Stazione Termini sommersa dalla sporcizia: lavoratori delle pulizie in agitazione perchè senza stipendio
Stato di agitazione da parte degli operai della ditta di pulizie nella Stazione Termini. Reclamano lo stipendio e ieri nulla di fatto al Ministero del Lavoro: verso inasprimento della vertenza
Roma – La Stazione Termini, biglietto da visita per chi arriva in città con il treno, è sommersa dai rifiuti. I cestoni traboccano di immondizia, il pavimento è sporco e persino le banchine sono costellate di incarti e pezzi di carta.
Succede che i dipendenti dell’impresa di pulizie sono in stato d’agitazione: da più di due anni sono pagati a singhiozzo e gli ultimi stipendi sono stati addirittura dimezzati. Colpa della ditta uscente, la Manital Idea, che non si è vista rinnovato l’appalto dalla concessionaria del terminal ferroviario, la Grandi Stazioni Retail. Ma, secondo i rappresentanti sindacali, colpa anche della ditta subentrante, la Mr. Job, entrata in subappalto dall’agosto 2019. Così oltre agli stipendi non sarebbero stare riconosciute le singole liquidazioni di tfr.
Lo stato d’agitazione è nella cosiddetta “fase di raffreddamento” indetta dalle varie sigle sindacali. L’effetto è quello che migliaia di passeggeri possono costatare: cartacce ovunque, pavimentazione chiazzata dai residui dei bivacchi, cartoni dei clochard abbandonati sotto le pensiline, sacchi di immondizia nei cestoni gettacarte.
Ieri, mercoledì 6 novembre, un incontro convocato presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali avrebbe dovuto sbloccare la situazione ma si è concluso con un nulla di fatto. I rappresentanti della Mr. Job, subentrata nell’appalto, hanno fatto presente di “aver fatto fronte con mezzi esclusivamente propri ed esaurendo ogni fondo disponibile al pagamento di stipendi e contributi per circa dieci milioni di euro. Nessuna somma, infatti, è pervenuta, nonostante gli obblighi giuridici consacrati da atti ufficiali, nè da Euralba Service nè da Manitalidea Spa nè da Manital Serl“.
Al tavolo istituito presso il ministero erano assenti non solo le imprese citate ma anche RFI e Grandi Stazioni, committenti dell’appalto, che secondo i sindacati “sono tenuti in solido al pagamento in surroga degli stipendi insoluti“.
Il nulla di fatto al tavolo di conciliazione ministeriale si tradurrà in un inasprimento della vertenza. Ciò significa che dietro l’angolo sono possibili non solo un peggioramento delle condizioni igieniche della Stazione Termini ma anche ulteriori forme di protesta. Urla di guerra che in vista delle feste natalizie non faranno certamente una buona pubblicità al turismo di Roma.