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Cambiare lavoro: quali strategie?

9 dicembre 2021 | 19:22
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Cambiare lavoro: quali strategie?

Non bisogna adagiarsi sugli allori, ma continuare a guardarsi intorno o per lo meno monitorare le situazioni, le condizioni e la propria evoluzione, tenendo d’occhio le imprese di interesse e aggiornandosi.

Sei insoddisfatto del tuo lavoro? Se l’attività che avevi scelto con grande entusiasmo si è rivelata nel tempo poco soddisfacente e ti ha addirittura impedito di raggiungere certi obiettivi, non è mai troppo tardi per decidere di cambiare la propria professione. È importante, però, non improvvisare né fare scelte troppo avventate. Bisogna saper mettere a punto le giuste strategie e muoversi in modo da non danneggiare i propri risultati lavorativi, né compromettere le aspettative future. La formazione resta sempre uno dei cardini per prepararsi professionalmente al cambiamento, che sia un passaggio dal posto fisso al lavoro autonomo, o da un ambito scientifico a uno artistico.

Cambiare lavoro è un lavoro!

Quando si decide di cambiare lavoro, bisogna aver bene chiaro in mente le ragioni per cui si vuole compiere un cambiamento così radicale. Il cambiamento di lavoro richiede la messa a punto di una vera e propria strategia, un piano che ci permetta la “transizione” senza ulteriori stress o – peggio – finendo con un “flop”.

La prima cosa da chiarire con se stessi è, dunque, il perché. A volte si desidera cambiare lavoro per una reazione impulsiva a un risultato non ottenuto o a diverbi tra colleghi. A volte si vuole cambiare lavoro perché la professione che si svolge non è più soddisfacente oppure per una questione economica. Indipendentemente dalla motivazione – più o meno valida – se si avvertono chiari sintomi da stress da lavoro e persino un burnout da lavoro, non vi sono altre soluzioni che cambiare seriamente sia la tipologia di lavoro che l’ambiente lavorativo.

In ogni caso, non sarà facile. Non è sufficiente decidere di cambiar: bisogna dimostrare le ragioni del cambiamento e qual è il valore aggiunto che si porta con sé e che si può mettere a disposizione della nuova realtà lavorativa. Inoltre, bisogna considerare che cambiare lavoro a quaranta anni è diverso da chi decide di cambiare vita a cinquanta – sia che ci si orienti sulla professione autonoma che sul lavoro dipendente pubblico o privato.

La cosa importante è non demoralizzarsi. Anche quando sembra di non avere sufficienti carte in mano per dimostrare il proprio valore o le competenze adeguate al nuovo lavoro, c’è sempre una via di uscita: la formazione. Se davvero si vuole ambire a qualcosa di diverso che sia anche economicamente più soddisfacente, è possibile aggiornarsi, formarsi e seguire corsi professionalizzanti.

Cambiare lavoro senza stress

Definire le motivazioni del cambiamento è già il primo importante passo verso un mutamento consapevole.

Una volta definite le ragioni, si può impostare un vero e proprio piano di gestione della carriera. La ricerca del lavoro finalizzata solo al momento in cui ne sentiamo l’urgenza può essere infruttuosa. La carriera va gestita e controllata anche quando tutto sembra andare bene e non ci si sente “costretti” al cambiamento. Per cui, cambiare lavoro richiede una ricerca continuativa e migliorativa delle opportunità che si trovano sul mercato. Non bisogna adagiarsi sugli allori, ma continuare a guardarsi intorno o per lo meno monitorare le situazioni, le condizioni e la propria evoluzione, tenendo d’occhio le imprese di interesse e aggiornandosi. Monitorare il mercato del lavoro sia nell’ambito della propria professione che fuori permette di trovare all’occorrenza – per necessità o desiderio – l’opportunità da cogliere al momento giusto.