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Ristori e prese in giro, così i commercianti affondano

21 dicembre 2020 | 07:00
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Ristori e prese in giro, così i commercianti affondano

Prestiti dello Stato parametrati all’attività del 2019. Ristori fantasma e tasse che si riprendono ciò che è stato elargito.

In questi giorni di informazioni contraddittorie (tra divieti e ristori), l’incapacità di chi ci governa sta sfociando in rabbia, e non sono da sottovalutare le possibili conseguenze. I soldi – infatti- che lor signori guadagnano, anzi sarebbe meglio dire che percepiscono, sono dei cittadini.

Abbiamo una classe politica che non sa prendere decisioni: ci dicono di comprare nei negozi e poi li chiudono, di restare a casa e poi di usare il cashback sono uscendo fisicamente.

Sembra di assistere ad una lunga campagna elettorale basata sul Covid, e alla prova dei fattoi ciò che lo Stato elargisce ai commercianti, è una presa in giro.

Facciamo due conti, partendo da un caso specifico accaduto a Fiumicino. Si è parlato di sovvenzioni (cioè prestiti) fino a 30.000 euro. Ma una piccola azienda locale, che ha provato ad accedere al credito, si è vista restituire come tetto massimo 2500 euro ad aprile 2020. Già, perché il prestito è stato parametrato con il fatturato di aprile 2019. Che poi nel frattempo si siano accumulati debiti, oltre ai mancati introiti, non vale. Quella è la cifra calcolata… per non morire. Un’aspirina a un malato terminale.

Poi la beffa: l’F24 ha visto segnare una cifra pari a 2520 euro. Insomma, 2500 ti do, 2500 ti prendo. Però a te resta il prestito sul groppone e gli stipendi ancora da pagare. Insensato, così come spostare l’Iva di qualche mese per poi richiederla tutta insieme. Viene da chiedersi se i nostri governanti conoscano il Paese reale.

Evito di parlare della lotteria degli scontrini e della cassa integrazione per non rovinare definitivamente le Festività a chi legge.

Ma se Palazzo Chigi va criticato, lo stesso vale per le opposizioni. Che invece di creare proposte alternative si limitano a criticare queste, in uno scontro infinito che, come dicevo all’inizio, assomiglia tanto a una campagna elettorale infinita.

Dalle forze politiche, in un momento come questo, ci si aspetterebbe l’accantonamento delle bandiere, la massima collaborazione. Ma così non è. Chi tira dritto senza ascoltare, chi critica senza proporre. Povera Italia.