Dopo mezzo secolo al servizio degli Stati Uniti, cala il sipario sulla vita politica di Biden: anche l’uomo più potente del mondo, a volte, è costretto ad alzare bandiera bianca
Washington, 21 luglio 2024 – Accettare di essere invecchiati, di non avere più la forza per assolvere determinati doveri e funzioni, prendere consapevolezza di non avere le energie dei bei tempi, è forse la sfida più difficile che la vita ci mette davanti. Il tempo non fa sconti a nessuno, l’età passa per tutti. Anche Joe Biden, l’uomo più potente del mondo, si è dovuto arrendere. Ha dovuto alzare bandiera bianca di fronte al cinismo del tempo. Il presidente degli Stati Uniti, poco fa, ha infatti annunciato il ritiro dalla corsa alla Casa Bianca, cedendo dopo settimane di pressioni da parte di donatori, personalità di primissimo rango, giornali, televisioni. Accerchiato e sotto il fuoco amico, ormai il suo ritiro era solo questione di…tempo. Dopo 50 anni di intensa attività, Biden si godrà la sua ricca pensione e lascerà la poltrona dello Studio Ovale a qualcun altro: o a Trump oppure a Kamala Harris, a cui ha già dato pubblicamente il suo appoggio. Cala il sipario sulla vita politica di un uomo che, nell’ultimo anno, è stato sfortunato protagonista di tante, troppe gaffe. Anche gravi.
Biden, mezzo secolo in politica
In vita sua, Biden ha fatto di tutto. Nelle stanze dei bottoni ci si siede da quando era giovanissimo, precisamente dal 1972 con incarichi di assoluto prestigio: presidente della Commissione sulla giurisdizione del Senato, presidente del Comitato di controllo sul narcotraffico internazionale del Congresso, presidente della Commissione Esteri del Senato, senatore per il Delaware. E’ stato il vice di Barack Obama dal 2009 al 2017, prima di diventare presidente degli Stati Uniti nel 2021, il più anziano della storia statunitense. Nessuno in America ha più esperienza politica di lui, con mezzo secolo al servizio dell’America.
Nel corso del suo mandato ha dovuto fare i conti con la guerra in Ucraina, la crisi in Medio Oriente, la ripresa economica post Covid. Più di chiunque altro, ha cercato di far risorgere la Nato, che ormai sembrava morta e sepolta. Anche perchè costretto a farlo, vista la minaccia russa nei confronti dell’Europa. E – non meno importante – è stato “colpito” anche nel privato, a causa della condanna del figlio Hunter. Un’ennesima vicenda familiare per lui triste, dopo le varie tragedie che avrebbero messo in ginocchio chiunque. Perse la sua prima prima moglie Neilia, e la figlia Naomi di 13 mesi, in un incidente stradale nel 1972. Lo stesso Biden ha rivelato, pochi mesi fa, di aver pensato al suicidio a causa di ciò. Poi, nel 2015, la morte del figlio Beau Biden a causa di un cancro al cervello, che se l’è portato via all’età di 46 anni. A quei tempi, papà Joe era vice presidente. Eppure, nonostante tutte queste tragedie, Biden si è rialzato. Sempre. E qui non si parla del politico, sul cui giudizio c’è un parere discordante (come sempre, d’altronde). Non si parla del presidente Biden, ma dell’uomo Joe. Che, come chiunque, si porta dietro esperienze, drammi, strascichi. Insomma, vita vissuta.
Poi, il destino ha giocato la sua parte. Quella decisiva come sempre. Pochissimi giorni fa, Biden si è preso il Covid-19. Sintomi per fortuna molto lievi, quel che tanto che basta per “costringerlo” a rimanere isolato nella sua casa in Delaware. Tanto tempo da solo, tanto tempo per pensare. Come se fosse un segnale. Come se qualcuno gli avesse detto: “E’ arrivata l’ora delle scelte importanti”. Scelte dolore, dolorissime. Perchè è difficile lasciare il proprio posto da Comandante in Capo, accettare l’idea di non potercela più fare, di non avere le forze per farlo. Ma in fondo è la dura legge del tempo, e della vita, da cui non può sfuggire nemmeno l’uomo più potente del mondo.