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Braccianti stranieri sfruttati nei campi, a Fondi 2 coniugi in manette e 2 aziende sequestrate

23 aprile 2020 | 11:58
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Braccianti stranieri sfruttati nei campi, a Fondi 2 coniugi in manette e 2 aziende sequestrate

I reati contestati vanno dalla intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro alla violazioni al testo unico sugli stranieri in materia di lavoro subordinato a tempo determinato e indeterminato.

Fondi – Sono cinque le persone al centro di un’operazione anti caporalato a Fondi. A portare avanti le indagini, partite tra ottobre e novembre 2019, gli agenti della Questura di Latina e del commissariato di polizia di Fondi, che stamattina hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari disposta dal giudice per le indagini preliminari di Latina, su richiesta della locale Procura.

Le manette sono scattate per un 50enne e la moglie di 49 anni. Divieto di dimora nella provincia di Latina invece per un 57enne, un 48enne e un 24enne. Sequestrate anche 2 società agricole, di proprietà dei 2 coniugi finiti ai domiciliari ed attive nel settore ortofrutticolo e florovivaistico.

I reati contestati a vario titolo vanno dalla intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro alla violazioni al testo unico sugli stranieri in materia di lavoro subordinato a tempo determinato e indeterminato.

Le indagini hanno permesso di ricostruire un collaudato sistema di reclutamento e sfruttamento di numerosi braccianti agricoli, italiani e stranieri, impiegati ed utilizzati con modalità illecite all’esclusivo servizio di due aziende.

È un quadro di sfruttamento allarmante quello emerso dalle dichiarazioni rese proprio dai lavoratori, dai servizi di osservazione eseguiti, dalla documentazione acquisita e dalla stessa verifica delle retribuzioni corrisposte. Braccianti che operavano a rischio della propria incolumità, ricevendo da parte dei due titolari delle aziende solo un totale disinteresse.

Tutte le persone offese hanno raccontato circostanze univoche e idonee a dimostrare le condizioni lavorative degradanti, in ambienti completamente invasi dall’umidità e dal fango, in totale assenza di qualsivoglia presidio antinfortunistico.

Di assoluta evidenza la condizione di sottomissione e di bisogno dei braccianti (extra comunitari e in alcuni casi clandestini) disposti a lavorare in condizioni disagevoli e totalmente ignari della normativa italiana a presidio dei loro diritti, oltre che evidentemente inconsapevoli del contenuto dei contratti di lavoro firmati.

Le aziende avrebbero prelevato, con mezzi della stessa ditta guidati da dipendenti con funzioni di autista, i lavoratori nei pressi delle loro abitazioni e più precisamente in punti di raccolta ben precisi posti anche nei comuni limitrofi, per condurli prima nell’azienda principale e poi dividerli sui campi.

Sui mezzi di trasporto i braccianti venivano stipati senza misure di sicurezza. Poi svolgevano una giornata lavorativa fino a 10 oreper 25/26 giorni al mese, senza che agli stessi venisse per altro riconosciuto eventuale straordinario per le ulteriori ore prestate, senza alcuna copertura sanitaria, senza alcuna retribuzione aggiuntiva in caso di festività o riposo settimanale e senza presidi antinfortunistici o di sicurezza.

I braccianti lavoravano quindi in difformità a quanto previsto dal CCNL posto che a fronte di 8 ore di lavoro prestate mediamente, gli veniva corrisposta una paga giornaliera di 30 o 32 euro. Nella fattispecie i lavoratori percepivano una paga che oscillava fra i 500 e gli 800 euro al mesecorrispondente a meno di 4 euro all’ora.

I primi spunti investigativi idonei a dare inizio all’indagine pervenivano dall’Ufficio immigrazione della Questura di Latina che ha raccolto le dichiarazioni di un lavoratore, di nazionalità indiana, privo di permesso di soggiorno e di contratto di lavoro, il quale, costretto dalla necessità di sopravvivere nonché di mantenere in vita il suo stesso nucleo familiare, rimasto nel paese di origine, si sarebbe sottomesso alle più svariate vessazioni in campo lavorativo e non, subendo in maniera fuori dal normale e inumana turni di lavoro massacranti e faticosi, anche notturni, senza alcun giorno di riposo e con una paga al di sotto di quella dovutagli e sicuramente non per le mansioni ricoperte.

Alle iniziali dichiarazioni rese dal primo lavoratore indiano, si sono poi aggiunte quelle di ulteriori lavoratori, dalle quali è emerso un disarmante quadro di sfruttamento creato dai due coniugi interessati all’esclusivo e incurante lavoro forzato dei braccianti.

Caporalato a Fondi, Di Berardino: “Arresti confermano che dobbiamo andarea avanti con i nostri interventi”

“Gli arresti compiuti oggi dalla Polizia di Stato nella provincia di Latina per reclutamento e sfruttamento di braccianti indicano che – Claudio Di Berardino assessore al Lavoro e Formazione della Regione Lazio – il fenomeno del caporalato è ancora un male presente nel territorio.

Il sistema criminale emerso dalle indagini conferma che come Regione Lazio dobbiamo continuare ad andare avanti con gli interventi promossi e in particolare continuare a intervenire contro la pratica del reclutamento e dei trasporti illegali e contro rapporti di lavoro sottopagati. Con la sperimentazione messa in opera da questa estate nella provincia di Latina abbiamo attivato degli sportelli dedicati all’agricoltura nei centri per l’impiego e creato una App – Fair Labor – per il corretto incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro.

Anche per il 2020 – prosegue la nota – abbiamo messo a disposizione, per gli iscritti all’App e con un contratto di lavoro in agricoltura, il servizio di trasporto gratuito sui mezzi Cotral della Provincia di Latina che consente di raggiungere il posto di lavoro in sicurezza. E abbiamo affiancato una comunicazione in 5 lingue per far arrivare il nostro messaggio davvero a tutti.

Non ultimo abbiamo previsto degli incentivi economici ai datori di lavoro per assumere la manodopera agricola. Azioni, queste, definite in un accordo sia con le organizzazioni datoriali che sindacali e inserite in una legge regionale votata dal Consiglio.

Il prossimo passo – conclude la nota-, che tra pochi giorni esporremo con maggiori dettagli, è quello del rifinanziamento delle misure per potenziare il trasporto dei lavoratori – che in questo momento legato all’emergenza sanitaria è stato fortemente ridimensionato – e mettere a disposizione nuovi incentivi per le assunzioni in questa fase di emergenza Covid 19. Alla Polizia di Stato va il nostro ringraziamento per l’operazione”.

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