Asl litorale, 14 nuovi positivi ma sempre meno del resto di Roma. Nuove unità covid-19 a Grassi e Cpo
Aumento dei positivi in tutta la regione: nell’ultimo giorno alla Asl Roma 3 sono 14 in più. Al pianterreno del Grassi Medicina trasformata in reparto isolamento. Sei letti di rianimazione in più
Roma – Cresce il numero dei pazienti trovati positivi al coronavirus nel Lazio anche se sono innumerevoli le segnalazioni di pazienti sintomatici che non vengono sottoposti a tampone. Gli operatori sanitari, esausti per il superlavoro e per lo stress, chiedono di essere sottoposti a tampone per evitare di poter contagiare i pazienti non coronavirus positivi.
Sono 186 in più i pazienti trovati positivi al coronavirus nelle ultime 24 ore nel Lazio. Si registrano anche tre morti (sono arrivati a 53 nella regione), 80 ricoverati e 9 in terapia intensiva in più. I guariti sono stati 58.
Crescono, dunque, anche nel Lazio i numeri del contagio e delle sue conseguenze. La crescita, al momento, non è esponenziale ma la curva, seppure lenta, è costante.
In questo contesto la Asl Roma 3 continua a far registrare numeri assoluti inferiori alle altre aziende sanitarie di Roma. Oggi si registrano 14 nuovi casi positivi. 312 persone sono usciti dalla sorveglianza. Ieri, 21 marzo, erano stati 8 positivi in più. Nello storico degli ultimi dieci giorni è il dato più alto di nuovi positivi dopo quello del 13 marzo (più 16).
Dalla Regione Lazio si comunica che “si sta attrezzando il piano terra dell’Ospedale Grassi per ulteriori 38 posti letto”. Si tratta dell’ex reparto di Medicina che verrà trasformato in unità di Infettivologia. “Disponibili al CPO 14 posti per pazienti positivi in isolamento domiciliare” viene anticipato. Nel corso della riunione dell Centro di crisi aziendale si sarebbe deciso, inoltre, di allestire al Grassi altri due posti letto di Terapia intensiva due nel blocco operatorio multispecialistico più sei letti della subintensiva della Medicina d’urgenza ad assistenza intensiva e spostamento della subintensiva in medicina d’urgenza, il tutto progressivamente in base a necessità e personale.
FARE I TAMPONI AL PERSONALE
Resta un gravissimo problema, segnalato da pazienti sintomatici o lievemente sintomatici in quarantena domiciliare. “Non riusciamo a farci fare il tampone” segnalano. “La risposta che ci viene fornita è che dovremmo andare con i nostri mezzi o con l’ambulanza di biocontenimento direttamente allo Spallanzani. Sarebbe un grave rischio e, comunque, qui a casa lo è costantemente per i nostri familiari”.
Rabbia anche tra i dipendenti dell’ospedale Grassi. “Non riusciamo a essere sottoposti ai tamponi per verificare l’eventuale positività – raccontano – E’ fondamentale non solo per la nostra salute e per quella dei nostri familiari ma anche per contenere il rischio di contagio sapere se siamo positivi o meno perché, in caso affermativo, siamo potenziale veicolo di virus per i pazienti che si rivolgono alle nostre cure”.