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Il mistero buffo della toponomastica a Minturno

30 aprile 2020 | 09:50
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Il mistero buffo della toponomastica a Minturno

Scelte discutibili, segnaletica già piazzata, ditte fallite e annotazioni mai registrate

Minturno -Dopo essere riuscito ad aggirare il muro di gomma che mi si era parato d’innanzi, forse sono venuto a capo del “mistero buffo e ridicolo” della nuova toponomastica minturnese che, partorita da esperti conoscitori del territorio soprattutto dal punto di vista storico, non sarà mai applicata. Anche se la segnaletica è stata già piazzata creando non pochi problemi agli abitanti e a varie categorie di lavoratori come portalettere e corrieri di ditte spedizioniere.

In effetti pare che la ratifica della nuova toponomatica non avverrà neppure in tempi lunghi, in quando è stata infilata in un vero “cul de sac” nel quale è, da oltre un lustro, intrappolata senza che, all’orizzonte, si intraveda una pur sterrata via d’uscita.

In primis parrebbe che il parto non avverrà perché l’azienda che l’ha realizzata, unitamente al posizionamento dei nuovi numeri civici su targhette in ceramica, in uno stile barocco sul quale ci sarebbe molto da commentare, è fallita e quindi non più in grado di terminare il lavoro.

In secundis perché molti cittadini avrebbero formalizzato cocenti rimostranze in quanto, in sostituzione di denominazioni che si affidavano e si affidano alla storia di questo territorio, sono stati attribuiti alle strade i nomi di personaggi che non hanno acquisito alcun merito particolare o addirittura improponibili ed un esempio, per tutti, via Azul ovvero il toponimo di uno sperduto villaggio argentino nel quale vivrebbe uno sparuto manipolo di cittadini di origine minturnese.

E che dire, tanto per affondare il coltello nella piaga, di denominazioni letteralmente impronunciabili – a meno che non si faccia un vero e proprio spelling – quale quella di una misconosciuta suora polacca?

E vogliamo parlare del nome attribuito ad una traversa, in quel di Scauri Vecchia, che corrisponde a quello del padre di un componente della commissione per la toponomastica, che non risulta avere meriti particolari se non quello, come molti altri concittadini,  di aver fatto onestamente il suo mestiere?

E vogliamo parlare di nomi che si rifanno ad ex funzionari e podestà fascisti in un paese che si vanta di avere appuntata sul gonfalone una medaglia al merito civile per aver partecipato, attivamente, alla cacciata dell’odiato occupante nazista?

In ultimo una considerazione ovvia e scontata: ma quale legge prevede che debbano essere dotati di un numero civico garage, ovili, gallinai e quant’altro visto che il civico identifica una dimora abitata da essere umani di solito anche cogitanti?

Se ne parlerà (forse) alla prossima Commissione utile. Intanto un’ultima annotazione: a domanda specifica, un politico di rango ha giustificato la non annotazione della nuova toponomastica sugli appositi registri per… mancanza di personale idoneo. Tant’è.