Incivili alla Necropoli della Banditaccia: plastiche e rifiuti nelle tombe etrusche
I turisti affollano il sito Unesco durante i ponti di primavera, ma al loro passaggio lasciano rifiuti e mozziconi di sigarette tra le antiche tombe affrescate
Cerveteri – Affreschi, rocce scolpite, colonne intarsiate. Ma anche bottiglie di plastica, mozziconi di sigarette, fazzoletti usati, carte di caramella e pacchetti di chewing gum. Così si presenta la Necropoli della Banditaccia di Cerveteri, “presa d’assalto” dai turisti durante le vacanze di Pasqua e i lunghi ponti di primavera.
Turisti, evidentemente, poco educati. Complice la totale assenza di cestini per l’immondizia all’interno del sito Unesco, qualcuno ha pensato bene di abbandonare i propri rifiuti tra i sentieri che si intrecciano lungo i due chilometri di via sepolcrale che attraversa l’intera area.
Mozziconi di sigarette e fazzoletti usati spuntano in continuazione tra la vegetazione e il tufo scolpito oltre duemila anni fa. E ancora carte di caramelle, pacchetti di gomme da masticare, involucri di plastica e alluminio che fino a poco tempo fa incartavano tavolette di cioccolata.
All’interno di alcune tombe la situazione, forse, è anche peggiore: lì, dove una volta venivano adagiati i corpi senza vita di nobili famiglie, oggi ci sono delle bottigliette di plastica. Bottiglie ritrovate anche nelle tombe non accessibili ai turisti, visto l’alto muretto che consente ai visitatori di osservare gli ambienti sepolcrali solamente dall’esterno. Difficile credere che il vento, per quanto forte, abbia fatto “volare” le bottigliette fin dentro le tombe. Più plausibile l’ipotesi che qualche incivile l’abbia “dimenticata” (o lanciata?) sul tufo scolpito; poi il vento ha fatto il resto.
Ma non solo rifiuti. In alcune tombe sono stati installati supporti audiovisivi, con tanto di giochi di luce, con la voce di Piero Angela che spiega gli elementi decorativi e i riti funebri del popolo etrusco. Tecnologie presentate nel 2011 e già fuori uso. I video e le spiegazioni, che dovrebbero iniziare premendo il pulsante del telecomando che viene consegnato in biglietteria, rimangono in stand by nella maggior parte delle tombe dove sono stati installati, suscitando una certa delusione tra i visitatori, provenienti da ogni parte d’Italia e del mondo. Nella tomba detta “della casetta”, poi, ci sono anche dei manichini che più che ricreare la scena della sepoltura sembrano essere stati appoggiati dentro un magazzino, con tanto di tenda nera che li copre.
Nella tomba detta “dei capitelli” (così chiamata per via di due colonne sormontate da capitelli in stile eolico) sulla pietra scolpita a forma di letto, dove riposavano in pace gli etruschi, qualcuno ha pensato bene di scrivere con un pennarello nero il suo nome. Un graffito che, nonostante la luce soffusa presente all’interno della tomba, è un pugno negli occhi. E all’anima.
(Il Faro online)