La Polizia scova lavoratori in nero: chiuso una agriturismo a Roma

12 luglio 2024 | 11:26
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La Polizia scova lavoratori in nero: chiuso una agriturismo a Roma

Nella struttura, adibita anche a centro estivo, gli agenti hanno anche riscontrato violazione delle norme di sicurezza

Roma, 12 luglio 2024 – I controlli della Polizia di Stato, in collaborazione con l’Ispettorato Territoriale del Lavoro e la Polizia Locale di Roma Capitale, atti a contrastare il fenomeno dell’intermediazione abusiva e dello sfruttamento della manodopera minorile in ambito lavorativo, si sono concentrati all’interno di un agriturismo in via di Marco Simone, adibito anche a centro estivo ed hanno portato alla sospensione dell’attività.

Gli agenti del Distretto San Basilio hanno controllato 10 persone che lavoravano all’interno della struttura, trovandone 3 senza regolare contratto, e riscontrando la mancanza del c.d. D.V.R. –documento di valutazione dei rischi -. Data la presenza di lavoratori senza contratto, la violazione delle norme di sicurezza sul posto di lavoro per mancanza del D.V.R. e la presenza di 50 persone tra adulti e bambini, è stata disposta la sospensione dell’attività dell’agriturismo.

Controlli in metro

Inoltre, durante un’altra attività di controllo a tutela della sicurezza sulle grandi infrastrutture di trasporto del collegamento urbano, e nello specifico presso la fermata “Ponte Mammolo” della metropolitana “linea B”, gli agenti del IV Distretto, insieme a personale del Reparto prevenzione Crimine Lazio e alle unità cinofile antidroga della Questura di Roma, hanno identificato 107 persone, di cui 51 stranieri, e accompagnato una persona presso l’Ufficio Immigrazione poiché sprovvista di documenti d’identità al fine di verificare la propria posizione sul territorio nazionale; sono stati, altresì, controllati 7 veicoli.

Infine, gli investigatori, sempre durante gli stessi controlli, ma in un’altra zona, nei pressi di uno stabile in via Girolamo Meghelli, all’interno di un contenitore di plastica occultato in un vano ascensore, hanno rinvenuto ben 210 dosi di cocaina e 4 di hashish, già pronte per essere messe sulla piazza di spaccio.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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