line ā Un cospicuo il patrimonio sottoposto a sequestro dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma, a seguito degli accertamenti economico-patrimoniali nei confronti di Fernando Mancini. Il noto imprenditore aveva dichiarato redditi nettamente inferiori rispetto allāimmenso patrimonio accertato. Ammonta, infatti, ad oltre 11 milioni il valore dei beni immobili e mobili sequestrati, costituiti da 3 autoveicoli, 19 conti bancari, quote di maggioranza di 12 societĆ , un lussuoso stabilimento balneare, una rivendita di sigarette e ben 109 unitĆ immobiliari, tra cui una stupenda villa di circa 400 metri quadrati con piscina, 38 appartamenti, 44 magazzini/garage, 8 capannoni industriali e 18 terreni.
Il provvedimento scaturisce dalle indagini della Guardia di Finanza di Nettuno che hanno preso avvio dallāoperazione āDomus Aureaā, nel corso della quale ĆØ emersa ā secondo gli investigatori ā la figura del Mancini, tra i protagonisti di un sodalizio criminoso costituto da 13 persone, dedito ad ingenti truffe ai danni di imprese ed allāevasione fiscale per importi rilevanti, i cui proventi venivano reinvestiti in imprese edilizie ed attivitĆ turistiche che venivano intestate artificiosamente a societĆ costituite per lāoccasione e a prestanome. Ā
In particolare, le truffe ā che si realizzavano con lāemissione di assegni non solvibili o cambiali mai onorate ā sarebbero servite a Ā Mancini per lāammodernamento di un lussuoso stabilimento balneare andato distrutto in un incendio, nonchĆ© per la costruzione, a Nettuno, di 5 palazzine di alloggi residenziali, per un totale di oltre cento unitĆ immobiliari; le societĆ fittizie erano anche servite ā altra ingegnosa trovata ā allāottenimento di indebiti vantaggi fiscali essendo funzionali ad un giro di fatture per operazioni inesistenti di oltre 2,4 milioni di euro, che ha consentito di evadere lāIva per oltre 500.000 euro.
Lāindagine aveva portato giĆ allāarresto di Mancini ed al sequestro preventivo ai fini della confisca āper equivalenteā di immobili, denaro, titoli di credito allāammontare Ā di 600.000 euro. Gli accertamenti successivi hanno evidenziato lāelevato tenore di vita non giustificabile con i redditi dichiarati al Fisco sia per Mancini che per i componenti della sua famiglia.
La sua ācarrieraā comincia fin dalla maggiore etĆ , rimanendo coinvolto in 26 procedimenti penali, molti dei quali per vicende di bancarotta fraudolenta e di frode fiscale. Infatti, ĆØ emersa una continuitĆ nella condotta, proseguita nellāarco di tutta la sua vita, ad attuare una sistematica frode fiscale, accompagnata da truffe in danno di fornitori e clienti, nonchĆ© da bancarotte fraudolente finalizzate a far āaffondareā le societĆ inattive costituite al solo scopo ā dicono sempre gli investigatori ā di gravarle di debiti non propri, per poi reinvestire i capitali illeciti cosƬ prodotti in attivitĆ di carattere imprenditoriale, che ha continuato a condurre.
Negli anni 2002-2004, finisce sotto inchiesta a Latina per associazione a delinquere finalizzata allāevasione fiscale, avendo movimentato oltre 10 milioni di fatture per operazioni inesistenti e, nel 2005, fu arrestato, nel corso dellāoperazione āHummerā della Procura di Velletri, quale dominus di una associazione a delinquere per i medesimi reati.
Completano la sua storia lāaccusa di aver tentato lāimportazione dal Venezuela di 47 chili di cocaina formulata, questa volta, dalla Procura della Repubblica di Roma, nonchĆ© vari episodi di violenza privata, ingiuria e diffamazione. Ā Inoltre Ā ĆØ stato appurato che lāuomo avrebbe finanziato gran parte degli investimenti immobiliari facendo rientrare in Italia, avvalendosi del c.d. āscudo fiscaleā, una parte dei profitti delle passate attivitĆ illecite, trasferiti in Spagna nel luglio 2005, pari a circa 10 milioni di euro.
Ora lāultimo capitolo, anche se va detto per cronaca che seppure lāordine di arresto arrivi in presenza di indizi consistenti, non equivale assolutamente a una condanna; le prove andranno formate in giudizio, se il Gip riterrĆ di portare avanti il caso fino a presentarlo a una Corte.
Loredana Suma