Papa Francesco: “Non c’è posto per l’egoismo nell’anima di un cristiano”
Il Pontefice: “La comunità dei credenti bandisce l’individualismo per favorire la condivisione e la solidarietà”
Città del Vaticano – “Non c’è posto per l’egoismo nell’anima di un cristiano: se il tuo cuore è egoista tu non sei cristiano, sei un mondano, che ricerca soltanto il proprio profitto”.
E’ il monito pronunciato da Papa Francesco durante la tradizionale Udienza Generale del mercoledì, l’ultima prima della pausa estiva (nel mese di luglio tutti gli impegni pubblici del Santo Padre sono sospesi, tranne la preghiera dell’Angelus domenicale, ndr.).
Il Pontefice prende come modello la prima comunità cristiana, quella narrata nel libro degli Atti degli Apostoli, che l’evangelista Luca “racconta mostrandoci la chiesa di Gerusalemme come il paradigma di ogni comunità cristiana, come l’icona di una fraternità che affascina e che non va mitizzata ma nemmeno minimizzata“.
Per Bergoglio, sono quattro gli atteggiamenti del buon cristiano: “ascoltare assiduamente la didaché cioè l’insegnamento apostolico; praticare un’alta qualità di rapporti interpersonali anche attraverso la comunione dei beni spirituali e materiali); fare memoria del Signore attraverso la ‘frazione del pane’, cioè l’Eucaristia, e dialogare con Dio nella preghiera”.
“Diversamente dalla società umana, dove si tende a fare i propri interessi a prescindere o persino a scapito degli altri, la comunità dei credenti bandisce l’individualismo per favorire la condivisione e la solidarietà“, sottolinea il Papa.
Non c’è posto per l’egoismo nell’anima di un cristiano: se il tuo cuore è egoista tu non sei cristiano, sei un mondano, che soltanto cerchi il tuo favore, il tuo profitto. E Luca ci dice che i credenti stanno insieme. La prossimità e l’unità sono lo stile dei credenti: vicini, preoccupati l’uno per l’altro, non per sparlare dell’altro, no, per aiutare, per avvicinarsi.
La grazia del battesimo, fa notare il Pontefice, rivela “l’intimo legame tra i fratelli in Cristo che sono chiamati a condividere, a immedesimarsi con gli altri”, ad essere generosi, a “preoccuparsi dell’altro, visitare gli ammalati, visitare coloro che sono nel bisogno, che hanno necessità di consolazione”.
E questa fraternità, proprio perché sceglie la via della comunione e dell’attenzione ai bisognosi questa fraternità che è la Chiesa può vivere una vita liturgica vera e autentica.
Infine, il Papa ricorda che la Chiesa cresce “per attrazione” e non “per proselitismo”: “il perseverare dei credenti nell’alleanza genuina con Dio e con i fratelli diventa forza attrattiva che affascina e conquista molti (cfr Evangelii gaudium, 14), un principio grazie al quale vive la comunità credente di ogni tempo”.
“Preghiamo lo Spirito Santo perché faccia delle nostre comunità luoghi in cui accogliere e praticare la vita nuova, le opere di solidarietà e di comunione, luoghi in cui le liturgie siano un incontro con Dio, che diviene comunione con i fratelli e le sorelle, luoghi che siano porte aperte sulla Gerusalemme celeste”, conclude.
(Il Faro online) – Foto © Vatican Media