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Israele-Hamas, vicina l’intesa sugli ostaggi

21 novembre 2023 | 16:13
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Israele-Hamas, vicina l’intesa sugli ostaggi

Il governo presieduto da Netanhyau si riunirà in serata. Gaza con il fiato sospeso

Tel Aviv, 21 novembre 2023 – C’è una forte possibilità che nelle prossime ore vengano definiti i dettagli di un accordo che riguardi gli ostaggi trattenuti nella Striscia di Gaza dal terribile attacco del 7 ottobre di Hamas in Israele. Lo scrive il Jerusalem Post che cita rapporti di stampa e funzionari israeliani di alto livello. Sarebbero così confermate le dichiarazioni, fatte nelle scorse, dal presidente degli Stati Uniti d’America Joe Biden, che si era detto fiducioso su un possibile accordo.

E Axios, citando due fonti a conoscenza degli sviluppi, scrive che è imminente un accordo tra Israele e Hamas per la liberazione di decine di ostaggi e un cessate il fuoco di più giorni, che l’intesa potrebbe essere annunciata oggi stesso dai mediatori del Qatar e che secondo un funzionario israeliano il governo Netanyahu potrebbe riunirsi nelle prossime ore per l’approvazione. E proprio il premier Benjamin Netanyahu ha detto chiaramente, parlando con i militari delle Idf, che “stiamo facendo progressi” sulla liberazione degli ostaggi, affermando di sperare in “buone notizie” a stretto giro.

Stando a quanto si legge sul Jerusalem Post, l’intesa proposta si riferirebbe a circa 50 minori israeliani e alle loro madri in cambio di quattro giorni di cessate il fuoco e si baserebbe sul criterio “‘uno a tre”, tre palestinesi prigionieri per ogni ostaggio”. Anche Axios scrive che nel quadro dell’accordo sugli ostaggi Israele rilascerebbe tre prigionieri palestinesi per ogni ostaggio israeliano liberato da Hamas e che nella prima delle due fasi di attuazione dell’intesa, Hamas dovrebbe rilasciare 50 donne e bambini trattenuti a Gaza, mentre Israele dovrebbe liberare circa 150 detenuti palestinesi, per lo più donne e minori.

Una delle fonti di Axios ha spiegato che il rilascio di ostaggi e prigionieri nella prima fase dell’accordo avverrebbe durante quattro giorni di cessate il fuoco a Gaza. E nel quadro dell’accordo Israele consentirebbe l’arrivo ogni giorno nella Striscia, tramite l’Egitto, di circa 300 camion carichi di aiuti umanitari.

Stamani la Mezzaluna Rossa palestinese faceva sapere che sono “in totale 1.353 i camion” di aiuti umanitari “ricevuti” dallo scorso 21 ottobre, “circa 42 camion al giorno”. Stando alle stime delle scorse settimane delle Nazioni Unite sono necessari circa cento camion di aiuti umanitari al giorno per far fronte alle esigenze delle persone che vivono nella Striscia, nel mirino delle operazioni israeliane dal 7 ottobre.

Sempre secondo Axios, nella seconda fase dell’accordo Hamas potrebbe rilasciare fino ad altri 50 israeliani – tra donne, bambini e anziani – in cambio di una proroga da parte di Israele del cessate il fuoco a Gaza. E Israele rilascerebbe un numero di prigionieri palestinesi in linea con lo stesso criterio della prima fase.

Tra gli ostaggi israeliani trattenuti a Gaza alcuni hanno la doppia cittadinanza. Se l’accordo diventasse realtà sarebbe il primo risultato diplomatico dal 7 ottobre.

“Gaza col fiato sospeso”

”Tutta Gaza è con il fiato sospeso” oggi, ”attende l’attuazione dell’accordo per una tregua” mediato dal Qatar e che porterebbe a ”un cessate il fuoco” nel conflitto in corso dal 7 ottobre. Con ”la speranza che la tregua regga e si possa arrivare a un accordo finale per un cessate il fuoco duraturo”. Certo, ”sarà molto difficile”, spiega all’Adnkronos Sami Abu Omar, cooperante palestinese e coordinatore del centro di scambio culturale italiano ‘Vik’. Ma ”non ci resta che sperare. L’obiettivo di Israele di riportare a casa gli ostaggi è fallito, speriamo che per raggiungerlo smettano di bombardarci”.

Perché, racconta da Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, ”la situazione è gravissima e drammatica”. E, se possibile, è stata ulteriormente aggravata dalla ”pioggia che ha allagato le strade e reso ancora più difficili le condizioni di vita degli sfollati giunti dal nord della Striscia di Gaza, molti dei quali dormono per strada”. Perché ”non ci sono più rifugi per ospitarli, sono strapieni quelli che ci sono”. E anche l’Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa dei rifugiati palestinesi, ”l’Unrwa ha fatto sapere di aver esaurito la possibilità di accoglienza dopo aver messo a disposizione le sue scuole e i suoi uffici”, ricorda.

Netanhyau riunisce il governo

L’ufficio del premier israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato che alle 17 ora italiana si riunirà il gabinetto di guerra, alle 18 il gabinetto di sicurezza e alle 19 tutto il governo. Secondo fonti israeliane, gli incontri riguarderanno il via libera all’accordo sul rilascio degli ostaggi.

Sia Israele che Hamas stanno ancora lavorando sui nomi delle persone che potrebbero essere rilasciate nell’ambito di un accordo che dovrebbe portare al rilascio di decine di ostaggi a Gaza e che, stando alle voci dei protagonisti, sembra essere vicino. Lo ha riferito la Cnn, citando due fonti israeliane.

La tv americana ricorda che il nome di ogni prigioniero palestinese che sarà scarcerato dalle prigioni israeliane dovrà essere prima approvato dal gabinetto di guerra israeliano e poi dall’intero governo. Entro 24 ore da un’eventuale decisione dell’esecutivo di rilasciare dei detenuti si potrà in teoria ricorrere alla Corte Suprema. Non tutti i 237 ostaggi presi in Israele il 7 ottobre sono nelle mani di Hamas. Alcuni sono tenuti dalla Jihad Islamica e da altre fazioni palestinesi.