Rifiuti a Roma, Ziantoni: “Problemi causati dall’esaurimento della discarica di Roccasecca”

31 marzo 2021 | 16:55
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Rifiuti a Roma, Ziantoni: “Problemi causati dall’esaurimento della discarica di Roccasecca”

Ziantoni: “A causa di questo gli impianti di trattamento dei rifiuti delle Province di Roma e Frosinone non sanno dove conferire gli scarti di lavorazione”

Roma – “In seguito alla confusione generata da diversi articoli di stampa circa le criticità nella gestione dei rifiuti, di cui si sta discutendo in Regione Lazio (leggi qui), l’Assessora ai Rifiuti ed al Risanamento Ambientale Katia Ziantoni chiarisce che la crisi è riconducibile unicamente alla nota del 25 marzo scorso, inviata dalla Società Mad srl a tutti i gestori, con la quale si comunica l’esaurimento delle volumetrie residue nella discarica di Roccasecca”. E’ quanto si legge in un comunicato del Comune di Roma.

“I lavori di ampliamento della stessa, infatti non sono stati completati da parte della società – prosegue il comunicato -, il cui proprietario, Valter Lozza, è uno dei destinatari delle misure cautelari domiciliari disposte dal Gip di Roma in seguito alle accuse di corruzione e concussione mosse nei suoi confronti nell’ambito dei procedimenti autorizzativi rilasciati dalla Regione Lazio sui suoi impianti”.

“A causa di questo gli impianti di trattamento dei rifiuti delle Province di Roma e Frosinone non sanno dove conferire gli scarti di lavorazione prima conferiti nella discarica di Roccasecca. In particolare, nella città di Roma, uno dei due Tmb (Impianti di Trattamento Meccanico Biologico) di Malagrotta, gestito dal Commissario Straordinario Palumbo, è oggi a rischio chiusura”.

“Nelle due riunioni di ieri – scrive il Comune – la Regione Lazio ha raccolto i fabbisogni e le disponibilità delle discariche al fine di accogliere gli scarti delle 375 tonnellate di rifiuti al giorno che altrimenti non potranno essere trattati nei Tmb di Malagrotta”.

“Siamo ancora in attesa di indicazioni della Regione Lazio per scongiurare la chiusura di uno dei due impianti. Per quanto riguarda il Tmb di Rocca Cencia, che voglio ricordare è posto sotto sequestro dalla Procura della Repubblica, continuerà a lavorare in misura ridotta perché riteniamo che non si possa affrontare una crisi creandone una ancora più grave”, ha chiarito l’Assessora Ziantoni.

“Allo stesso tempo – prosegue Ziantoni – ho consegnato alla Regione Lazio e alla Procura un documento dettagliato nel quale ripercorro le storture dell’iter autorizzativo e delle numerose cosiddette modifiche non sostanziali, concesse nel corso degli anni, che hanno portato ad un carico insostenibile dei rifiuti con reiterate e gravi inosservanze delle prescrizioni contenute nella stessa Aia.

Ho fatto, infine presente la volontà di Roma Capitale di utilizzare il sito in altro modo – conclude – riconvertendolo in multimateriale a servizi dell’area est. Tale richiesta dovrà essere oggetto di un tavolo di confronto specifico tra le parti in occasione del riesame dell’Aia”.

Cgil – Fp Cgil: “Senza impianti a Roma, va in crisi tutto il Lazio”

“Siamo alle soglie dell’ennesima crisi ciclica per i rifiuti della Capitale, e all’ennesimo, imbarazzante scaricabarile istituzionale. L’assenza di progettualità e di scelte adeguate sull’impiantistica di Roma da parte di questa amministrazione, come sempre denunciato, ovviamente viene pagata dalla città, dai lavoratori e ha pesanti ricadute sull’intero sistema regionale: nessuna autonomia per la chiusura del ciclo e per il trattamento, dipendenza (onerosa) da impianti dentro e fuori regione, rischio crisi (annunciata) alle porte a ogni variazione (ampiamente nota) in uno dei pochi nodi attivi della rete. La cui debolezza è chiara, se a mettere tutto in default è la chiusura di una discarica“, dichiarano Natale di Cola, segretario Cgil di Roma e Lazio, e Giancarlo Cenciarelli, segretario generale Fp Cgil Roma e Lazio.

Non è una novità che tutto si regga su un equilibrio delicato e che AMA viva a corto respiro da anni. Ancora una dimostrazione del poco coraggio finora mostrato nelle scelte sul sistema rifiuti e sul futuro dell’azienda: 5 anni persi, e la faticosa corsa finale a risolvere, come pur necessario, la precarietà finanziaria a cui l’azienda è appesa, senza bilanci dal 2017 e con un piano di risanamento e un piano industriale a visione limitata. Che, come abbiamo già sottolineato, se dà alla municipalizzata dei rifiuti un respiro di sollievo nell’immediato, manca totalmente di progettualità, di idee e investimenti per il futuro“, proseguono Di Cola e Cenciarelli.

Mezzi, impiantistica, personale: quanto non è stato fatto fino ad oggi difficilmente può essere recuperato. Specialmente di fronte all’imbarazzante ritorno della conflittualità e dello scaricabarile tra istituzioni. Roma Capitale rivendica addirittura che Rocca Cencia, l’unico TMB rimasto per la città dopo la distruzione del Salario, non potrà aumentare temporaneamente i conferimenti perché “è destinato ad essere chiuso”. Nel frattempo quel TMB continua a operare, con la ricaduta che ne consegue per le condizioni di lavoro di chi vi opera. E su questo il piano industriale presentato non dà risposte all’altezza. Senza impianti a Roma, va in crisi tutto il Lazio: la saturazione anzitempo della discarica di Roccasecca, che riceveva conferimenti anche di Roma Capitale, con le inevitabili ricadute anche sulla provincia di Frosinone ne è la prova evidente”, aggiungono i sindacalisti.

“Dichiarazioni che non stupiscono, ma che continuano ad aumentare la preoccupazione per la tenuta dei servizi e del lavoro, già in condizioni esasperate. Ama non avrà nessun futuro se non si ha il coraggio di affrontare l’immediato e uscire da un impasse che in questi anni si è aggravato per la miopia di questa stessa amministrazione.

Sono note le motivazioni per le quali i lavoratori di Ama e dell’indotto sciopereranno il 26 aprile, il disastro occupazionale del maxi appalto utenze non domestiche, le opacità gestionali e la rottura delle relazioni sindacali. Ora è fondamentale che si esca allo scoperto e che si dica quale scelta politica è stata fatta su Ama: ammettere il fallimento e lasciare il sistema rifiuti della città, i 7200 lavoratori e i servizi ai cittadini peggio di come sono stati trovati o correggere il tiro e sostenere azienda e servizi, collaborare per risolvere le criticità immediate e giocare un ruolo strategico nella chiusura del ciclo rifiuti per l’intera regione nel prossimo futuro”, concludono.

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