Le “cattive acque” del Comune

20 giugno 2016 | 08:02
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Le “cattive acque” del Comune

Da Aranova a Focene, da Passoscuro a Fregene: la mappa delle criticità. Aree non coperte, impianti obsoleti, sprechi e disservizi

Il Faro on line – La possibilità che ci viene data di disporre con facilità di un bene prezioso ce ne fa spesso sottovalutare l’importanza: ma non è indispensabile il dramma della siccità per farci comprendere quanto l’acqua sia un bene inestimabile, da usare in maniera intelligente, senza sprechi inutili: è sufficiente un disservizio. Lo sanno bene gli abitanti di Aranova: qui, in alcune zone, lavarsi, cucinare o anche solo bere un bicchier d’acqua è impossibile.
In via Crescini e in via Michele Rosi oltre cinquanta famiglie non sono servite dalla rete idrica, mentre in altre zone l’allaccio delle singole utenze non è stato ancora effettuato, anche se tutto sembra in regola.

“E’ dal 2010 – spiega Roberto Severini, presidente dell’associazione Crescere Insieme – che ci facciamo portavoce dei bisogni dei cittadini, cercando di sensibilizzare sia Acea che il Comune perché venga avviato e portato a completamento un iter che sia in grado di rispondere alle esigenze del territorio. Non solo alcune zone non sono raggiunte dall’acqua potabile, ma con l’arrivo della bella stagione il calo della pressione estende questo problema anche nelle aree coperte dal servizio, specialmente nei piani alti delle abitazioni”.

Non va certo meglio per i residenti di Testa di Lepre, dove l’acqua potabile semplicemente sembra non esistere: in via Pasquini, via Pedroli, via Occioni e in tutto il territorio circostante manca la copertura idrica e fognaria e circa 500 famiglie sono interessate dal disservizio. Inoltre una diatriba in atto tra Acea e Arsial sulle rispettive competenze e responsabilità complica ulteriormente la vicenda.
I pozzi artesiani sono stati chiusi per la presenza di arsenico e gli impianti attualmente in uso, risalenti agli anni Cinquanta, sono fatiscenti: la pressione dell’acqua rompe le tubature, realizzate in eternit, lasciando a secco i residenti della zona anche per una settimana. “La creazione di nuova condotta di circa 4 km – raccontano i cittadini – non può essere sufficiente per risolvere il problema: rimangono altri 30 km di impianto da completare per bonificare tutta l’area e rifornire gli abitanti di un bene che è primario. La mancanza di acqua potabile in questa frazione sta diventando un problema allarmante”.

E a tutto questo si somma il problema fognario: la zona, infatti, è priva di un collettore per lo scarico delle acque nere e l’Acea richiede per legge di dimostrare il corretto smaltimento delle acque reflue prima di effettuare l’istallazione del contatore idrico individuale. Vicolo cieco quindi per le trenta famiglie di via Pedroli, interessate dall’allaccio alla nuova conduttura, che per ottenere l’acqua potabile dovrebbero realizzare – a proprie spese – un impianto di smaltimento fognario alternativo.

Ci spostiamo più a sud. Fregene: qui l’acqua c’è, ma in strada. La rete idrica è un colabrodo: via Bagnoli, via Cattolica, via Porto Venere, via Nettuno, via Cesenatico, strade tristemente note che si trasformano periodicamente in stagni a causa della rottura di tubature obsolete. Reclami, segnalazioni: il guasto è riparato, ma dopo qualche giorno la situazione si ripresenta, peggiore di prima, e allo spreco dell’acqua pubblica si aggiungono i cedimenti del manto stradale rimasto troppo a lungo ‘in ammollo.

“L’Amministrazione interviene tempestivamente alle nostre segnalazioni, ma purtroppo è impotente – afferma Angelo Giavara, presidente dell’associazione Vivere Fregene – Abbiamo anche pensato di presentare una denuncia formale contro Acea. Le riparazioni ormai sono inutili: c’è bisogno di un intervento drastico, di una bonifica integrale di una rete idrica vecchia di trent’anni. E ad aggravare la situazione si aggiunge l’attuale calo di pressione”.

Stessa musica per Focene: mentre alcuni problemi relativi all’approvvigionamento idrico denunciati dai cittadini sembrano essere in via di risoluzione, la diminuzione di pressione caratteristica della stagione estiva, continua a creare disagi e malfunzionamenti in una zona in cui l’utenza è in continua crescita.La situazione è chiara, trasparente: non resta che programmare interventi concreti, un progetto che sia fattibile e risolutivo. Sperando di non fare un buco nell’acqua.

Federica Cenci