20 anni del Mushin Karate Eschilo 2, le interviste ai membri del dojo 

30 giugno 2016 | 14:30
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20 anni del Mushin Karate Eschilo 2, le interviste ai membri del dojo 

Atleti, istruttori e karateka master. Questa è la grande e variegata famiglia Mushin e nelle loro parole, un grande senso di appartenenza

Il Faro on line – Tutti insieme a festeggiare, gli atleti del Cuore Puro, del Mushin Karate di Eschilo 2. A margine della cerimonia dello scorso 9 giugno, dove si sono celebrati i 20 anni di attività del dojo di Casal Palocco, seduti al proprio tavolo, vicini e gioiosi per la loro festa e quella del Mushin, hanno raccontato di sé e di quella passione per le arti marziali, che mai finirà. Non solo, a livello agonistico però, ma anche per una responsabilità importante, nei confronti dei più piccoli, che dagli istruttori sono seguiti e accuditi, nella loro crescita, sul tatami. Allora, è davvero prezioso il lavoro svolto da Chiara Barone e Andrea Bianchetti, che non mancano mai di far pervenire, i loro insegnamenti.

Ha ricominciato invece, da due anni, a gareggiare, Riccardo La Motta, che ringrazia il Maestro Gabbarini, per l’opportunità avuta. Anche i fratelli Ascone sono felici, della loro pelle Mushin. Se il primo, più grande di Fabrizio, veste da 4 anni, il karategi del Cuore Puro, il secondo, più piccolo, appoggia i suoi ricordi su quello della Nazionale, con cui ha vissuto le emozioni più belle. Esperienze, con le quali, ha portato al dojo di Casal Palocco, tante medaglie. Ed ancora, vi è un campione, come Riccardo, che ha ricominciato da poco, a salire sul tatami, a livello agonistico. E su cui, ha voluto trasmettere, ai suoi compagni di dojo più giovani, le esperienze, da lui vissute, nella sua precedente carriera, di karateka tradizionale. In questo caso, anche Gianmichele Lizzio è un karateka, che da due anni, è risalito sul tappeto.

All’interno della festa dei 20 anni, è stato colui che ha curato il filmato celebrativo ed ha omaggiato i suoi compagni di squadra ed il Maestro Gabbarini, non solo con le parole, ringraziando quest’ultimo, per il suo recente successo agli Assoluti Unika di Riccione, ma lo ha fatto anche, durante la serata all’Eschilo 2, regalando a tutti i membri del Mushin, il Torii. Simbolo del legame tra la terra ed il cielo, in Giappone, come lui stesso precisa. Tra loro, anche Giulia Cortesi ha espresso la sua grande gioia, per un’appartenenza di squadra, che nell’anno agonistico 2015/2016, le ha valso la nomina ad Atleta dell’Anno Mushin.

Proprio lei, che nasceva 20 anni fa, quando il dojo veniva fondato. Una vita di arti marziali, anche sulla sua pelle dunque, e che da grande, Giulia ha imparato ad amare e seguire, mediante quegli insegnamenti che, una volta entrata all’interno della famiglia Mushin, ha imparato. Ecco allora, le loro parole, intense, che vanno a chiudere questo viaggio de Il Faro on line, percorso all’interno della celebrazione dei 20 anni, del Mushin. Con un’emozione particolare, a sottolineare, toni di voce ed espressioni del viso. Una forte sensazione nello spirito, che sempre ha contraddistinto, non solo la loro carriera agonistica, onorata da tante medaglie e titoli, anche internazionali, ma anche e soprattutto la loro vita di atleti. Karateka, che ogni giorno, in palestra, danno il cuore. Quel Cuore Puro che solo il Mushin, sa cosa significhi.

Valerio Ascone:
“E’ un’emozione grande, essere qui. Da 4 anni sono un karateka del Mushin. Mi hanno accolto benissimo. Lo hanno fatto, soprattutto il Maestro Paolo Gabbarini, Diego e Lorenzo Del Proposto, insieme anche ad Andrea Bianchetti. Tutti i miei compagni lo hanno fatto. E’ una seconda famiglia per me – esordisce convinto, proseguendo – sono sempre disponibili, quando c’è bisogno. Nelle mie gare, mi impegno sempre, anche di fronte a forti avversari. Sono molto felice”.

E descrive una particolare emozione, Valerio, non legata necessariamente, alle gare agonistiche: “Questa è l’emozione più bella che ho vissuto. Quella della realtà del Mushin Karate Eschilo. Per me, è davvero importante. Tutte le mie medaglie ottenute, sono state preziose. Dalle regionali, a quelle provinciali. Fino ad arrivare, alle nazionali”.

Fabrizio Ascone:
“E’ una bella emozione, il gruppo è grande e mi trovo bene. Da atleta, ho vissuto tanti episodi, che mi hanno trasmesso, magnifiche sensazioni. Ho avuto la possibilità di fare tante esperienze e di ricevere tante convocazioni in Nazionale. La più bella esperienza che ho fatto, è stata quella, delle gare a squadre. Sempre straordinarie”.

