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Coronavirus, Cgil, Cisl Uil: “Nel Lazio lo sforzo straordinario richiede un investimento straordinario su personale e sicurezza”

6 marzo 2020 | 08:00
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Coronavirus, Cgil, Cisl Uil: “Nel Lazio lo sforzo straordinario richiede un investimento straordinario su personale e sicurezza”

I Sindacati: “L’aumento della capacità di risposta non si fa a scapito del lavoro. Ci aspettiamo una convocazione urgente dalla Regione Lazio””

Regione Lazio – “Contenere la diffusione del Virus nel Lazio è una priorità. Quanto dichiarato dall’Assessore alla Sanità D’Amato nel corso del Consiglio straordinario di in Regione è assolutamente condivisibile.

Lo sforzo che le istituzioni stanno facendo in ogni direzione è chiaro, serve però mantenere alta l’attenzione sul lavoro e investire sul sistema a partire da un piano straordinario di assunzioni e da ogni azione utile a garantire la sicurezza degli operatori“. Lo dicono Cgil, Cisl Uil di Roma e Lazio e le rispettive categorie dei servizi pubblici.

“Da tempo chiediamo assunzioni straordinarie in un sistema sanitario regionale che ha pagato anni di disinvestimento e perdite elevatissime di risorse. La carenza di ogni figura professionale, la precarietà, il disinvestimento nelle strutture di ricerca, le esternalizzazioni, hanno indebolito la rete dei servizi sanitari che ha comunque mantenuto alta la capacità di risposta e la qualità dei servizi ai cittadini”.

Raddoppiare i posti letto, nelle terapie intensive e per le malattie infettive, significa creare una sinergia con tutti gli operatori coinvolti, senza trascurare i lavoratori in prima linea, garantendo a tutti adeguati dispositivi e protocolli, aumentando le dotazioni di medici e infermieri con ogni strumento possibile. Dalle graduatorie di concorsi alle stabilizzazioni, a procedure di reclutamento straordinarie”.

“Giusto che la risposta venga anche dalle strutture private accreditate, asse importante della sanità laziale, i cui lavoratori, ricordiamo, sono in mobilitazione per un rinnovo di contratto fermo da 13 anni, che ha significato perdita di salario e tutele e una profonda disparità rispetto ai colleghi del pubblico”.

“Stesso discorso vale per tutti gli operatori che a vario titolo operano nella rete dell’emergenza, dalle ambulanze agli ambulatori specialistici. Ed è il momento di attivare ogni forma possibile di integrazione tra la medicina generale e la rete ospedaliera per fornire adeguate indicazioni a tutti e tutelare i soggetti più fragili e più a rischio”.

L’aumento della capacità di risposta non si fa a scapito del lavoro: serve un atto di responsabilità e uno sforzo straordinario per adeguare il sistema all’attuale emergenza, con il coinvolgimento delle parti sociali. Ci attendiamo ora una convocazione urgente per coordinare le attività e dare corrette informazioni a lavoratori e cittadini”.

(Il Faro online)