Progetto indipendente dell’Italpol nello scalo romano. In azione i cani “Punish”,”Lucy” e “Max”
Fiumicino – Con lo stratagemma del gioco con una pallina, che ne rappresenta “il premio” da conquistare, sono
capaci di fiutare il Covid-19. Sono i primi cani anti-Covid del Gruppo di sicurezza e vigilanza “Italpol” che ha scelto l’area arrivi del Terminal 3, aperta al pubblico, dell’aeroporto di Fiumicino come esercitazione e prima uscita pubblica solo “dimostrativa”.
L’esercitazione infatti non ha coinvolto i passeggeri ma solo il personale Italpol, che si è prestato come soggetti da
identificare, per far vedere come siano capaci di individuare, grazie ad un addestramento durato 6-8 settimane, un possibile contagio, anche prima della comparsa dei sintomi. La scelta di Italpol è caduta sul “Leonardo da Vinci” riconosciuto come primo scalo al mondo, da Aci-Airports Council International World ed Aci Europe, per la lotta al covid19.
AdR è stata infatti premiata per la cura, la prevenzione e l’affidabilità nel proteggere passeggeri e personale aeroportuale ma soprattutto per la garanzia di volare in totale sicurezza. I protagonisti oggi, tra i primi cani addestrati, sono stati “Punish”, un pastore belga di 6 anni, e due pastori olandesi, “Lucy” di 5 e “Max” di un anno e mezzo, che si sono aggirati tra i passeggeri alla loro uscita. Non si tratta di cani antidroga o anti esplosivi ma sono stati preparati, con un addestramento specifico per l’olfatto, a fiutare la molecola Covid, con un possibile impiego operativo, in futuro e se e quando autorizzato dalle Autorità competenti, in luoghi come aeroporti, stazioni, metropolitane, ecc., dando un contributo al tracciamento del virus.
“E’ un progetto di Italpol in collaborazione con la ‘Security Dogs’, che addestra i cani, per poter agevolare, in
modo più rapido, i servizi di controllo in ambito pubblico, come stazioni, metro, aeroporti – spiega il Direttore Operativo di Italpol, Antonio Del Greco – dove il cane riesce a scovare le molecole Covid ed individua nelle file, ad esempio, le persone che danno un elemento di sospetto sanitario. E’ ovvio che poi c’è bisogno di personale tecnico specializzato per comprovare o meno, con il tampone, la positività. Stiamo testando i primi cani e contiamo di prepararne il più possibile. I pastori belga ed olandese stanno mostrando una sensibilità specifica per questo tipo di attività”.
“Sono cani in grado di rispondere anche alle esigenze dell’emergenza da pandemia – sottolinea Massimiliano Macera, amministratore ‘Security Dogs’ – Studi internazionali stanno dimostrando che sono in grado di discriminare il Covid. Sono selezionati per una discriminazione olfattiva come ricerca ed in 6-8 settimane è possibile portare a casa un buon risultato. Ci rifacciamo ad esperienze e studi cominciati, durante la pandemia, a luglio. Il nostro approccio è molto rigoroso e scientifico: in Italia non esistono ancora dei protocolli e tutto ciò è ancora nell’ambito della sperimentazione. Per un possibile impiego aspettiamo di confrontarci con tutti gli esperti del settore e della medicina”. (foto Antonio Del Greco)
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