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Muore a Tenerife Vito Triassi, boss di Ostia

4 febbraio 2019 | 11:14
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Muore a Tenerife Vito Triassi, boss di Ostia

Stroncato da un infarto a 62 anni Vito Triassi che era stato assolto dall’accusa di mafia sul litorale romano

Roma – È morto a Tenerife il pregiudicato siciliano Vito Triassi, legato alla cosca mafiosa dei Cuntrera-Caruana di Siculiana (Agrigento), e considerato insieme al fratello Vincenzo, capo dell’omonimo clan di Ostia, storicamente in contrasto con il gruppo Fasciani.

Triassi il 31 gennaio scorso si è accasciato a terra all’improvviso mentre era in strada a Tenerife. Aveva 62 anni. Sul posto è intervenuta la polizia municipale. Probabilmente Triassi è stato colto da un infarto. Nonostante la sua fama di boss, nel 2015 Triassi ha incassato l’assoluzione nel processo di Appello che vedeva sul banco degli imputati componenti delle famiglie Fasciani e Triassi, accusati di aver dato vita ad associazioni che hanno gestito le attività illecite ad Ostia con metodi mafiosi. Nel processo era imputato anche il fratello Vincenzo. Entrambi rischiavano 15 anni. Tra il 2006 e il 2007 Vito Triassi rimase ferito in due agguati, il primo sotto casa a maggio in via Isole del Capo Verde a Ostia, il secondo il 20 settembre dell’anno dopo a Largo Esopo, Casal Palocco.

Il 23 dicembre sempre per cause naturali era morto Nazareno Fascianidel clan ritenuto dalla magistratura di controllare traffici illegali e malavitosi al Lido.

Scrive l’associazione Luna Nuova: “È morto ma nessuno ne parla. Un infarto ha stroncato Vito Triassi, uno dei boss che ha fatto il bello e il cattivo tempo sul litorale romano. L’uomo si trovava a Tenerife, in Spagna, quando è stato colto da un malore e si è accasciato a terra mentre era vicino casa. I Triassi di Siculiana (AG) sostituirono ad Ostia, a metà degli anni ’90, la Banda della Magliana, in veste di rappresentanti della cosca “Caruana-Cuntrera” e del clan Spadaro. Avrebbero gestito il controllo dei chioschi delle spiagge libere (risulta agli atti solo quella dell’Ufficio tecnico ndr) e delle attività sul litorale di Ostia, oltre che il traffico di droga e armi. Il motivo della gambizzazione di Vito Triassi nel 2007 era proprio legato alla gestione dei chioschi sul lungomare. Era il periodo delle giunte rosso-verdi Rutelli/Veltroni, delle grandi opere (porto di Ostia, Cineland, riqualificazione Nuova Ostia), dell’incendio della pineta, del passaggio delle concessioni demaniali marittime al Comune di Roma. I Triassi sono stati sempre assolti dall’imputazione di associazione mafiosa“.