Roma, arrestato il capo della “banda dei bancomat”: fece evadere 2 uomini da Rebibbia

2 novembre 2020 | 10:54
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Roma, arrestato il capo della “banda dei bancomat”: fece evadere 2 uomini da Rebibbia

L’arrestato aveva anche aiutato due parenti ad evadere dal carcere di Rebibbia e provato a farli fuggire all’estero

Roma – E’ stato arrestato il capo della “banda dei bancomat“, che sotto il periodo di lockdown colpì in diverse banche della Capitale.

L’uomo è stato fermato la scorsa notte dai Carabinieri, con l’accusa di danno contro il patrimonio.

Con la sua banda era diventato il terrore della banche romane, in quanto si erano specializzati nello spaccare o far esplodere gli sportelli bancomat delle filiali.

Si muovevano in maniera molto meticolosa i ladri, che per i propri colpi ogni volta si procuravano un’automobile rubata e poi gli cambiavano la targa per passare inosservati agli occhi delle Forze dell’Ordine. Un meccanismo così oliato che i malviventi erano in grado di colpire anche più volte in una sola notte, con le operazioni di furto che duravano pochi minuti e li vedevano sfrecciare in macchina anche a 200 km/h sulle strade di Roma.

A tradire l’uomo sono stati diversi fatto: anzitutto quello d’indossare sempre gli stessi vestiti, che lo hanno fatto riconoscere come protagonista di vari colpi ai bancomat nel periodo di lockdown e nelle prime settimane estive. Traccia che ha portato i militari anche a individuare la sua base operativa, che altro non era che la sua abitazione.

Altro dato a tradire l’uomo è stato l’avvicinamento di due parenti evasi da Rebibbia, cui lo stesso arrestato aveva fornito automobili per compiere un colpo a qualche bancomat e permettergli così di avere i soldi per una fuga in qualche Paese estero. Proprio questa pista ha portato gli investigatori sul “capo della banda”, non prima però di aver fermato i due evasi dopo un difficoltoso inseguimento sull’autostrada A1 e il loro blocco all’altezza del Comune di Cascina.

Sul capo della banda è emerso di come avesse sulla testa un Mandato di Arresto Europeo, poiché si era reso protagonista di reati nello Stato francese. Gli atti inerenti questa cosa sono stati trasmessi alla Corte d’Appello in attesa dei successivi sviluppi della vicenda riguardante l’arrestato su cui pende la richiesta di estradizione della Francia per saldare i suoi debiti con la giustizia transalpina.

Durante la perquisizione presso l’abitazione del fermato, che è stato associato presso la casa Circondariale di Rebibbia, sono stati trovati numerosi oggetti utilizzati per i furti: due radio ricetrasmittenti per comunicare senza essere intercettati, due dispositivi Jammer per inibire le frequenze, un verricello elettrico con cavo in acciaio per trainare i bancomat, un martello demolitore a batteria, passamontagna per nascondere il viso ed attrezzi vari per lo scasso.

E’ ritenuto protagonista di sette rapine ai bancomat della Capitale, un furto in un centro commerciale, oltre ad aver rubato uno scooter e un carroattrezzi.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.
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