Russo: “Noi dilettanti penalizzati. Potevamo ribaltare la classifica”
Un movimento in crisi quello dei Dilettanti. Un contesto diverso dalla Serie A. Il calciatore dell’Anagni commenta l’eventuale retrocessione e le difficoltà per la prossima stagione
Anagni – Un danno non indifferente la retrocessione a tavolino. Ne parla Liberato Russo. Il calciatore dell’Anagni Calcio interviene su tuttoseried.it e commenta la decisione del Consiglio Direttivo della Lega Nazionale Dilettanti.
Promosse le prime dei nove gironi nazionali in Serie D e retrocesse di fatto le ultime quattro. L’Anagni staziona nelle basse posizioni della graduatoria del Girone G, ma puntava a rialzarsi e a salvarsi, oltre il pericolo Eccellenza.
C’erano ancora 8 giornate da giocare e molte squadre, tra cui anche l’Anagni, potevano ancora dire molto sul campo, con la possibilità di ribaltare la condizione sfavorevole di classifica. Ma quest’ultima è stata cristallizzata così come si era interrotta lo scorso 12 febbraio. E l’Anagni si è ritrovata intrappolata tra le ultime quattro società, che ora, dopo la decisione della Lega, in attesa della conferma della Federcalcio, dovrà giocare in Eccellenza la prossima stagione.
Nessuna inferiorità rispetto alle avversarie. Prosegue a dichiarare Russo. Una retrocessione a tavolino non fa mai piacere. Ma lo stesso Sibilia ha detto che sono state applicate le regole Fifa e che non potevano essere applicati i protocolli sanitari per i campionati dilettanti (leggi qui). Nonostante i chiarimenti arrivati, le squadre che dovranno rivedere programmi e stanno organizzando ricorsi. Eventualmente dovranno ancora puntare alla promozione, in un campionato che forse non si chiamerà più Serie D, ma Interregionale, come indicato dalla riforma (leggi qui). Il momento non è semplice.
Il calciatore dell’Anagni immagina la prossima stagione. Un torneo che sarà difficile da disputare se il coronavirus non interromperà la sua circolazione. Alcuni virologi annunciano che in autunno potrebbe arrivare una seconda ondata di contagi, anche se leggera rispetto alla prima. Il problema resta: come faranno le squadre a scendere in campo in sicurezza?
Cerca di rispondere Russo. Ed è comunque ottimista. Se la Serie C riparte, può farlo il mondo dei dilettanti.
La questione retrocessioni. Senza l’interruzione, si potevano evitare i playout
“Per le retrocessioni di ufficio non sono d’accordo anche perché rimanevano otto giornate dove ogni squadra poteva dire ancora la sua: fin quando la matematica non ti condanna, non sei retrocesso. Noi ad Anagni abbiamo subito un torto impressionante: potevamo migliorare il nostro ruolino positivo visto l’ottima forma. Eravamo un gruppo convinto di evitare anche i play out perché remavano tutti verso la stessa direzione, viaggiavamo ad una media playoff. A dicembre è stata costruita una squadra data per spacciata sulla carta ma il campo invece ci dava ragione: non eravamo inferiori alle nostre dirette concorrenti. Far retrocedere quattro squadre è veramente assurdo. Leggiamo di riforme nuove e quant’altro ma se non sanno come terminare la stagione come fanno a parlare del resto? Hanno velocizzato i tempi penalizzando squadre e società che avevano alla loro portata i propri obiettivi”.
Il futuro. L’Eccellenza e i finanziamenti per le società. I calciatori dilettanti sono i più penalizzati
“La nuova stagione sarà dura da programmare se il virus non cesserà di circolare. A tutti manca la quotidianità precedente: per noi calciatori significava allenarsi, vivere lo spogliatoio, le trasferte, la partita domenicale. Noi calciatori dilettanti siamo i più penalizzati in questo momento: siamo professionisti a tutti gli effetti ma i nostri sforzi non sono stati ripagati dalla Lega perché è ovvio che ogni società abbia le proprie ripercussioni a livello economico. Però a noi chi ci tutela? Ci sono colleghi che non percepiscono stipendio da molto prima del covid-19. Noi viviamo di calcio, ci alleniamo lo stesso numero di ore di giorni dei professionisti. Di conseguenza sottraiamo tempo ai nostri cari, agli affetti, al tempo libero”.
Se riparte la Serie C, può farlo anche la Serie D. L’esigenza è trovare un compromesso con il Comitato Tecnico Scientifico
“Il protocollo al momento non è applicabile. Però se ricomincia la C perché non dovremmo ripartire anche noi? Bisognerà trovare un compromesso che vada bene sia per la Lega Nazionale Dilettanti che per il Comitato tecnico scientifico. Altrimenti il calcio dilettantistico a settembre scomparirà”.
(Il Faro on line)