Giulia Cortesi:
“Ho ricevuto il titolo, come Atleta dell’Anno. E’ un premio importante. Segna tanti anni di lavoro e di vita, di questa mia passione, a tutto tondo, non solo come atleta. E’ una parte di me. Sono felice di poter aiutare il maestro, nell’attività dell’Edukarateam, con i bambini. Insegnare loro, è prezioso. E’ un premio che riconosce questo. E’ stato bello averlo ricevuto, in occasione dei festeggiamenti, per questi 20 anni. Sono anche i miei 20 anni”. Le emozioni più belle di Giulia, si appoggiano poi, ad una vittoria preziosa, avvenuta, tre anni fa: “Al campionato italiano. La mia prima gara con le cinture. Prima gara di kumite e subito vittoria, con titolo tricolore”.

Gianmichele Lizzio:
“Sono due anni che ho ripreso a praticare il karate, con loro. Paolo mi ha proposto di riprendere seriamente, a fare le gare. Sono arrivato secondo ai Campionati Italiani di aprile”. Quando Il Faro on line, chiede a Gianmichele, qual è il significato del dono fatto ai suoi compagni di dojo ed al Maestro Gabbarini, risponde: “Il Torii è la porta del cielo. Il diretto contatto tra la parte terrestre e quella divina. Secondo la filosofia dei giapponesi. E’ un simbolo molto importante”.

E’ un ringraziamento ai suoi colleghi di tatami, il regalo fatto al Mushin. Qualcosa, che con sé, vuole portare un suo speciale messaggio, a tutti: “Ne ho fatto loro, dono, perché attraverso di essi, ho ritrovato la mia strada. Il messaggio che io voglio dare, tramite questo regalo, è che attraverso il loro modo di praticare il karate, possano permettere alle persone di migliorare”.

Andrea Bianchetti:
“E’ stato molto emozionante. Da 13 anni faccio parte della scuola. Il maestro Paolo è come un secondo padre per me. Mi è stato vicino, in ogni momento della mia vita. E’ una persona importante. Vedendo poi, quanta passione ci mette, in ogni sua attività, sono contento che il dojo sia cresciuto così tanto. Lo ha meritato. Far parte del Mushin è una grande responsabilità. Soprattutto adesso, che sono dalla parte del ruolo del coach. Ai bambini insegno ciò che ho ricevuto dal maestro”. Si acquisisce tanto dagli insegnamenti del Maestro. Indicazioni e valori, che poi, nel suo ruolo di istruttore, passa ai più piccoli: “Cerco di trasmettere, ciò che secondo me, può essere utile, per la loro crescita personale”.

Chiara Barone:
“Quello che mi lascia sempre stupita, è quanto siamo uniti. Dal bambino di 6 anni, fino all’allievo più grande, di 45. Nella dimostrazione celebrativa dei 20 anni, si è visto proprio questo”. Quando Chiara racconta la sua attività di istruttore, all’interno del dojo, precisa: “Sicuramente è una responsabilità far parte del Mushin. Quando lavori con i più piccoli, aiutando il maestro, è necessario sempre trasmettere la passione e la voglia di praticare il karate. E’ anche stimolante. Dopo tanti anni di attività, vedere un gruppo così unito ed un maestro così volenteroso e che ha sempre tanta voglia di cambiarsi in meglio, è uno stimolo per noi. E’ per noi un messaggio. E la sua voglia di fare e di diventare sempre migliore, passa a noi. Trasmettere tutto ciò ai bambini, significa guidarli a fare del loro meglio”.

La sua emozione più bella, allora, resta lì, accanto ai più piccoli: “Le gare dei bambini. Hai molta più ansia a vedere loro sul tatami, piuttosto che esserci tu. Quando vanno bene in gara, e non significa che devono per forza salire sul podio, senti che un po’ di merito, è anche il tuo. Il loro sorriso ti regala davvero tanto”.

Riccardo La Motta:
“L’impressione di questa festa, è davvero colma di emozioni ed esse sono sopraggiunte, con estrema forza, quando il Maestro Paolo ha consegnato il premio dell’anno a suo figlio. Come padre, mi sono commosso anche io”.

Anche Riccardo, tuttavia, ha avuto in dono, il suo premio speciale. Così lo descrive: “Ho ricevuto il terzo Dan. Una sorpresa per me, perché non me l’aspettavo. Un traguardo importante. A luglio avrò 45 anni. Mi sono rimesso in gioco, due anni fa. E’ stato l’arrivo di questo mio percorso, che ho ricominciato. Qualcosa che ho costruito e quindi, ottenuto. Faccio parte del gruppo del Mushin Team. Sono entrato a far parte di esso, lo scorso anno. Mi hanno consegnato questo riconoscimento, perché mi sono impegnato. Sono molto contento. Rimettersi in gioco a 45 anni, non è facile. Alla fine, il mio impegno è stato ripagato”.

Sono tante le emozioni, anche per La Motta, che le respira ogni giorno: “E’ un susseguirsi di emozioni. Soprattutto quando ho riassaporato gli odori e le essenze del palazzetto, dopo 15 anni che mi ero fermato. Per me è stato come tornare indietro nel tempo. Ho rivissuto le stesse sensazioni. Pratico il kumite. Sono molto contento. Far parte di questo gruppo, significa essere membro di una grande famiglia. Se posso dare a questi ragazzi, un po’ della mia esperienza, sono contento. Vengo dal karate tradizionale e se posso contribuire, alla loro crescita, ne sono fiero”.

Foto : Mushin Karate Eschilo

Alessandra Giorgi